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Saharawi: a 14 anni falciato dai mitra dei militari marocchini

Morire a 14 anni per una raffica di mitra sparata a bruciapelo da un soldato marocchino nel deserto solo perché sei un Saharawi. Nel Sahara Occidentale ucciso un ragazzo che cercavaq di entrare inj un campo di protesta. Altri sette sonbo rimasti feriti. Su questa brutale omicidio l’eurodeputato del Pds Guido Milano ha espresso questa protesta.

Il governo del Marocco spieghi subito cosa è successo. Le notizie che giungono dal Sahara Occidentale sono inquietanti e necessitano di chiarimenti immediati. Un ragazzino saharawi di 14 anni è stato freddato a colpi di mitra da soldati dell’esercito marocchino mentre cercava di entrare in un campo di protesta situato a est di El Aaiun. Una protesta pacifica, come tutte le azioni con cui, da 35 anni, il Fronte Polisario rivendica il proprio diritto all’autodeterminazione. Il governo marocchino spieghi senza indugio cosa è successo, perché si è deciso di reagire con la violenza alle rimostranze civili, colpendo a morte un bambino e ferendo altre sette persone

E’ la dura presa di posizione di Guido Milana, eurodeputato del Pd, membro dell’intergruppo di solidarietà per il Popolo Saharawi e vicepresidente della commissione Pesca, sulle sconcertanti notizie che arrivano in queste ore dai campi del Sahara Occidentale.

Trovo intollerabile – prosegue l’europarlamentare del Pd, che in passato ha più volte fatto visita nei campi profughi saharawi – che si sia risposto col fuoco alla protesta pacifica di migliaia di uomini, donne, anziani e bambini che stavano accampandosi presso Agdaym Izik, in pieno deserto, a 15 Km da El Aaiùn per rivendicare il diritto naturale all’esistenza del loro popolo ed a una terra natale. Pur essendo una situazione prettamente socio economica, il Marocco per decenni ha avversato i saharawi in quanto minoranza, umiliandoli, limitandoli, marginalizzandoli. Già da qualche giorno le forze marocchine tentavano di fermare l’esodo di massa con l’invio di camion, blindati ed elicotteri nei campi di protesta. L’assassinio di oggi è un fatto di gravità inaudita su cui si deve fare immediatamente chiarezza”.

In Italia – conclude Milana – tanti sono i cittadini e le associazioni che da anni sostengono la richiesta di autodeterminazione del popolo saharawi. Mi appello anche a loro affinché massicce siano la richieste di spiegazioni su quanto accaduto che arriveranno alla mail sifamaroma@ambasciatadelmarocco.it dell’ambasciata marocchina in Italia. Non possiamo più restare a guardare e tollerare le violenze che le autorità marocchine applicano da anni nei confronti dei saharawi. Non possiamo più lasciare sole le grandi organizzazione umanitarie come Amnesty International, a difendere giornalisti vittime di repressioni esagerate solo per aver denunciato la corruzione e aver criticato le autorità coloniali. Occorre oggi unirsi all’appello del Fronte Polisario per una maggiore assistenza dell’Unione Europea, a completamento e parallelamente all’Agenzia per i Rifugiati delle Nazioni Unite, per un controllo serio sulle azioni delle forze di sicurezza marocchine, già resesi protagoniste in passato di massacri perpetrati ai danni della popolazione saharawi”.

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