Caffarella: crolla una cisterna imperiale romana. C’erano i fondi, nessuno li ha usati
martedì, 11 Gennaio, 2011Un anno fa, sulla stampa: grazie a 100mila euro arrivati dalla Regione – in un piano da 2 milioni – l´ente Parco dell’Appia Antica punta al recisero di due casali, alla sistemazione degli accessi di via Bitinia, via Macedonia e via Centuripe, e all´apertura della magnifica cisterna d´età imperiale (37 metri per 12): che serviva a una villa ancora da scavare e che fa parte di una rete antiche cisterne da valorizzare con visite guidate…
La magnifica cisterna purtroppo si è sbriciolata l’altra notte. I lavori di restauro, più volte annunciati, dovevano iniziare a marzo, ma la cisterna romana del parco dell’Appia Antica, situata nell’area della Caffarella, dalla parte dell’ingresso a largo Tacchi Venturi, è crollata prima, tra sabato e domenica scorsi. È sopravvissuta soltanto una parete con il bordo della volta, il resto è un cumulo di macerie.
“A settembre avevamo effettuato le indagini geologiche e il monitoraggio dell’edificio – racconta l’architetto del parco Gloria Marconi – Avevamo rilevato due pericolosissime lesioni, una che partiva dall’imposta della volta e si sviluppava su uno dei lati lunghi della cisterna, l’altra su una delle pareti minori. Era necessario prima di tutto realizzare una sottofondazione per consolidare il terreno, molto tenero ed elastico data la presenza di una falda acquifera a 80 centimetri di profondità. Ma non c’è stato tempo. Le due lesioni hanno continuato a camminare, finché la costruzione non ha ceduto dalle fondamenta. Ora è più che mai urgente intervenire: se non ricostruiamo la parte mancante, viene giù anche tutto il resto”.
“La cisterna è il frutto dello stratificarsi di varie epoche – spiega l’archeologa del parco Caterina Rossetti – il basamento è romano, costituito da lava basaltica, le mura e la volta sono state rimaneggiate attraverso i secoli. L’ambiente attuale è in materiale di recupero e risale alla fine dell’800, quando i Torlonia, proprietari dell’area, decisero di utilizzare la cisterna come fienile”.
“Indignazione e sconforto” da parte del comitato per il parco della Caffarella. “Il 21 luglio 2008, su richiesta dell’ente Parco Appia Antica sono stati stanziati dalla Regione 323.413 euro per il restauro delle cisterne minori e 319.317 euro per quelle monumentali – racconta la presidente Rossana De Stefani – Vorremmo che il commissario Federico Berardi ci spiegasse perché questi soldi non sono stati spesi. A settembre la nostra associazione gli ha chiesto un incontro per parlare della situazione dei casali e delle cisterne che versavano in condizioni estremamente gravi, ma la nostra richiesta è andata disattesa”.
Caffarella, piove suil bagnato. Infatti per quanto riguarda il parco siamo ancora al punto di partenza. E in pericolo ora è, secondo la presidente del IX Municipio Susi Fantino, il casale cinquecentesco della Vaccareccia.
“Il crollo della cisterna romana del Parco dell’Appia Antica è un altro sintomo della scarsa attenzione nei confronti dei beni culturali da parte del Governo, della Regione Lazio e del Comune di Roma. Si tratta di una sconfitta per Roma e un’offesa alla città. Come a Pompei, con tutte le differenze del caso, si è atteso il disfacimento strutturale di un pezzo di patrimonio del parco, nonostante i ripetuti allarmi pronunciati dai comitati e dagli esperti in seguito a verifiche geologiche e agli esiti dei monitoraggi”. E’ quanto dichiara Susi Fantino, Presidente del Municipio IX di Roma.
“E’ grave il mancato utilizzo delle risorse regionali stanziate nel 2008 per il restauro delle cisterne monumentali e minori. Un ritardo colpevole sul quale vorremmo fossero chiarite le responsabilità. E’ inaccettabile che non si intervenga neanche quando vi sono le condizioni materiali ed economiche per evitare l’abbandono del patrimonio storico-archeologico – prosegue Fantino- Esiste il rischio concreto che altri incidenti simili possano verificarsi a breve in altri siti di particolare pregio. E’ il caso del Casale della Vaccareccia, come già segnalato Municipio IX e dai comitati territoriali, una struttura che necessita di un urgente intervento di recupero e messa in sicurezza. Purtroppo, la paralisi che regna sovrana nel Comune di Roma, impedisce la consegna dell’area per l’avvio dei lavori, con conseguente spreco di risorse e abbandono al degrado della struttura”.
“Il Governo nazionale e le amministrazioni locali di centrodestra sembrano aver derubricato la tutela dei beni culturali dalla propria agenda politica e amministrativa. Il crollo di edifici storici ne è la drammatica conseguenza. Eppure per la città di Roma il patrimonio storico-archeologico rappresenta una delle maggiori ricchezze per Roma, un tesoro che al contrario deve essere sempre più valorizzato e recuperato”.
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