Andai a trovarlo a Ceri, un paesino etrusco-cinquecentesco vicino all’Aurelia, alle porte di Roma. Lelio Luzzatti si era rintanato lì per non vedere quelle facce di tolla che gli ricordavano, a Roma, il trattamento shock che aveva subito per quell’accusa di consumare cocaina. Lo intervistai per l’Europeo, ma fu più di un’intervista.
Rimasi qualche ora con lui, mi fece vedere il fedele pianoforte che era riuscito a incastrare in quella minuscola casetta, mi portò a pranzo in una trattoria del paese che ha un affaccio strepitoso su un canyon sotto la rupe di tufo, mi parlò bene di Walter Chiari, male di altri che non è il caso di ricordare. Con quell’accento da estremo nord molto controllato, senza grandi rancori, con signorilità, direi con swing. Ciao Lelio Luttazzi. L’intervista come uscì? Mi sembra carina. Nel suo stile.