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Ancora nazi italici. “Il volo rende liberi”, aeroporto di Treviso

Fliegen Macht Frei, il volo rende liberi. Aeroporto di Treviso, nuova insegna. Tipo Auschwitz. La comunità ebraica insorge: pessimo gusto, siamo offesi perché banalizzano l’orrore. E l’Anpi: cosa fa la Procura?

TREVISO. «Una scelta di pessimo gusto» recita il rabbino capo della comunità ebraica di Venezia. «Siamo in piena inciviltà dell’immagine» aggiunge il presidente dell’Istresco. «E la solerte Procura trevigiana dov’è?» si chiede il presidente dell’Associazione partigiani. La protesta dell’Aeroclub di Treviso, che ha fatto realizzare sopra una cancellata dell’aeroporto Canova la scritta uguale nei caratteri e nella forma a quella che accoglieva i prigionieri del campo di sterminio di Auschwitz («Il volo rende liberi», in tedesco, al posto del famigerato slogan coniato dai nazisti «Il lavoro rende liberi») suscita un’ondata di reazioni.

«Trasecolo due volte: per la caduta di stile e per l’inconsapevolezza con cui probabilmente è stata compiuta l’iniziativa – ragiona Riccardo Calimani, storico e scrittore, presidente del Museo nazionale della Shoah di Ferrara -. Evocando una frase nazista che irride la vittima non capiscono che offendono se stessi. E’ un segno di insipienza, viene banalizzato un simbolo e un linguaggio, chiaramente riconducibile alla derisione del prigioniero, che poi veniva ammazzato. E’ un segno dei tempi, certo: ma che provoca molta amarezza». «Un messaggio di pessimo gusto» commenta Elia Richetti, capo della comunità ebraica di Venezia. «C’è una pericolosa tendenza a banalizzare il messaggio, che ricorda l’Olocausto di milioni di persone, per scopi totalmente diversi. Con risultati di pessimo gusto, come in questo caso. Come si possono evitare queste scivolate? Con l’educazione, con la scuola, con la cultura».

«E’ sconcertante. Abbiamo superato il limite – si infervora il presidente dell’Associazione partigiani Umberto Lorenzoni -. Vorrei capire dove sono le autorità? Dov’è la Procura della Repubblica, tanto solerte nel denunciare ed oscurare il sito internet che calunnia il governatore Zaia? Non è altrettanto offensivo usare in questo modo la memoria dell’Olocausto nazifascista? Dove sono le autorità?». «Viviamo nel pieno di una civiltà dell’immagine, dove tutto è lecito per colpire l’immaginazione – riflette Lorenzo Capovilla, presidente dell’Istresco – in questo caso c’è un uso largamente improprio di un messaggio chiaramente riconducibile allo sterminio degli ebrei e degli indesiderabili. E’ un messaggio che strumentalizza la tragedia. C’è un limite alla decenza che, in questo caso, mi sembra valicato».

La cancellata con la scritta «Fliegen macht frei», montata nella giornata di mercoledì, è sistemata sul lato di accesso alla sede dell’Aeroclub trevigiano. Nessuno finora l’ha fatta rimuovere.

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