Informazioni che faticano a trovare spazio

Al Aaiun, la mattanza marocchina dei Saharawi: 11 morti, 723 feriti, 159 dispersi. Solidarietà da varie istituzioni italiane. Venerdi un presidio a Roma

11 morti, 723 feriti e 159 scomparsi
La città di El Aaiun  inizia a seppellire i suoi morti. El Aaiun ha seppellito i
suoi martiri il cui  numero aumenta, fino ad ora  11 persone. Venerdì a Roma alle 17 presidio di solfdarietà davanti all’ambasciata del Marocco, in via Spallanzani 8.

Undici morti dunque. In quanto ai feriti sono723 ma l’elenco non è per ora completo,
mentre quello degli scomparsi o persone che sono cercate dai genitori
e vicini ha raggiunto le 159 persone e si teme che tra loro ci siano
dei morti. Le forze marocchine hanno, inoltre  saccheggiato centinaia
de  case e negozi  e distrutto automobili appartenenti ai sahraouis.

Questo bilancio provvisorio rischia, purtroppo di appesantirsi visto
le dimensioni della barbara aggressione delle forze armate reali che
appartengono a parecchi corpi, il Distaccamento di Intervento Veloce
(DIR) richiamato dal muro della vergogna dal settore di Guelta,  de
Haouza e del sotto-settore di Amgala oltre a 6  battaglioni delle
truppe  marocchine e  della gendarmeria di guerra  oltre alle unità di
mokhaznis (guardia-mobile) e delle forze di polizia.

Le forze di aggressione marocchine  hanno utilizzato proiettili veri,
bombe lacrimogene, bastoni, sassi ed i cannoni ad acqua  contro una
popolazione civile pacifica senza difesa, composta da più di 26 000
persone in maggioranza donne, bambini e persone anziane.

Tutto ciò era stato minuziosamente  preparato dallo stato maggiore
dell’occupante, agli ordini dei più alti graduati dell’armata e in
coordinamento  con gli specialisti dei servizi di sicurezza che  hanno
grande esperienza fatta negli innumerevoli penitenziari segreti del
reame,  l’arte della tortura,  delle liquidazioni fisiche e delle
scomparse.

L’espulsione di giornalisti stranieri, venuti numerosi,
particolarmente dall’Europa per informare l’opinione pubblica  sulla
situazione di El Aaiun e dell’Accampamento di Gdeim Izik, le
espulsioni di Euro-deputati,  di deputati nazionali europei e di
rappresentanti della società civile,  erano una necessità imperiosa
per l’assassino che non può accettare la presenza di testimoni
imbarazzanti, particolarmente di quelli dell’unione europea che ha
accordato a “sua maestà” uno statuto avanzato. Un statuto che deve
essere rinforzato adesso con una medaglia, particolarmente dopo le sue
“performances ” in questo campo con il massacro di El Aaiun occupata.

Bir Lahlou, il 09 novembre 2010,

Mozione del Consiglio Comunale di Napoli

ORDINE DEL GIORNO per il CONSIGLIO COMUNALE DI NAPOLI del giorno 9.11.2010

Premesso che la città di Napoli ha rapporti di antica e fattiva
solidarietà con il popolo saharawi ed è sempre stata al suo fianco
nella rivendicazione all’indipendenza, come reiteratamente ribadito
dall’ONU per l’affermazione del diritto di questo popolo
all’autodeterminazione;

che tali sentimenti di solidarietà hanno visto l’A.C. impegnarsi
proficuamente attraverso concrete azioni, quali la concessione della
cittadinanza onoraria alla militante non violenta per i diritti umani
Aminatou Haidar, l’invio di osservatori ai processi contro attivisti
saharawi, ospitalità estiva e sostegno alle adozioni a distanza per
bambini saharawi provenienti da campi profughi, fino ad intervento in
rappresentanza del Sindaco all’Assemblea Generale della IV Commissione
della Organizzazione delle Nazioni Unite nell’ottobre scorso;

che nei giorni scorsi migliaia di saharawi hanno protestato per le
miserevoli condizioni di vita cui sono costretti e contro il
saccheggio delle risorse naturali della loro terra operate dal Marocco
in violazione del diritto internazionale, allontanandosi dalla città
di Laayoune, erigendo un campo della Dignità a 12 Km dalla capitale
con circa 10.000 persone in località Gdeim Izik;
già da alcuni giorni vi sono stati atti di repressione violenta da
parte delle forze militari marocchine per impedire ad altri cittadini
saharawi di unirsi alla protesta in corso, culminati con l’uccisione
ad un posto di blocco di un ragazzino di 14 anni, Nayem El-Gareh,
impedendo l’ingresso di giornalisti stranieri e dell’eurodeputato
Willy Meyer;

