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Tunisia: così è morto Hatem Bettahar, prof d’informatica in Francia

Così è morto a Douz un docente francese di origine tunisina, Hatem Bettahar, sposato e una bambina di 18 mesi. Bettahar insegnava informatica all’università di  Compiègne in Piccardia ed era in visita nel suo paese natale. Una pallottola lo ha stroncato. Peccato che il presidente Bel Alì l’abbia dimenticato stasera nel suo discorsetto di pacificazione al paese.

Dopo una giornata di scontri in tutto il Paese il presidente tunisino Ben Alì è apparso stasera in tv  promettendo una svolta. Ben Ali, al potere dal 1987, che ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni presidenziali del 2014. Lo ha detto in un intervento alla televisione in cui ha anche ordinato alla polizia di non usare le armi contro i dimostranti. Ben Alì ha anche promesso libertà di stampa e la fine del blocco sui siti Internet. In più annunciato la riduzione del prezzo del pane, del latte e dello zucchero.

“Ho capito quali sono le vostre richieste – ha detto in tv Ben Ali – e vi prometto profondi cambiamenti. Consentirò  l’organizzazione di libere manifestazioni, manifestazioni pacifiche e civili. Più libertà di stampa e nessuna censura a internet. Avremo una società realmente democratica e maggiormente pluralista”. “La violenza non ci appartiene e non permetterò altri spargimenti di sangue – promette il presidente -. Ho ordinato al ministro dell’Interno di porre fine alla violenza e di non sparare più”. A proposito della commissione d’inchiesta sulla corruzione, annunciata ieri, il presidente tunisino garantisce che “sarà davvero indipendente e ne faranno parte esponenti di tutte le parti politiche”. Per quanto riguarda la crisi economica, Ben Ali aggiunge di “aver delegato al premier di abbassare i prezzi dei beni di prima necessità”.

Appena concluso il discorso del presidente Ben Ali in televisione, la gente è scesa in strada scandendo slogan contro il governo, nonostante il coprifuoco iniziato da mezz’ora. «Abbiamo avuto quello che volevamo»- ha spiegato un ragazzo – «la libertà , la libertà di stampa, la democrazia». Alcune migliaia di persone si sono ormai raccolte in Avenue Bourghiba, dirette verso la piazza con la Torre dell’Orologio.

Tra le vittime un francese e una svizzera. Tra le vittime degli scontri di ieri ci sono anche una cittadina svizzera e un cittadino francese, entrambi con doppia nazionalità. Secondo la radio svizzera Rsr, che ha intervistato il fratello della vittima, la donna, 67 anni era un membro dello staff medico dell’ospedale di Losanna; stava stava seguendo le manifestazioni dal balcone della sua abitazione, nella città di Dar Shaaban, quando è stata raggiunta al collo da un proiettile. Il cittadino francese si chiamava Hatem Bettahar, 38 anni, professore di Informatica presso l’Università di Tecnologia di Compiegne, in Piccardia. Lavorava in Francia da una decina d’anni. Si trovava in vacanza a Douz, 550 chilometri a sud di Tunisi, e la notte scorsa è rimasto coinvolto nei disordini scoppiati in città nonostante il coprifuoco. Insieme a lui è morta un’altra persona.

La Francia: “Ora basta”. La morte del professore francese è probabilmente all’origine della nuova presa di posizione di Parigi, fino ad oggi tiepida nei confronti della repressione attuata da Ben Ali. Il primo ministro Francois Fillon si è detto “estremamente preoccupato” e ha “sollecitato con urgenza tutte le parti in causa a dare prova di moderazione” e “a scegliere la via del dialogo”, aggiungendo che “non si può proseguire con questo uso sproporzionato della violenza”, riprendendo la dura condanna espressa ieri dall’Unione Europea. Una presa di posizione che ha avuto un ruolo nella svolta odierna di Ben Ali.

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