Dal blog Megamodo riprendo questa segnalazione del documentario sul terremmoto dell’Aquila e sulla Protezione Civile “Comando e controllo” che sarà proiettato oggi a New York.
Comando e controllo, a New York il documentario sul dopoterremoto a L’Aquila
Verrà presentato a New York il 6 aprile prossimo ‘Comando e  Controllo’, un documentario che racconta come si vive in uno Stato di  Emergenza. A partire dall’esperienza dell’Aquila dopo il terremoto del 6  aprile 2009, si analizza l’operato in deroga alle norme vigenti da  parte del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, si racconta la  storia del Dipartimento, si mostra come abbia operato sul territorio  aquilano. Con un ferreo controllo della stampa, dell’informazione e dei  cittadini. Con la costruzione di 4.500 appartamenti ex novo, non per  tutti e decontestualizzati dal preesistente tessuto sociale. Con appalti  e subappalti in deroga. E’ il capitalismo dei disastri che si fonda  sulla definizione dello stato di emergenza.
In Italia, l’emergenza si sta allargando a tutto il normale vivere  democratico. E tutto il normale vivere democratico può essere gestito  “in deroga”. Il titolo, Comando e Controllo, non è una fantasia  dietrologica per gridare al complotto. Deriva dal nome che la Protezione  Civile ha dato al suo quartier generale all’Aquila: Di.Coma.C. –  Direzione di Comando e Controllo.
Nell’introduzione viene proposto il “film” Miracolo Aquilano. Proviene  da un televisore sintonizzato su un canale morto; un televisore che  parla a due perfetti spettatori medi della televisione italiana con una  voce calda e rassicurante. E parla del miracolo dell’Aquila post  terremoto.
Ma la realtà è un’altra cosa. La premessa racconta l’uso della  propaganda e del controllo dell’informazione. Poi si procede come per  un’inchiesta. Il primo indizio: le rassicurazioni agli aquilani  nonostante quattro mesi di sciame sismico. Il secondo indizio: la  protezione civile nasce, cresce, si evolve. Il terzo indizio: arrivano i  soccorsi, si disgrega il tessuto sociale, si costruiscono le C.A.S.E.  Il quarto indizio: lo straordinario potere di chi decreta lo stato  d’emergenza. E la santificazione.
Mettere insieme gli indizi, nonostante il risveglio della popolazione  aquilana dopo che il Dipartimento della Protezione Civile ha lasciato il  territorio, porta a un quadro nazionale di gestione del potere e della  cosa pubblica. Un quadro desolante. E senza speranza.
‘Comando e Controllo’ è il nuovo documentario targato iK, prodotto da  Fulvio Nebbia e scritto e diretto da Alberto Puliafito, giovane  filmmaker torinese, reduce dal documentario ‘Yes we camp’. ” ‘Comando e  Controllo’ non è un film che dà speranza. E’ un film che racconta e  mette in guardia. E’ un film politico, ed è, decisamente, un film  “contro”. Contro un modo di pensare la cosa pubblica, l’emergenza, lo  sviluppo sociale, la società tutta. E’ un film contro il neoliberismo e  il capitalismo dei disastri. E’ un film che rivendica il diritto di  critica. Si basa su una lunga ricerca, su confronto e analisi di testi e  leggi, su una quantità enorme di testimonianze, raccolte in oltre 200  ore di materiale filmato. Comando e Controllo è un film cupo, persino  quando strappa un sorriso. Perfettamente in linea con i nostri tempi.”,  racconta Puliato. E’ un racconto corale, lucido e puntuale, della deriva  autoritaria della gestione del potere in Italia attraverso le emergenze  e le trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel Dipartimento  Nazionale della Protezione Civile, partendo dalla gestione del dopo  terremoto all’Aquila, dalla mancata ricostruzione (a quasi un anno dal  sisma) e della costruzione (immediata) da zero delle controverse  C.A.S.E. di Berlusconi.
E’ la continuazione ideale di ‘Yes We Camp’, che costituisce il  presupposto ideale di Comando e Controllo. Puliafito ha vissuto 8 mesi  all’Aquila, prima in tenda e poi ospite di una famiglia aquilana che  aveva costruito nel proprio cortile delle case di legno, a stretto  contatto con la realtà raccontata. Questo gli permette di offrire un  punto di vista unico, ampio e lontano da quello “ufficiale” dei grandi  mezzi di comunicazione, in primis la televisione.
L’esperienza aquilana ha permesso di seguire da vicino le vicende del  post terremoto, fianco a fianco con la popolazione abruzzese, fino alla  nascita del cosiddetto “popolo delle carriole”, che ha riportato  l’attenzione sulla mancata ricostruzione reale dell’Aquila a fronte di  una lunga e martellante ricostruzione mediatica. A questo si sono  affiancati gli sviluppi delle vicende legate al Dipartimento Nazionale  della Protezione Civile, dal controllo sull’informazione al tentativo di  creazione di Protezione Civile Servizi S.p.A., ambigua creatura di  diritto privato che è stata bloccata in seguito agli scandali emersi  dalle indagini sul G8 della Maddalena. 
Questa però non è una storia che riguarda solo l’Aquila. È la storia  di un modello di gestione del potere autoritario, ma dal   volto gentile  che si sta imponendo in Italia. Un potere che può agire in deroga alle  leggi dello Stato per un terremoto così come per il Campionato Mondiale  di Nuoto, per le emergenze e per i grandi eventi, dietro ai quali girano  una montagna di soldi e interessi. Un potere assoluto, com’è stato  definito, che sta rapidamente e silenziosamente erodendo spazi  importanti di democrazia.
Nel documentario intervengono, tra gli altri: cittadini aquilani, Angelo  Venti (giornalista dell’associazione Libera), Manuele Bonaccorsi  (giornalista di Left), Giuseppe Zamberletti (ispiratore della Protezione  Civile così com’è nata nel 1992), Enzo Boschi (Presidente dell’Istituto  Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Bernardo De Bernardinis  (Dipartimento Nazionale di Protezione Civile), Patrizio Losi (volontario  di Protezione Civile Lombardia), Raffaele Colapietra (storico  aquilano), Anna Pacifica Colasacco (blogger aquilana), Simona  Giannangeli (avvocato), Antonio Valentini (avvocato).
La prima proiezione pubblica di Comando e Controllo si terrà a New York  il 6 aprile 2010 presso il Global Studies of the Eugene Lang College,  The New School of Liberal Arts, Room 501, 66 West 12th Street (btw 5th  and 6th Avenue) – nel centro di Manhattan – alle ore 18.00.