tutto ciò è culminato con l’assalto al campo alle ore 6,45 di ieri 8
novembre, con l’incendio delle tende e lo sgombro violento degli
occupanti, secondo fonti ufficiali marocchine in tale operazione vi
sarebbero stati 2 morti e 70 feriti tra le forze dell’ordine e solo 4
feriti tra i manifestanti, dati contraddetti dal fronte Polisario che
parla di numerosi morti, almeno 12, fra la popolazione civile fornendo
per uno di essi anche l’identità: Mahmoud Gargar Babba, la ridda di
informazioni e smentite anziché attenuare lo sconcerto testimonia
l’assoluta gravità del momento, anche in considerazione della montante
protesta popolare di queste ultime ore, nel mentre riprendono i
colloqui all’ONU;

SI IMPEGNA

QUINDI IL CONSIGLIO, LA GIUNTA E PER IL TRAMITE DEL SINDACO IL GOVERNO
ITALIANO A PORRE IN ESSERE OGNI AZIONE PRESSO LA COMUNITA’
INTERNAZIONALE PER RAFFREDDARE IL CONFLITTO, RIPRISTINARE LA LEGALITA’
IN ATTUAZIONE DEL CONSOLIDATO DELIBERATO DELL’ONU

(Mozione approvata all’unanimità)

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Comune di Albinea

Prot. 0010808/1.3.5

Albinea, lì 9 novembre 2010

Spett. REDAZIONE

SEDEOGGETTO: Il Comune di Albinea attraverso una delibera di Giunta
Comunale condanna l’assalto violento contro l’accampamento di Gdeim
Izik per mano delle forze di sicurezza marocchine.Dall’alba di lunedì
8 novembre le ottomila tende dell’accampamento di Gdeim Izik non ci
sono più. A partire dal 10 ottobre la tendopoli-protesta si era
progressivamente andata a formare a est della Capitale Occupata di El
Aaiun nel Marocco meridionale, ed era giunta a contenere oltre 25.000
persone provenienti da diverse parti del paese. Una protesta fondata
sin dall’inizio su rivendicazioni socio-economiche che richiamavano
all’attenzione internazionale le discriminazioni che il Popolo
Saharawi subisce nell’accesso al lavoro, alla casa, allo studio. Alla
crescente mobilitazione pacifica del popolo Saharawi ha corrisposto un
intervento di repressione brutale da parte delle forze speciali
marocchine e le tende sono state totalmente smantellate ed evacuate,
senza risparmiare nemmeno donne e bambini. Fonti di stampa del
Polisario e del Peace Reporter affermano che la violenza
dell’intervento è costata la vita a 13 vittime, a cui si sommano gli
oltre 200 feriti tra i Saharawi. Va ricordato che tra le due forze in
campo una sola era dotata di armi da fuoco: l’esercito. Nel frattempo
El Aaiun è una città in stato di assedio, bloccati gli arrivi in aereo
dall’Europa e l’altra sera è stato rispedito alle Canarie il volo su
cui viaggiava l’Europarlamentare spagnolo Willy Meyer, e respinti
tutti i giornalisti fra i quali quelli italiani di Apicom e
MilanoFinanza.

L’Amministrazione Comunale di Albinea, che ha stretto un Patto di
Amicizia con il Popolo Saharawi dal 2002 in collaborazione con
l’Associazione Jaima Saharawi, e che in questi anni ha sostenuto la
causa attraverso numerose iniziative, esprime profondo cordoglio per
le vittime e condanna energicamente l’azione di repressione per mano
dell’esercito, attraverso l’adozione di una delibera di Giunta
Comunale in data 9 novembre 2010. Chiede pertanto al Governo di
intervenire e adottare iniziative utili presso le autorità marocchine
per far cessare immediatamente gli attacchi contro la popolazione
civile Saharawi, in particolare l’attivazione nelle opportune sedi
internazionali e in accordo con gli Enti Locali solidali con il Popolo
Saharawi, di una commissione di inchiesta internazionale.

