Da Redattoree Sociale ricevo questa denuncia:
ROMA – Hanno tempo fino al 15 marzo per trovare una sistemazione da soli, altrimenti possono far domanda per tornare in Romania, sempre che venga accettata: in poche parole, da lunedì prossimo saranno per strada. Per alcuni dei rom romeni sgomberati da Casilino 700 e dall’insediamento di via degli Angeli che attualmente alloggiano presso il Centro di prima accoglienza di via Amarilli, il Comune di Roma non ha previsto altro futuro che quello contenuto in una missiva inviata ai responsabili del Centro. Con data 19 febbraio 2010, numero di protocollo 9869 e firma del direttore del V Dipartimento per le Politiche sociali del Comune, Angelo Scozzafava, la lettera riporta quanto segue. “Si prega di comunicare agli ospiti di nazionalità romena presenti presso la struttura sita in via Amarilli che il periodo di accoglienza terminerà il giorno 15 marzo 2010. Gli stessi ospiti sono tenuti a trovarsi autonomamente una sistemazione alternativa o recarsi presso l’ufficio immigrazione in via Assisi 39 per poter usufruire del servizio di rientro in Romania”.
Il centro, situato in una traversa di via Tor Cervara, nel VII Municipio della capitale, ospita diverse famiglie con bambini provenienti dagli sgomberi effettuati alla fine dello scorso anno. Per loro non ci sono container nei campi attrezzati, neanche nelle previsioni per i nuovi campi da costruire. L’unica soluzione alternativa è la possibilità data dal Comune di Roma di poter usufruire di un servizio che permette ai romeni di poter tornare in Romania con il rimborso completo del biglietto del viaggio. Un servizio che, come ha documentato Redattore Sociale, dal 2007 ad oggi ha dato la possibilità di tornare in patria a oltre mille romeni (Vedi lancio del 20/01/2010) coprendo le spese di viaggio e eventuali pasti grazie a donazioni di sponsor privati, con cui il Comune riesce a raccogliere per ogni anno circa 100 mila euro.
Diversa la sorte di un altro gruppo di rom presenti nella struttura. Per loro il Comune ha assicurato un diverso trattamento. Nel Centro, infatti, soggiornano anche una decina di famiglie provenienti dal Casilino 900, circa 60 persone montenegrine a cui è stata data la possibilità di risiedere nella struttura al massimo fino a dicembre, almeno fino a quando non sarà pronto un campo con i container dove trasferire le persone. Una differenza notevole, quindi, sia rispetto al tempo di permanenza nella struttura, sia per quanto riguarda la possibilità di un alloggio, che sia anche un container, evitando la possibilità di finire per strada. (ga)
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