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Nagoya, Cop 10: buone notizie dal summit sulla biodiversità, foto di Paola Ghirotti

Nei giorni scorsi dal 18 al 29 ottobre Cop 10, in Giappone, a Nagoya prefettura di Aichi per discutere sulle biodiversità e trovare qualche punto più avanzato di difesa dell’ambiente. Scarsa l’attenzione dedicata dall’Italia al problema. Paola Ghirotti, fotografa, ci manda questi scatti fotografici.

E riferisce: “Due i principali obiettivi raggiunti dagli ottomila delegati, provenienti da 193 paesi, che in 10 giorni presieduti da Matsumoto Ryu, ministro dell’ambiente giapponese, hanno cercato strategie e modus operandi condivisi a livello globale per la salvaguardia della biodiversità e per tentare di trovare appigli comuni in vista della prossima conferenza sul clima di Cancun. Il primo è la protezione di almeno il 17% delle aree di terra e il 10% delle degli oceani per il 2020. Il secondo consiste nell’adozione del protocollo sull’ABS (Access and Benefit Sharing. Cioè Accesso alle risorse genetiche e sulla ripartizione dei benefici derivanti dal loro utilizzo), Il Protocollo ABS inizia a mettere uno freno alla biopirateria, consentendo ai Paesi ricchi di biodiversità di poter condividere i benefici dell’utilizzo delle risorse naturali con le multinazionali che ne sono state le sole beneficiarie.
Il Giappone ha annunciato lo stanziamento di oltre 2 miliardi di dollari in tre anni per la costituzione di un fondo per i Paesi in via di sviluppo”.

Il logo che pubblichiamo è stato realizzato dal calligrafo Usami Shizu

Questa la sintesi di Euronews sul summit di Nagoya:

“Una boccata d’ossigeno per il controverso sistema delle Nazioni Unite di difesa ambientale. L’accordo sottoscritto a Nagoya, in Giappone, da 193 Paesi firmatari della Convenzione per la biodiversità, rilancia le iniziative necessarie a rallentare la sparizione di numerose specie, e si impegna ad aumentare le quantità di superfici protette.

Entusiastico il commento del rappresentante europeo, Karl Falkenberg, che parla di “buon risultato per tutti”, che finirà per “migliorare la qualità della vita di molte persone”.

L’intesa stabilisce gli obiettivi per i prossimi decenni, impegnando i Paesi aderenti a portare dall’1 al 10% la protezione delle superfici oceaniche, e dal 13 al 17% quella terrestre.

L’accordo di Nagoya segna un buon auspicio per la conferenza di Cancun, nel prossimo novembre, che dovrà affrontare i problemi del riscaldamento globale.

Su questo terreno lo spazio per le intese si fa più stretto. Gli accordi sul clima, infatti, sono vincolanti per i Paesi che hanno sottoscritto i trattati, mentre le intese, come quella sulla biodiversità, non creano alcun obbligo”.

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