UFFICIO STAMPA ALBINEA

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SAHARA OCCIDENTALE: MELONI, GOVERNO MAROCCO RIPRENDA VIA DEL DIALOGO

(ASCA) – Roma, 9 nov – ”Nel giorno in cui si ricorda il vento di
liberta’ che fece cadere il Muro di Berlino, fa male vedere le
terribili immagini che ci arrivano dal Marocco, e che raccontano di
oltre dieci morti e circa settanta feriti civili nelle operazioni di
repressione ai danni delle popolazioni Saharawi”. Con queste parole
il ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni, commenta le notizie sulla
situazione del Sahara Occidentale, con gli attacchi da parte della
polizia marocchina alla popolazione Saharawi. ”Proprio in questi
giorni in cui si riapre presso l’Onu il negoziato tra il Marocco e il
Fronte Polisario, ci auguriamo che il governo marocchino voglia
adottare la stessa lungimiranza e apertura che sta dimostrando su
molti temi e dossier aperti, interrompendo la via delle armi e
riprendendo quella del dialogo”. ”Voglio ringraziare il ministro
degli Esteri, Franco Frattini, che si sta interessando agli sviluppi
di questa crisi e che, a nome del governo italiano, ha auspicato che
ripresa di un dialogo costruttivo tra le parti” aggiunge il ministro
Meloni. ”In un periodo in cui il continente africano pullula di
focolai di rivolta e di protesta, all’interno dei quali il
fondamentalismo islamico ha gioco facile nel reclutare nuove leve e
riscuotere nuovi consensi – conclude il ministro della Gioventu’ –
ritengo sia fondamentale che la comunita’ internazionale non faccia
sentire abbandonati chi, come il popolo Saharawi, da oltre 20 anni ha
scelto di portare avanti in modo pacifico e non violento le proprie
rivendicazioni”.

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L’Arci condanna la violenza contro il popolo Sahrawi

Dichiarazione di Paolo Beni, Presidente nazionale Arci

L’Arci esprime grande preoccupazione per i fatti che stanno accadendo
nei territori occupati del Sahara Occidentale, decine di donne e
uomini saharawi accampati nella tendopoli di Gdeim Izik ( 15 km dalla
capitale Layounne) sono stati attaccati dall’esercito marocchino che
ha proceduto alla sgombero forzato con atroce violenza e alla
distruzione dell’insediamento.

Da settimane migliaia di saharawi si sono accampati in pieno deserto
per protestare contro la politica del governo marocchino e rivendicare
il diritto di quel popolo ad esistere e vivere nella propria terra. In
sintesi l’autodeterminazione e lo svolgimento del referendum deciso
dalle Nazioni Unite 20 anni fa e mai celebrato.

La repressione ha già causato decine di feriti e numerosi morti, il
Sahara è tornato ad essere un campo di battaglia e la stabilità del
Maghreb è seriamente in pericolo

L’Arci chiede un’azione urgente da parte del Governo Italiano e
dell’Unione Europea nei confronti del Marocco per esigere il rispetto
dei diritti umani e garantire al popolo Saharawi di poter liberamente
esprimere la propria volontà politica.

Chiediamo che le Nazioni Unite, con la propria missione presente nel
Sahara Occidentale (MINURSO), facciano rispettare le risoluzioni del
Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

L’Arci, che da anni sostiene la causa del popolo Saharawi, continuerà
ad adoperarsi per contribuire alla soluzione equa di questo conflitto,
con la solidarietà al popolo saharawi e alle organizzazioni della
società marocchina impegnate per la pace e la democrazia nel loro
paese e in tutta la regione.

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Notizia dell’ultim’ora. Come prevedevamo, il Governo Marocchino ha
scelto la via della violenza per risolvere la questione Saharawi. Il
campo di Agdaym Izik viene smantellato in queste ore dalle forze
marocchine; mentre numerosi elicotteri sorvolano il campo per tenere
sotto controllo la situazione, camion dotati di cannoni ad acqua e
centinaia di uomini agiscono sul terreno per disperdere i
manifestanti.

Le tende dei Saharawi vengono date alle fiamme, numerosi gli arresti
ed i feriti sul campo. Testate spagnole ed inglesi confermano i fatti
che accadono anche sotto gli occhi di osservatori europei.

La gendarmeria marocchina ha ingaggiato una vera e propria battaglia
campale contro un migliaio di oppositori saharawi sia
nell’accampamento che nel paese vicino di El Aaiùn, dove sono sorte
barricate formate da decine di pneumatici e macchine bruciate.

Il Comitato che governava il campo, oltre che portare alla ribalta la
“questione saharawi”, chiedeva lavoro e diritti, fino ad oggi ignorati
dal governo marocchino. Il Fronte Polisario chiede aiuto all’Unione
Europea, invocando un intervento in merito.

