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Alemanno, un agente penitenziario nominato garante dei detenuti

Provocazione del sindaco di Roma, Gianni Alemanno: nomina Garante dei detenuti una guardia penitenziaria. Dopo aver tenuto per mesi e mesi vuoto il posto di garante, in precedenza occupato da Gianfranco Spadaccia, ecco la novità partorita dal sindaco di Roma: un agente penitenziario a tutela dei carcerati (sotto un’immagine del corpo di Stefano Cucchi).

Sulla nomina di Vincenzo Lo Cascio registriamo questa protesta di Luigi Nieri (Sel):

Detenuti; Comune di Roma; Nieri: (Sel): “Alemanno nomina garante un funzionario della polizia penitenziaria. Un fatto inaccettabile, una provocazione”

“Diversi anni fa, in qualità di assessore capitolino, fui tra i promotori,  insieme ad alcune realtà associative, della figura del Garante dei detenuti del Comune di Roma. Si trattò della prima esperienza simile in Italia.  Un’iniziativa pensata per assicurare la tutela dei diritti delle persone private delle libertà personali, che rappresentò una delle proposte più avanzate della Giunta Veltroni sul fronte della tutela dei diritti civili. Chiamammo allora a ricoprire questo incarico Luigi Manconi,  figura autorevole, in grado di svolgere questo incarico senza condizionamenti. Apprendiamo oggi dagli organi di stampa che a svolgere questo delicato compito è stato chiamato un funzionario della polizia penitenziaria. Un fatto inconcepibile e inaccettabile, perché tradisce lo spirito di questa istituzione – è quanto dichiara Luigi Nieri, Capogruppo di Sinistra Ecologi Libertà nel Consiglio regionale del Lazio – In discussione, infatti, non è il profilo personale di Vincenzo Lo Cascio, né la polizia penitenziaria. Tuttavia il fatto che sia nominato Garante un funzionario della polizia penitenziaria è una contraddizione in termini, anche perché a Vincenzo Lo Cascio non è stato chiesto nemmeno di licenziarsi, al fine di  garantire una equidistanza tra le parti. In questo modo, dunque, si toglie forza, autorevolezza  e autonomia di giudizio a una figura che dovrebbe essere super partes. Come può pensare, Alemanno, che un detenuto possa rivolgersi a un poliziotto, magari per denunciare maltrattamenti subiti proprio dagli stessi poliziotti in carcere? E’ evidente che siamo di fronte a una provocazione, a una decisione figlia di una cultura non liberale”.

“Invitiamo dunque Alemanno, nel caso in cui non abbia già nominato il Garante, di ripensarci e ascoltare le associazioni o chi ha già lavorato alla realizzazione di questo importante progetto – conclude Nieri”.

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