Terza domenica di carriole all’Aquila
domenica, 14 Marzo, 2010L’Aquila si scaglia contro la cricca. «Rimuoveremo noi le macerie»
Inviato da redazione il Dom, 14/03/2010 – 11:30
Angelo Venti da L’Aquila
TERREMOTO. Per la terza domenica consecutiva gli sfollati protestano contro la gestione Bertolaso. A quasi un anno dal sisma, piazze, strade e vicoli del centro storico sono ancora occupati da montagne di detriti. Senza motivo.
Non c’è due senza tre. Così per la terza domenica consecutiva migliaia di aquilani invadono di nuovo il centro storico e – armati di carriole, pale e picconi – rimuovono le macerie che ostruiscono ancora, dopo quasi un anno, le piazze e le strade.
A innescare la presa di coscienza degli sfollati – rimasti dal giorno del sisma attoniti spettatori del potere assoluto e senza controllo esercitato in tutto il cratere dalla Protezione civile – è stata l’intercettazione delle risate degli sciacalli nell’ambito dell’inchiesta sul G8 della Maddalena. Risate che hanno scosso le coscienze e scatenato un moto di rabbia tra la popolazione. E così “Quelli che la notte del 6 aprile non ridevano” hanno cominciato con l’invadere la zona rossa, interdetta dalla Protezione civile agli stessi residenti: appena un centinaio di persone che inscenarono a piazza Palazzo la riconsegna simbolica delle chiavi delle proprie abitazioni. Dalla domenica successiva, i manifestanti sono tornati a forzare i blocchi nella zona rossa in numero sempre maggiore – ormai sono migliaia – con la parola d’ordine “Riprendiamoci la città” e indicando la soluzione per superare l’ostacolo principale che blocca la ricostruzione: “rimuoviamo noi le macerie”.
Ad apparire oscuro, sulla questione macerie, è proprio il ruolo svolto dai vertici della Protezione civile. Dal giorno della scossa, in nome dell’emergenza e grazie al “Potere di ordinanza” e alla possibilità di agire in “deroga” praticamente a tutte le norme, la sua struttura di comando esercita un controllo assoluto. Gestisce appalti in deroga a tutto e senza controlli, eppure con tutti quei poteri straordinari la Protezione civile non affronta il problema principale, quello delle macerie: montagne di detriti come ipoteca su qualsiasi ipotesi di ricostruzione. Un problema enorme che Bertolaso, con il passaggio di consegne, lascia in eredità agli enti locali, privi di risorse e mezzi: rimuovere, trasportare, selezionare e smaltire milioni di metri cubi di materiali di ogni genere, equiparati che per legge ai rifiuti solidi urbani.
Gli sfollati, con le manifestazioni delle carriole, hanno avuto il merito di aver posto di nuovo l’emergenza terremoto all’attenzione nazionale, dopo che per quasi un anno le tv avevano persuaso l’Italia intera che a L’Aquila il problema era risolto e che tutti avevano avuto in tempi brevissimi una nuova casa. Ma l’assenza di una direzione capace e unitaria è il forte limite dei comitati spontanei, che rischiano così di inseguire la lepre e perdere di vista il cinghiale: sempre più spesso, infatti, si scagliano contro gli enti e i rappresentanti locali e sono abilissimi a dividersi su tutto. E il cinghiale lo ha capito: «Ritengo che il popolo delle carriole rappresenti un sentimento di disagio e preoccupazione, – dice Bertolaso – ma anche di speranza. Non c’è nulla di politico nelle loro manifestazioni, vogliono solo essere di stimolo per le autorità locali in modo che continuino il lavoro che si è fatto in questi 10 mesi».
«Siamo simbolici fino a un certo punto – si legge in una nota – domenica scorsa abbiamo differenziato circa 40 tonnellate di materiale da recuperare o riciclare e inviato alla discarica 10 tonnellate di sterro indifferenziato».
A dare una mano all’iniziativa sono arrivati da Bellante (Teramo) anche un trattore e un miniescavatore, di proprietà di un consorzio agricolo abruzzese. Lo staff di Agriservice vuole fornire un aiuto concreto ai terremotati. «È tradizione dalle nostre parti – ha spiegato Roberto Rosati, presidente del consorzio Agriservice – che quando un agricoltore si trova in difficoltà, magari perché il raccolto è andato male o c’è stato un incendio del fienile, gli altri si mettano insieme per aiutarlo». Rosati evoca qualcosa di simile alla tradizione sarda de «sa paradura», dove ogni pastore dona una pecora al collega che ha perso il gregge. «Qui in difficoltà c’è una città – ha aggiunto – per questo abbiamo voluto dare il nostro contributo». Ma i trattori sono rimasti bloccati alla villa Comunale, ai margini della zona rossa, perchè manca l’autorizzazione e lo staff di Agriservice ha potuto dare il proprio aiuto alla causa delle carriole solo con pale e secchi.
Intanto il comitato «3e32» risponde alle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi dal capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, il quale, nel corso di una visita a L’Aquila, aveva detto che «chi pensa che con una carriola si possa portare via tutto, sbaglia». Secondo il comitato, «la Protezione Civile ha ostacolato la partecipazione dei cittadini alla ricostruzione, vietando le assemblee e il volantinaggio nelle tendopoli e favorendo lo spopolamento del territorio».
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