Brahim Ahmed, uno dei residenti ad El Aaiùn afferma che la polizia
marocchina ormai agisce casa per casa, stanando con lacrimogeni e
milizie anti sommossa i manifestanti, che rispondono armati unicamente
di pietre e bastoni. La polizia utilizza proiettili di gomma contro i
saharawi accampati, anche se alcuni testimoni confermano l’utilizzo di
proiettili veri.

Gran parte delle donne e dei bambini hanno iniziato una fuga in mezzo
al deserto, in macchina o a piedi, mentre sono gli uomini ed i giovani
coloro che hanno organizzato la resistenza all’interno
dell’accampamento e della città confinante.

La paura delle milizia ha spinto centinaia di persone all’interno del
deserto, con conseguenze facilmente immaginabili. Ma i 18 chilometri
che separano l’accampamento dalla città, oramai sono un campo di
battaglia. Il caos creatosi rende ancor più drammatica una situazione
già all’estremo.

GUIDO MILANA

Deputato al Parlamento europeo

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In una nota la presidente del Mo.D.A.V.I. Onlus Irma Casula denuncia
l’aggressione ai danni del

popolo Saharawi: “Nel giorno in cui tutti ricordiamo la caduta del
Muro di Berlino, un evento di

svolta epocale per l’affermazione della libertà in Europa, devo
denunciare le violenze

perpetrate dall’esercito del Marocco contro il popolo Saharawi, che da
decenni ha adottato la

linea della non violenza per rivendicare i propri diritti”. “Poche ore
fa una pacifica

manifestazione saharawi – dichiara la presidente dell’ong che da molti
anni opera sul territorio

africano – è stata repressa nel sangue e decine di innocenti sono
rimasti uccisi. E tutto ciò è

avvenuto nel silenzio assordante della comunità politica
internazionale”. “Trovo difficile

salutare un evento gioioso come quello del novembre ’89, quando il
Sahara Occidentale è

ancora oggi diviso dalla “cortina di ferro” marocchina lunga 2.700 km
– conclude la Casula –

Spero che non debbano trascorrere altri vent’anni di eccidi
silenziosi, prima che anche in quella

terra martoriata possano affermarsi la pace e la libertà”.

M O V I M E N T O D E L L E A S S O C I A Z I O N I D I V O L O N T A
R I A T O I T A L I A N O

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AUSER CON IL POPOLO SAHARAWI
PER I DIRITTI UMANI E L’AUTODETERMINAZIONE

Dichiarazione di Michele Mangano Presidente Nazionale AUSER

Auser  condivide l’ Appello lanciato in questi giorni alla Comunità
internazionale ad intervenire per salvare la vita a migliaia di civili
Saharawi,accampati, per protesta contro le condizioni di vita dei
circa 200 mila profughi;  in una zona desertica ad est di El Aaiun
La situazione si aggrava di giorno in giorno per l’assedio posto
dall’esercito marocchino che impedisce l’approvvigionamento di
cibo,acqua e medicinale, mitragliando i mezzi che portano i generi di
prima necessità.
Alcuni giorni fa un ragazzo di 14 anni è stato ucciso e sette persone
sono state ferite.
Auser ribadisce il netto rifiuto nei confronti delle violazioni dei
Diritti Umani e la condanna di ogni iniziativa contro la vita e la
dignità della  popolazione Saharawi.,
sollecita tutte le proprie strutture a proseguire nelle azioni di Solidarietà
Sollecita l’impegno di  tutte le Istituzioni affinché vengano
rispettate le risoluzioni dell’ONU per realizzare il Referendum e
l’autonomia del popolo Saharawi

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FOCUS: I TEMI POLITICI ESTERI (MF-DJ)

MILANO (MF-DJ)–
***L’Onu esprime forte preoccupazione per gli attacchi dell’esercito
marocchino contro la popolazione saharawi del Sahara Occidentale. Ieri
le forze speciali marocchine hanno sgomberato con forza il campo di
Gdeim
Izik dove circa 20.000 saharawi si erano trasferiti  lasciando la
cittá occupata militarmente di Al Aaiun distante circa 12 chilometri
dal campo. Il portavoce delle Nazioni Unite, Martin Nesirky, ha
dichiarato che non
c’è certezza sul numero di vittime e feriti e che la missione dei
caschi blu, chiamata Minurso, giá ad Al Aaiun dal 1988, è al lavoro
per fornire i dettagli. Nel frattempo, l’accesso alla regione del
Western Sahara è
stato vietato ad operatori della stampa, osservatori indipendenti e
attivisti. Due giornalisti italiani diretti a Al Aaiun sono stati
bloccati ieri all’aeroporto di Casablanca per 24 ore dalla polizia di
frontiera. Il Fronte Polisario, organizzazione politica che da circa
20 anni chiede l’indipendenza del popolo del deserto, parla di almeno
13  uccisi, piú di 70 feriti e 65 arresti.

