Non vi dimentichiamo desaparecidos. Davanti a questa scritta si è tenuto ieri a Roma, nella casa valdese, l’incontro per il processo Podlech e il desaparecido cileno Omar Venturelli promosso da Associazione 24 marzo, Anpi e Associazione culturale lalottacontinua. Un’occasione non solo per fare il punto sul processo che in mattinata aveva registrato una nuova udienza (la prossima il 18 giugno) ma anche per mettere meglio a fuoco un fenomeno come quello dello sterminio degli oppositori politici e della loro “scomparsa” coatta che continua come una metastasi a mietere vittime in America Latina.
E’ stata infatti la giornalista del Gr Rai Cecilia Rinaldini a ricordare le situazioni attuali di Colombia, dove la cifra di “desaparecidos” in questi ultimi anni arriva a 36 mila casi, e l’Honduras. All’incontro era presente anche il parlamentare del Pd, eletto in America Latina, Fabio Porta che ha assicurato di voler portare tra le file dei deputati i problemi emersi ieri, in bilico tra passato e presente.
Il passato è nella storia del cileno Omar Venturelli fatto sparire nel carcere di Temuco nell’ottobre del 1973, sotto la frespoonsaabilità del giudice Alfonso Podlech (nella foto a sinistra). Il presente è stato nelle parole dei due testimoni sentiti in aula, i cileni Victor Maturana e Carlos Lopez. Maturana, militante allora del Mir, ha ricordato la necessità di occuparsi di quel che è successo allora, un impegno che gli ha visto fare 17 mila km per venire dalla lontana Temuco (città del sud cileno a 670 km da Santiago) a Roma per inchiodare alle sue responsabilità di giudice torturatore Alfonso Podlech (nella foto accanto un monmdento dell’udienza di ieri). Maturana ha detto che non è stato facile tornare su quelle torture subite ma che bisognava farlo. Analoghi concetti da parte di Carlos Lopez, che dal 1976 vive a Parigi. Maturana ha anche rivelato che nelle stesse zone del sud dove gli oppositori di allora comne Omar Venturelli si battevano contro il latifondismo e a favore deio mapuche, q uesti ultimi sono di nuovo sotto processo per le lotte di oggi.
Molto toccante l’intervento di Pacita Venturelli, restata orfana del padre nel ’73 quando aveva solo due anni. Pacita ha ricordato la fatica che comporta seguire questi processi, per i quali bisogna impegnarsi anche nelle incombenze minori come il trovare ogni volta da dormire ai testimoni. Pacita ha ricordato anche però gli attentati di cui sua madre e lei stessa sono state oggetto appena arrivate in Italia, come le due bombe che le furono messe alla porta di casa a Palermo.
L’’avvocato Marcello Gentili si è soffermato sul peso che ha avuto l’udienza del mattino, dove – ha detto – è stata confermata una volta per tutte la stretta correlazione che c’era tra le torture e le deposizioni successive di fronte al giudice istruttore Podlech. La deposizione di Maturana ha in questo senso messo un punto fermo e definitivo sul ruolo svolto dasl “fiscal” di Temuco.
Tra gli intervenuti poi Paolo Cento di Sinistra Ecologia e Libertà, Maria Ines Bussi nipote di Salvador Allende e Jorge Ithurburu dell’associazione 24 marzo che segue i processi per i desaparecidos argentini.
Ithurburu ha ricordato le difficoltà di questi processi come quello Massera in corso: per la prossima udienza del 3 giugno in cui dovranno essere ascoltati otto testimoni non si mettono a disposizione da parte dell’ambasciata italiana a Buenos Aires i biglietti del volo. Ithurburu ha anche ricordato l’iniziativa di sostegno che si terrà il 3 giugno alla Biblioteca Rispoli con un dibattito insieme ai testimoni argentini coordinato da Cecilia Rinaldini. Nell’occasione sarà proiettato il breve filmato di Daniele Cini “La sirena”. Tra i testimoni argentini prevista la presenza di Pablo Diaz, uno dei liceali sopravvissuti alla mattanza degli studenti raccontata nel film “La notte delle matite spezzate”.
In apertura il pastore valdese Antonio Adamo aveva portato un lungo saluto soffermandosi sui valori della riconciliazione, riconciliazione che in questo caso è ancora lontana dall’essere raggiunta.
Durante l’incontro è stato effettuato un collegamento Skype con Temuco.
Lo scrivente che coordinava l’incontro ha invitato tutti i presenti a seguire le prossime udienze del processo, dandosi appuntamento al 18 giugno. Per quella giornata sarà probabilmente organizzato un nuovo incontro. Il processo si tiene a piazzale Clldio, nell’edificio B del tribunale, al I piano.
Paolo Brogi
P.S: oggi l’Unità ha dedicato due pagine al tema dei “desaparecidos” citando l’iniziativa per il processo Podlech. Ringraziamo il giornalista Giovanni Maria Bellu.