Informazioni che faticano a trovare spazio

Duecentomila adesioni a Valigia blu. E sabato manifestazione sotto la Rai

 Valigia blu non molla Minzolini e la Rai. Le adesioni all’appelklo contro le menzogne del Tg1 di Minzolini – prescrizione e non assoluzione di Mills e Berlusconi – sono ormai quasaiu 200 mila. Raccolte su Facebook annunciano un appun tramento per sabato alle 11 di frongte alla Rai di viale Mazzini. Nel sito online oltre al manifesto e alla lettera di Arianna Ciccone a Garimberti, c’è anche un articolo di Giovanna Zucconi sulla ‘curà delle parole:  “Nulla è più rivoluzionario, oggi, che rispettare le parole. Riprendiamocele, le parole, maneggiamole con cautela, brandiamole con il rispetto che meritano. Che meritiamo”. Perché “prescrizione non è assoluzione” non è solo una questione terminologica.

Valigia blu è il movimento nato da ‘La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini’, in un mese e mezzo ha supewrato su Fb 196 mila adesioni. L’annuncio della mobilitazione è stato dato con la lettera che Arianna Ciccone, responsabile de ‘La Valigia Blù e anima del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, ha inviato al presidente della Rai Paolo Garimberti. Vi si legge: “Più volte vi abbiamo scritto via mail e cercato al telefono. Chiedendo di essere ricevuti o di avere una risposta. Ma ci ha avvolto solo uno stupefacente silenzio misto a indifferenza”. Nella lettera la Ciccone rievoca la giornata del 5 marzo, quando è stata ricevuta in Rai. “La posizione del dott. Paglia  –  responsabile delle relazioni esterne Rai – è stata: la notizia corretta è stata data successivamente. Ma come può capire non basta dare la notizia correttamente. Bisognava fare riferimento all’errore e magari scusarsi con i telespettatori”.

Ad oggi l’impegno di ‘Valigia Blù si spinge oltre la richiesta di rettifica. “Sappiamo benissimo, a questo punto, che la rettifica non verrà mai più data”, scrive la Ciccone. “Ma quello che non riusciamo ad accettare è il vostro silenzio nei nostri confronti. Nè lei nè Zavoli nè il direttore Minzolini avete ritenuto opportuno degnare 196mila cittadini di una risposta. Perché? 196mila cittadini non valgono niente? Non sono niente? Non hanno diritto a essere presi in considerazione?”. E ancora: “Quello che sta avvenendo alla Rai ci preoccupa molto. La nostra lotta è il simbolo di una richiesta sempre più pressante da parte dei cittadini: una Rai e un’informazione pubblica libera dai partiti e che sia garanzia di tutti i cittadini. E dia spazio alla pluralità delle voci. Sempre”.
Poi l’annuncio della manifestazione: “Non servirà a niente, vista l’arroganza con cui il potere continua a trattarci, ma sabato 10 aprile alle ore 11.00 saremo di nuovo a Roma. E altre persone simbolicamente davanti ad altre sedi Rai regionali. Per dirvi che esistiamo. Che non assisteremo alla morte lenta della Rai senza fare niente”. Un annuncio che si conclude con una proposta: “Vogliamo una Tv pubblica modello BBC. Destra, sinistra e centro stanno distruggendo la (ex?) più grande azienda culturale del paese”.

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