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Il misterioso signor Franco. L’accusa di Ciancimino

Il signor Franco. L’uomo chiave della trattativa stato-mafia, L’uomo misterioso che ogni tanto il figlio di Vito Ciancimino, Massimo, vedeva materializzarsi a fianco del padre. Ora, secondo le ultime rivelazioni di Massimo Ciancimino, costui sarebbe stato vicino all’ex capo della polizia Gianni Gennaro, attualmente a capo del Dis. De Gennaro annuncia querele. Ma di che si tratta? Ecco l’articolo del corriere.it:

Un altro nome eccellente. Il nome dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro, indicato come personaggio «molto vicino» o «dell’ambiente» del «signor Franco-Carlo» è stato fatto da Massimo Ciancimino, il figlio dell’ex sindaco di Palermo che sta collaborando con i magistrati di Palermo e Caltanissetta, nelle indagini sulla presunta trattativa fra Stato e mafia e sulle stragi del 1992. Lo si è appreso in ambienti giudiziari e investigativi.

LE DICHIARAZIONI – Ciancimino jr, dopo avere in un primo momento parlato, con la polizia giudiziaria, in termini più espliciti di De Gennaro e del suo presunto rapporto con il misterioso agente segreto al centro di trame oscure dagli anni 70 a oggi, ha poi precisato, davanti al procuratore di Caltanissetta Sergio Lari e ai suoi aggiunti e sostituti, di avere solo riferito concetti trasmessigli dal padre, don Vito, molto adirato perché «rovinato» dalle indagini che De Gennaro svolse al fianco di Giovanni Falcone, in particolare approfondendo le dichiarazioni del primo storico pentito di mafia, Tommaso Buscetta. I magistrati nisseni non si sono convinti delle giustificazioni e della «mancanza di certezze» espresse da Ciancimino jr rispetto alle presunte affermazioni del genitore, e ora stanno valutando la possibilità di iscrivere lo stesso figlio di don Vito (morto otto anni fa) nel registro degli indagati, con l’ipotesi di calunnia. La vicenda è stata oggetto di una riunione, tenuta a Roma, nella sede della Dna, fra i magistrati palermitani e nisseni: i primi hanno sostenuto che la calunnia non sarebbe configurabile, i secondi stanno vagliando gli elementi relativi alla chiamata in causa di De Gennaro e ad altri fatti in cui Massimo Ciancimino è apparso poco convincente.

L’AGENTE SEGRETO – Sull’identità del signor Franco i due uffici inquirenti siciliani hanno indagato a lungo, esaminando e sottoponendo al superteste decine di fotografie di agenti segreti, per cercare di individuare «Franco» o «Carlo», che – secondo il ruolo che gli è stato attribuito dallo stesso Ciancimino jr – avrebbe protetto il padre e avrebbe avuto un ruolo chiave nella trattativa Stato-mafia del 1992, diretta a far cessare le stragi che avevano provocato le morti dei giudici Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo e di otto agenti di scorta. Il nome «De Gennaro», assieme a «Franco-Carlo», erano in un biglietto attribuito a don Vito: una freccia, non si sa apposta da chi, avrebbe collegato i due nomi. Ma è ignoto il significato che Ciancimino padre avrebbe attribuito a questi riferimenti.

LA REPLICA DI DE GENNARO – Non si è fatta attendere la reazione di De Gennaro che attualmente, è il responsabile del Dipartimento informazioni per la sicurezza (Dis): «Ho già dato incarico ai miei legali di sporgere formale denuncia di calunnia contro Massimo Ciancimino e chiunque altro, per qualsiasi motivo ed a qualsiasi titolo, abbia concorso nel reato o ne abbia favorito la commissione. Le affermazioni del signor Ciancimino, riportate da alcune agenzie di stampa – dice De Gennaro – mi lasciano del tutto indifferente, tanto evidente è la loro falsità. Non mi lascerò intimidire da quest’ennesimo attacco mafioso, così come non mi hanno mai fermato e intimidito i ripetuti attentati alla mia vita».

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