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Enzo Baldoni, i resti sono i suoi. Il fratello: ma per sei anni che ha fatto lo Stato italiano?

Ci sono voluti sei anni per riavere i resti di Enzo Baldoni, il giornalista indipendente ucciso dall’esercito islamico in Iraq.
Arrivati venti giorni fa e affidati ai gtecnici del Ris i frestgi ora hanno permesso un responso positivo che èp stato raggiuntgo nei laboratori dell’Istituto di medicina legale della Sapienza. Quelli sono effettivamente i resti di Enzo.
Secondo i carabinieri del Ros sarebbero stati individuati anche gli esecutori dell’omicidio. La conclusione delle indagini che si dilungavano nel tempo è dipesa da un’accelerazione voluta negliultimi mesi dal pm Saviotti e dal colonnello Macilenti del Ros. L’esito lascia però l’amaro in bocca, almeno così sono suonate le parole del fratello dell’ucciso, Sandro Baldoni. “Per sei anni cosa hanno fatto? – si è chiesto il fratello di Enzo -. Chi se ne è occupato da allora?”.
Enzo Baldoni era un giornalista irregolare, lo scenario che lo riguarda è un po’ lo stesso che abbiamo rivissuto in questi giorni con i tre volontari di Emergency, da un lato questi cercatori di verità e dall’altro un governo che appare imbarazzato (per usare un eufemismo) nel doversi occupare di simili personaggi. Ecco perché sono passati oltre duemila giorni dall’omicidio di un giornalista scomodo per il quale poi non sono mai stati mostrati i muscoli.
Un saluto comunque a sua moglie Giusy che in tutti questi anni non si è fatta smobilitare e che ha tenuto duro.

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