Informazioni che faticano a trovare spazio

Emergenza sanitaria per i rifugiati politici

Dal Corriere online dell’11 maggio:

IMMIGRAZIONE & ACCOGLIENZA

Emergenza sanitaria per i rifugiati politici
Quasi tutti (93%) senza fissa dimora

Nei dati raccolti dai «Medici per i diritti umani» a Roma il 21% soffre di malattie all’apparato respiratorio

ROMA – A Roma esistono 22 centri di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati. Nel 2008 sono stati accolti 1.435 stranieri, 381 afghani, 178 eritrei, 107 dalla Guinea, 65 ivoriani, 569 iracheni e 43 fra etiopi e nigeriani. A novembre 2009 risultano essere 3.426 le persone in attesa di essere accolte in una delle 22 strutture di romane. Da ottobre un presidio fisso Medu nella «buca» di Ostiense monitora il caso dei profughi afghani.
LA SITUAZIONE DEI PROFUGHI AFGHANI – Sono stati visitati 567 pazienti (99% uomini) di cui il 23,1% minori. Il 5,7% è richiedente asilo, il 27,6% ha un permesso di soggiorno provvisorio, il 3,9% lo status di rifugiato, lo 0,8% un avviso di espulsione e il 9,1% è destinatario di un provvedimento di respingimento in Grecia. Il 93% dei visitati dichiara di essere senza fissa dimora e solo il 2% di essere accolto in una struttura di accoglienza. Diverse le patologie di cui soffrono i profughi anche se la maggior parte di loro (21%) soffre di malattie all’apparato respiratorio. Sono i dati raccolti e presentati martedì mattina dai Medici per i diritti umani sul caso dei rifugiati politici afghani che dal 2006 trovano rifugio nel quartiere Ostiense. I numeri dell’emergenza socio-sanitaria sono stati illustrati martedì mattina in una conferenza stampa al Senato, dal presidente del Municipio XI, Andrea Catarci, dal Coordinatore generale dei medici Medu, Alberto Barbieri e dagli esponenti della Rete di tutela dei rifugiati afgani della città di Roma.
CENTRO DI INFORMAZIONE – «Le politiche sociali del Comune devono invertire la rotta e invito Alemanno a non fare lo struzzo che mette la testa sotto la sabbia e a venire per vedere cosa succede all’Ostiense – ha detto Catarci – oggi lanciamo l’ennesimo appello al Sindaco. È necessaria la realizzazione sul territorio di un centro di informazione, prima accoglienza e orientamento creato in collaborazione con le associazioni che da anni seguono questa vicenda». La vicenda dei profughi afghani nasce nel 2006 quando alcuni di loro cominciano a stazionare nel quartiere Ostiense tra l’abbandonato Air Terminal prima e la «buca» di via Capitan Bavastro poi. Per anni gli afghani hanno sostato, assistiti dai volontari, nel territorio anche grazie all’assistenza dei cittadini. Il 23 aprile scorso però una rissa scoppiata all’interno dell’accampamento ha riportato all’attenzione pubblica la situazione dei profughi.
IL CALENDARIO – La Rete dei volontari si è mobilitata e, oltre alla conferenza di oggi ha calendarizzato un incontro nel mese di giugno per chiedere alle istituzioni «l’assunzione delle proprie responsabilità e delle rispettive competenze per una vicenda che riguarda la città di Roma e per avere risposte certe sui provvedimenti che si adottano nei confronti di questi rifugiati». Oggi nei pressi della «buca» di Capitan Bavastro ci sono circa 100 persone mentre altre 50 sono ospitate, fino al 30 giugno, al Forlanini, molti sono minori. Catarci poi è tornato ad attaccare il consigliere comunale di maggioranza Samuele Piccolo reo secondo il presidente del Municipio XI di «creare, attraverso la stampa, attriti tra i cittadini e gli afgani». Infine Barbieri ha affermato «è un caso esemplare della non accoglienza. Viene fatta intorno a questa storia una cattiva informazione che alimenta tensioni e si continua a non fare una politica seria di accoglienza»

11 maggio 2010

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