Informazioni che faticano a trovare spazio

Iran libero. Il 12 una mostra e un concerto

12 giugno 2010 – Roma

VOCI PER L’IRAN
una mostra fotografica e un concerto

Asiaticafilmmediale organizza

Opening alle 18:00
mostra fotografica
“L’Onda Verde – la speranza, la protesta, la repressione”
alla galleria Hofficina d’Arte
via del Vantaggio

con la proiezione in anteprima del documentario
“Iran about”
di Emilio Casalini

dalle 21:30
Concerto di musica Rap iraniana
con Shahin Najafi, Abjeez e Karma
sul palco dell’ Alpheus
via del Commercio a Testaccio
ingresso gratuito

VOCI PER L’IRAN

Il 12 giugno di un anno fa si svolgono in Iran le elezioni presidenziali che portano ad un risultato immediatamente contestato da larga parte del paese. Nei giorni che seguono, si tengono le prime grandi manifestazioni del cosiddetto Movimento Verde che discute il risultato elettorale. Da allora, nel corso di questi dodici mesi non si sono mai interrotte le proteste contro il nuovo governo e si sono succedute manifestazioni di massa nelle piazze di Teheran e di altre città iraniane. L’autorità ha risposto con la repressione, subito scatenata contro ogni forma di opposizione.

Ad un anno da quelle elezioni, un gruppo di associazioni quali “United 4 Iran”, “Iran Human Rights” “Studenti e attivisti per l’Iran di Roma”, “Amnesty International”, “Un Ponte della Memoria”, “Anpi”, insieme ad “Asiaticafilmmediale”, sta organizzando dal 12 al 20 giugno, manifestazioni, mostre, conferenze, proiezioni e un concerto con la partecipazione anche di Libera, Flare,Terra del Fuoco e altre realtà. (Conferenza stampa 11 giugno ore 11,30 Sala Nassyria Palazzo Madama)

Con le manifestazioni che si svolgeranno a Roma in questi giorni di giugno, le associazioni promotrici intendono denunciare le violazioni dei diritti umani e offrire solidarietà civile agli uomini e alle donne del Movimento Verde e di quella parte della società iraniana che paga con detenzioni, violenze e uccisioni la propria domanda di giustizia e di democrazia.

Sabato 12 giugno, sono state annunciate manifestazioni in difesa dei diritti umani in Iran, in ben oltre 100 città di ogni parte del mondo. A Roma, Asiaticafilmmediale organizza una mostra fotografica e un concerto. La mostra fotografica “L’Onda Verde – la speranza, la protesta, la repressione” racconta i momenti della speranza e della candidatura riformista di Moussavi alle elezioni presidenziali del 2009; i momenti della protesta del Movimento Verde, iniziata subito dopo lo spoglio dei voti di quelle controverse elezioni; e i momenti della repressione che ancora continua.
La mostra raccoglie per la prima volta in Italia le foto proibite dal regime di sette dei fotografi iraniani più noti tra cui Reza Ganji, Javad Montazeri, Javad Moghimi, Ali Oghazyan, Hassan Sarbakhshian, Mor Teza e FotoreporterX. Alcuni degli autori di queste immagini continuano ad essere perseguitati, finiti in carcere e rilasciati in attesa di giudizio. Altri sono stati costretti all’esilio. Luogo della mostra la galleria Hofficinad’Arte, una nota galleria romana di via del Vantaggio. In anteprima verrà priettato il documentario “Iran about” di Emilio Casalini. Uno sguardo sull’Iran attuale.
Opening alle 18.00..
Nello stesso giorno, dalle 21.30 di musica Rap iraniana con Shahin Najafi, Abjeez e Karma che si esibiranno sul palco del Alpheus in Via del Commercio a Testaccio con ingresso gratuito. Sono invitati a proporre le loro riflessioni personalità della cultura e testimoni degli avvenimenti tutt’ora in corso.

L’ ONDA VERDE
la speranza, la protesta, la repressione
la mostra fotografica

“L’osservatore sente”, ha scritto Walter Benjamin, “il bisogno irresistibile di cercare nell’immagine quella scintilla magari minima di caso, di hic e nunc, con cui la realtà ha folgorato il carattere dell’immagine”

Le trentotto fotografie scattate da sette tra i più rinomati fotoreporter iraniani – riunite per la prima volta in questa occasione – mostrano la realtà di una società, quella iraniana delle elezioni presidenziali di un anno fa, decisa e capace di elaborare i cambiamenti necessari al ripristino dei diritti umani, alla giustizia. Al diritto di un futuro di pace e libertà.