red/ste
(fine)

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09-11-10

SAHARA OCCIDENTALE: CISP, INDISPENSABILE INTERVENTO GOVERNO E UE

(ASCA) – Roma, 9 nov – ”Oggi piu’ che mai e’ indispensabile un
intervento politico e diplomatico da parte del Governo Italiano e
dell’Unione Europea nei confronti del Marocco per garantire al popolo
Saharawi di poter esprimere liberamente e pacificamente la propria
protesta di fronte alla mancata applicazione delle innumerevoli
risoluzioni internazionali a favore dell’autodeterminazione del Sahara
Occidentale”.

Cosi’ il CISP-Sviluppo dei popoli, da piu’ di 25 anni impegnato
impegnato in azioni umanitarie e di concreta solidarieta’ a favore dei
rifugiati Sahrawi, esprime la sua forte solidarieta’ alle famiglie
Sahrawi vittime della repressione in corso nel campo di Gdeim Izik
allestito dai Saharawi a 12 km dalla citta’ di Laayoune, che ha gia’
colpito duramente la popolazione, senza risparmiare bambini e ragazzi.

”Il CISP-Sviluppo dei Popoli – dichiara Paolo Dieci, direttore del
Cisp – unisce la sua voce a quella di istituzioni, sindacati,
associazioni e partiti italiani che denunciano con forza in queste ore
la grave violazione dei diritti umani contro il popolo Saharawi da
parte dell’esercito del Marocco”. La testimonianza di Rossella Urru,
operatrice del Cisp in Algeria: ”Dopo la morte di un ragazzo di 14
anni per mano dell’esercito marocchino la settimana scorsa – racconta
– lo sgombero forzato in questi ultimi 2 giorni e’ stato
particolarmente brutale. I Sahrawi chiedono che venga dato alla
MINURSO (la missione Onu per il referendum nel Sahara occidentale),
come ad analoghe missioni ONU, preciso mandato per vegliare sulla
difesa dei diritti umani e fermare la repressione”.

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Provincia di Firenze
MASSACRO NELL’ACCAMPAMENTO SAHARAWI PROTESTA DI BARDUCCI “UNA STRAGE ORRIBILE”
Il Presidente della Provincia di Firenze: “L’esistenza di questo
popolo viene messa in discussione proprio mentre si riaprono i
negoziati all’Onu”

“Una strage orribile messa in atto per fermare la marcia verso
autodeterminazione del popolo Saharawi”. Andrea Barducci, Presidente
della Provincia di Firenze, condanna l’irruzione nel campo di Agdaym
Izik che ieri ha provocato numerosi morti e feriti. “Un massacro che
vuol mettere in discussione la stessa esistenza del ‘popolo del
deserto’ proprio mentre all’Onu si riaprono i negoziati tra il Marocco
e il fronte Polisario”.
Secondo il presidente Barducci “C’è chi ha interesse a riaprire un
conflitto per rimandare il referendum per l’autonomia saharawi
proclamato vent’anni fa e che attende ancora di essere applicato”.

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Saharawi, venerdi’ sit-in davanti ambasciata Marocco a Roma

Roma, 09 NOV (Il Velino) – “E’ in corso un massacro che
mette in pericolo l’esistenza del popolo Saharawi”. Questo e’
il commento di Luigi Iorio, segretario nazionale dei Giovani
Socialisti. “La violenza dei poliziotti e coloni marocchini –
continua il giovane dirigente socialista – perpetrata nei
confronti della popolazione dei Saharawi e’ inspiegabile. I
Giovani Socialisti di concerto con l’associazione del
movimento di solidarieta’ per il popolo saharawi hanno
indetto un Sit-in davanti all’ambasciata marocchina ,venerdi’
alle ore 17, affinche’ l’eccidio finisca e per sollecitare
inoltre l’intervento dell’Onu. Spero – conclude Iorio – nella
adesione al Sit – in, in difesa dei Saharawi di tutte le
forze politiche e nella sensibilita’ dei propri leader.
(com/bic)
091333 NOV 10 NNNN

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