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Rissa nel Pdl a Milano. Il ministro La Russa presente stravolta non prende per la collottola nessuno. E minimizza

Apprendiamo dal Corriereonline di questo match dentro il Pdl milanese. La Russa c’era ma non ha visto nulla. Anzi minimizza. Ma che carini tutti quanti…

«Sarà stata «mezza sberla», come minimizza il ministro Ignazio La Russa. Ma ne è stato informato anche il premier Silvio Berlusconi che, stando a quelli che poi lo hanno sentito, non sarebbe stato contento dell’episodio. Il match avvenuto in viale Monza, che ha avuto per protagonisti il consigliere provinciale Gianni Stornaiuolo e il responsabile dell’organizzazione Doriano Riparbelli, ha lasciato imbarazzi e strascichi polemici. Riparbelli, l’aggredito, continua a tenere la bocca cucita. L’altra sera, però, è andato ad Arcore insieme al fidato consigliere del premier, Giancarlo Serafini, per riferire su quanto accaduto. Berlusconi avrebbe raccomandato di non dare risalto alla vicenda: anche perché, come lui stesso ha ammesso sfogandosi durante il pranzo di domenica per i 90 anni di Don Verzè, già al partito non hanno fatto buona pubblicità le vicende legate agli arresti di alcuni amministratori locali e il pasticcio sulle liste. Figuriamoci le risse.

Il ministro Ignazio La Russa, presente l’altra sera nella sede del Pdl di viale Monza anche se in una stanza diversa da quella trasformatasi in un ring, getta secchiate d’acqua sul fuoco: «Non c’è nulla di politico in quella vicenda, sono cose personali fra di loro». In realtà, stando alle ricostruzioni, l’alterco sarebbe stato scatenato da un rimprovero mosso proprio da La Russa sull’organizzazione di gazebo elettorali e della manifestazione del 25 marzo prossimo. «Assolutamente no — insiste il ministro — anche perché mi sono informato e mi risulta che i due si siano già chiariti e abbiano fatto pace. Sono questioni di sottobosco che non mi interessano e che non minano assolutamente l’unità del partito». Su questo, La Russa è categorico: «Lavoriamo in totale armonia con il coordinatore Guido Podestà e l’alleanza con il presidente Formigoni è saldissima». Anche Podestà, dal canto suo, sceglie la linea del basso profilo pur ammettendo che «all’interno di un partito ci possono essere momenti di tensione, soprattutto quando scatta il naturale nervosismo pre-elettorale». A chi però legge questo episodio come l’ennesima prova del fatto che la fusione fra An e Fi in Lombardia non sia ancora perfettamente riuscita e che ci sia qualche protagonismo di troppo da tenere a bada, Podestà replica seccamente: «Il processo di integrazione va avanti e quanto accaduto l’altra sera è già stato dimenticato».

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