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Palermo, il “consigliori” Lipari avvalora le dichiarazioni di Ciancimino

Parla il consigliori di Binnu
Pino Lipari, vice del capo di Cosa nostra Bernardo Provenzano, risponde ai magistrati di Palermo che indagano sulla trattativa mafia-Stato avvalorando le dichiarazioni di Massimo Ciancimino e l’esistenza del papello: “C’era scritto di limitare gli ergastoli, il 41 bis, il sequestro dei beni”

CATANIA = Conferma l'esistenza della trattativa tra Stato e mafia, ne colloca l'avvio tra la strage di Capaci e quella di via D'Amelio, parla del papello e dei rapporti tra Vito e Massimo Ciancimino e il boss Bernardo Provenzano: sono le rivelazioni dell'ex geometra dell'Anas Pino Lipari, consigliori del padrino corleonese condannato per mafia, depositate agli atti del processo al generale dei carabinieri Mario Mori, imputato di favoreggiamento aggravato a Cosa nostra.

Lipari è stato sentito dai pm Nino Di Matteo e Antonio Ingroia il 17 luglio del 2009. Ai magistrati ha raccontato quanto già riferito alla Procura di Palermo nel 2002, epoca in cui intraprese una sorta di collaborazione con la giustizia. Un tentativo naufragato dopo che i magistrati scoprirono che l'ex geometra riferiva i contenuti degli interrogatori alla figlia durante i colloqui in carcere e che stava tentando una sorta di depistaggio delle indagini.

Agli inquirenti sostanzialmente Lipari ha riferito di avere saputo dal medico mafioso Antonino Cinà del papello, il documento con le richieste del boss Totò Riina allo Stato. "Mi disse - ha detto ai pm - che erano le richieste per far finire le stragi. Cinà mi disse che l'aveva avuto da Riina, non so chi l'avesse compilato. C'era scritto di limitare gli ergastoli, il 41 bis, il sequestro dei beni".

Secondo il racconto di Lipari, il papello venne lasciato da Cinà nella portineria di Vito Ciancimino e l'ex sindaco, poi, lo prese e lo fece avere all'ex braccio destro di Mori, l'allora capitano del Ros Giuseppe De Donno. Il particolare l'ex geometra l'avrebbe appreso, oltre che da Cinà, dallo stesso Ciancimino che avrebbe incontrato all'hotel Plaza, a Roma, nel dicembre del 1992.

A parlare della trattativa a Lipari, oltre all'ex sindaco e Cinà, sarebbe stato pure il boss Bernardo Provenzano. Confermando quanto già dichiarato ai pm nel 2002, Lipari ha detto di avere incontrato Provenzano nel '93 e di avere saputo da lui che "non poteva essere solo un'azione fatta dagli ufficiali, ma che c'erano altre persone delle Istituzioni. Lui (il capomafia n.d.r.) faceva riferimento ai Servizi Segreti".

31/03/2010 da la Siciliaweb.it

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