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Massimo Ciancimino e il signor Franco…

Chi è il misterioso signor Franco che torna e ritorna nelle memorie di Massimo Ciancimino, appena arrivate in libreria nel libro “Don Vito” scritto a quattro mani col giornalista della Stampa Francesco La Licata?
Il libro inizia con il capitolo dedicato a ‘La perdita dell’innocenza‘, quando Massimo Ciancimino, seduto nella sala di un barbiere di via Sciuti a Palermo, dove aspettava che il padre terminasse di fare la barba. Quella mattina «me ne stavo seduto nel salottino d’attesa mentre mio padre si faceva insaponare il volto -racconta Massimo Ciancimino- ingannavo l’attesa sfogliando una rivista illustrata».
L’attenzione di Ciancimino jr. si ferma ad un servizio dedicato ai grandi latitanti della mafia con foto di Totò Riina e di altri mafiosi. «Ricordo che il giornale cercava di ricostruire al computer il volto di uno dei mafiosi più celebrati e nello stesso tempo sconosciuti – scrive Ciancimino partendo dall’unica foto esistente che ritraeva il boss».
Si tratta di un disegno virtuale di Bernardo Provenzano. Massimo Ciancimino strabuzza gli occhi: «Io quel signore lo conoscevo – confessa – e lo conoscevo da tempo: per me era il l’ingegner Lo Verde, un uomo che mio padre frequentava da anni. Un amico, una persona di famiglia di cui mio padre si fidava».
Inizia così il racconto di Massimo Ciancimino sulla sua infanzia trascorsa, durante le vacanze ma anche in altre occasioni, con l’allora boss latitante Bernardo Provenzano: «Quell’uomo mite che mi dava buffetti sulle guance -ricorda- e mi invitava ad essere ubbidiente con papà».  
Massimo Ciancimino, sulla strada di ritorno, chiede al padre se davvero l’ingegner Lo Verde è proprio Provenzano. «Non disse né sì né no – dice – ma era chiaro che mi stava dando ragione».
Nel suo racconto, Massimo Ciancimino parla dell’infanzia del padre Vito Ciancimino a Corleone, della conoscenza con Bernardo Provenzano. Ma poi l’attenzione passa al ’signor Franco’. «Identità evanescente e inafferrabile». Come ha più volte detto Massimo Ciancimino nelle sue deposizioni, il ’signor Franco’ sarebbe un esponente «importante» dei servizi segreti, che avrebbe avuto rapporti con Bernardo Provenzano ma anche con la politica.
E di nuovo il signor Franco torna per il caso Moro. «Anche i tradizionali punti di mio padre – racconta Massimo dimostravano contrarietà al progetto di liberazione di Aldo Moro. Lui aveva condiviso le notizie in suo possesso sia con il signor Franco sia con l’amico Provenzano ed entrambi gli consigliarono di non andare oltre e di fermare l’operazione. Analogo consiglio gli giunse da ambienti della Gladio».

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