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Brescia, la Lega chiede l’abolizione del segreto di stato. Lunedì un incontro con D’Alema, Veltroni, Martinazzoli

Da Bresciaoggi” dell’8.1.2011:

Strage di piazza della Loggia. La Lega rilancia la campagna per aprire gli archivi di Stato

di Mara Rodella

In sordina, ma procede. E continua a raccogliere adesioni. L’appello nazionale lanciato dopo la sentenza che il 16 novembre scorso ha assolto i 5 imputati per la strage di piazza Loggia sfiora quota 54mila firme sul sito di Repubblica. A lanciarlo erano stati Manlio Milani, presidente della Casa della Memoria (nella foto mentre depone al processo), il giornalista del Corriere Paolo Brogi, il deputato Rosa Villecco Calipari, l’ex pm Felice Casson, ora senatore, e Ilaria Moroni, della Rete archivi per non dimenticare. Un grido bipartisan che ha raccolto firme a 360 gradi. Lo dimostra il fatto che per le vie della città, in questi giorni, si possano scorgere 400 manifesti realizzati dal Carroccio di Brescia che sposa la causa e chiede ai suoi parlamentari di fare altrettanto. «Con riferimento ai recenti esiti giudiziari che hanno riaperto profonde ferite alla città, la Lega bresciana sostiene la richiesta di abolizione del segreto di Stato», ribadisce il segretario cittadino, Matteo Rinaldi, come testimoniano questi cartelloni affissi durante le Feste «per onorare le vittime e i feriti di piazza Loggia, far emergere la verità storica e affermare la giustizia». Perchè solo ora? «Per rimarcare una posizione che abbiamo assunto subito dopo il verdetto – puntualizza il vicesindaco, Fabio Rolfi – e che già avevamo esplicitato al nostro deputato Davide Caparini». Ma leghista è pure il ministro dell’Interno, Roberto Maroni che il 26 novembre scorso a Brescia aveva precisato come la legge sul segreto di Stato esista in molti altri Paesi e sia concepita per ragioni di sicurezza nazionale. « Sono per la totale trasparenza – aveva chiarito Maroni -, ma cambiare la legge sul segreto non compete a me, quanto al Parlamento».
«Ben venga che una forza di Governo si muova in questa direzione»: lo aveva detto allora, in riferimento alle parole di Maroni, e lo dice anche oggi Manlio Milani, di fronte alla presa di posizione della Lega bresciana. Ma con una precisazione. «Il segreto di Stato sulla strage di piazza Loggia in sé non c’è, e non c’è mai stato – tiene a chiarire -. Il nostro appello non è per l’abolizione del segreto, ma perchè la legge 124 del 2007 che ne prescrive la temporizzazione dai 15 ai 30 anni abbia finalmente i suoi decreti attuativi». In questo senso va l’appello al premier e al Quirinale: «Non basta aprire tutti gli archivi ministeriali, delle forze dell’ordine e dei servizi segreti: bisogna organizzarli e catalogarli in modo che siano consultabili – spiega Milani -. L’impunità non deriva dai documenti secretati, ma, oltre che da silenzi e reticenze come quelli visti in aula, dal fatto che gli archivi siano inaccessibili e, peraltro, gestiti da chi li produce e quindi li può manomettere. Ecco perchè chiediamo che il materiale confluisca in un archivio di Stato, a disposizione di tutti».

Nel frattempo Milani come gli altri aspetta di consegnare le sottoscrizioni al Presidente della Repubblica: «La nostra non è una proposta di legge di iniziativa popolare, ma un appello spontaneo che mi auguro, visto il riscontro, possa sensibilizzare anche Napolitano». Ma c’è qualcuno, a Roma, che il documento l’ha già visto (il 1 dicembre scorso) nel primo incontro tra i familiari delle vittime di stragi e il Copasir: è il presidente del Comitato parlamentare, Massimo D’Alema, che lunedì sera sarà all’auditorium del liceo Leonardo, in via Balestrieri, con Walter Veltroni, proprio per parlare dell’attentato del 28 maggio ’74. Lui per primo aveva dichiarato che 30 anni, per il segreto di Stato, sono un tempo più che sufficiente.

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