Alcune di queste foto hanno illustrato le copertine di Newsweek, Der Spiegel, Time, Figarò e hanno avuto un ruolo fondamentale nel sistema dei media raccontando fatti difficilissimi da documentare attraverso la macchina fotografica, le telecamere e in ogni altra forma. Nelle foto la cronaca delle manifestazioni, i momenti della speranza collettiva, della protesta dilagata nelle piazze, delle battaglie di strada, della repressione, i
volti di migliaia di giovani, di donne, di iraniani che hanno offerto al mondo uno straordinario esempio di partecipazione e che continuano a resistere alla violenza e a dimostrare contro le gravi violazioni dei loro diritti.

Gli autori di queste foto collaborano con agenzie quali Associated Press, United Press, Reuters, oltre che con agenzie di stampa nazionali, ma questo non è bastato a difenderli dalla censura e dall’azione repressiva del governo iraniano che in alcuni casi si è spinta fino al loro arresto. Nonostante la repressione, molte delle loro fotografie hanno raggiunto i mass media. Alcuni degli autori di queste immagini continuano ad essere perseguitati, finiti in carcere e rilasciati in attesa di giudizio. Altri sono stati costretti all’esilio. Gli autori di questa mostra collettiva sono: Reza Ganji, Javad Moghimi, Javad Montazeri, Mor Teza, Ali Oghazyan, Hassan Sarbakhshian, FotoreporterX.

La scelta delle immagini è il risultato di una selezione curata direttamente dagli autori. Non esaurisce la complessità tematica di ciò che è accaduto e accade in Iran, ma condensa alcuni momenti utili a chiunque senta la necessità di riflettere sulla gravità della situazione del Paese.

E’ grazie al coraggio di fotoreporter, giornalisti e militanti del movimento verde, capaci con i loro scatti – e con le immagini dei loro cellulari rimbalzate su youtube – di dare un volto alle manifestazioni oceaniche e alla repressione brutale che ha cercato di fermarle, che il pubblico di tutto il mondo ha avvertito la drammaticità degli avvenimenti.

Le immagini, ora, sono stampate nell’inconscio ottico di quella parte della comunità internazionale che non vuole smettere di solidarizzare con la battaglia dei diritti, non solo in Iran.

Le Abjeez

Le Abjeez, in persiano dialettale significa “Sorelle”, sono un gruppo guidato da Safoura e Melody Safavi, sorelle nella vita. Safoura e Melody, sono nate in Iran e cresciute in Svezia. Vivono a Stoccolma e hanno messo insieme un gruppo caleidoscopico, composto da musicisti di talento di diverso background etnico e musicale. I suoni delle Abjeez sono influenzati da una mescolanza di stili: Reggaie, Flamenco, SKA, Rock e Latino, sviluppati fino a dare vita a melodie e canzoni veramente originali.
Le parole sono umoristiche, forti e talvolta ribelli. Chi scrive è la sorella maggiore, Melody; mentre le musiche sono composte dalla sorella minore, Safoura, con l’instancabile assistenza di tutti gli altri membri del gruppo.
Le Abjeez sono uno dei gruppi che hanno scelto subito di sostenere il “Movimento Verde per la Libertà” in Iran con una canzone scritta immediatamente dopo la prima manifestazione di massa nel loro paese. Nello stesso giorno in cui Neda Aghasoltan veniva brutalmente uccisa a Teheran, il 20 giugno del 2009, loro pubblicavano su Youtube il primo video della canzone, intitolata “Byaa”.

Abbiamo chiesto alle Abjeez una dichiarazione: perché avete accettato di partecipare a questo concerto a Roma che è dedicato a sostenere il Movimento Verde i
n Iran?

Quasi tre quarti della popolazione iraniana ha meno di trent’anni e questa nuova generazione lotta per i propri diritti fondamentali, pagando un prezzo altissimo e sacrificando a volte la propria vita.
Sfortunatamente, l’attenzione del mondo verso il Movimento Verde iraniano è diminuita anche a causa della forte represssione dei manifestanti che erano l’unica fonte di notizie e di informazione, attraverso i loro cellulari e i loro blog.
Come gruppo socialmente e politicamente consapevole, noi Abjeez sentiamo di avere una responsabilità e di dover usare i nostri talenti musicali per portare l’attenzione della gente verso questo movimento pacifico, fornire supporto morale ai manifestanti e agli attivisti in lotta per la libertà nel nostro paese.
Speriamo anche di promuovere l’unità della gente iraniana e di riuscire a farle sentire la voce dei giovani iraniani nel mondo. Forse, specialmente in questo momento così critico, come donne e come uno dei pochissimi gruppi musicali femminili alternativi, possiamo trasmettere un messaggio forte e positivo, a tanti livelli e per molti aspetti diversi.
(Le Abjeez)

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