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Via da Youtube “Bandiera viola”. Chi censura il web?

Censura su You Tube. Censurati quattro video di “Bandiera viola”, il film di Claudio Lazzaro sul Popolo Viola sulla grande manifestazione del 5 dicembre di un anno fa, il No B-Day, che ha avviato  in concreto la mozione di sfiducia popolare nei confronti di Berlusconi. Censurato anche Salvatore Borsellino, che per fortuna sopravvive su You Tube con un altro video ripreso da RaiNews24 il giorno della manifestazione (qui sotto il video).

Per quattro volte dunque il regista di “Bandiera vilola” ha messo su You Tube quattro brevi spezzoni del filmato e per quattro volte sono stati eliminati. La prima volta addirittura con la comunicazione di You Tube che erano stati rimossi dall’autore stesso, cosa falsa. I filmati sono: Salvatore Borsellino che parla dal palco, le manifestazioni viola all’estero, la contromanifestazione successiva di Berlusconi, l’inizio del film. Chi e perché li sta rimuovendo?

L’interrogativo questa mattina è stato posto alla Convention Viola al Teatro Vittoria di Roma. A porlo Claudio Lazzaro stesso, nell’ultimo di una serie di interventi che fin dall’inizio hanno posto l’accento sulle iniziative in corso per censurare la rete web. Sandro Gilioli (Espresso) in un intervento ha ricordato che in questa legislatura sono stati ben otto i disegni di legge per censurare in vario modo il web. L’avvocato Guido Scorza ha aggiunto che sono anche di più. Un fatto è certo, la rete sta molto stretta a Berlusconi e ai suoi del Pdl, le rivelazioni di WikiLeaks confermano dell’interesse berlusconiano a reprimere questo livello nuovo di comunicazione e protesta. Cosa sta già succedendo sul web?

Su You Tube si era già materializzata negli ultimi tempi un’ondata neopuritana . Il più grande portale di video al mondo, visitato da 300 milioni di utenti ogni mese e posseduto dal colosso Google, ha infatti adottato da tempo regole molto rigide sui propri contenuti, bollando come vietati ai minori anche quei video che solo alludono alla sessualità. Sgraditi non solo il sesso (o la sua parvenza) ma anche immagini o parole blasfeme, video con scene violente, fittizie o reali. Il motivo ufficiale è “essere sicuri che non vi imbattiate per caso in contenuti che non sono rilevanti per voi”. È un’operazione, insomma, con cui YouTube vuole rifarsi l’immagine.

YouTube ancora non dà profitti ma solo grane legali a Google, che per comprarlo ha speso un’enormità, 1,65 miliardi di dollari, spiega Adam Daum, esperto di questi temi per l’osservatorio di ricerca Gartner. YouTube si dovrebbe reggere solo sulla pubblicità, ma finora ha spaventato grossi sponsor, che non gradiscono far comparire il proprio marchio vicino a certi contenuti. La crisi, che colpisce anche Google, aumenta l’ansia di profitti.

Questo nel passato prossimo del canale. E ora? Ora si stanno accentuando le censure anche di altro tipo, diciamo politiche. La ricerca di pubblicità spinge evidentemente il canale ad essere molto “realistico”. Il sospetto è però che in questo contesto più restrittivo agiscano gruppi di pressione che producono censure. Se si digita su Google le parole “censura” e “you tube” viene fuori una lunga serie di denunce di censura. E perfino un sito come you tomb che raccoglie quanto censurato da you tube.

L’intervento di Lazzaro è stato seguito con interesse dai rappresentanti di varie forze politiche presenti alla Convention viola, Vincenzo Vita (Pd) ha espresso poi l’intenzione di chiedere conto della situazione con un’interrogazione parlamentare. Con evidenza la vicenda censura è un nuovo capitolo che si sta aprendo nell’universo web, il Popolo Viola ha chiesto oggi a tutti di interessarsene  seriamente allo scopo di contrastare questi nuovi attentati alla libertà di espressione e di comunicazione.

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