Altri due morti in Egitto. Un manifestante e un poliziotto. Ora la prossima prova di forza è prevista per venerdì, subito dopo la tradizionale preghiera nelle moschee. Il gruppo Khaledsaid, fra gli organizzatori delle manifestazioni, ha invitato anche con messaggi sms a scendere di nuovo in piazza venerdì prossimo dopo le preghiere.
Il “Movimento 6 aprile”, tra gli animatori delle proteste di martedì, ha nuovamente esortato oggi la gente a raggiungere la principale piazza del Cairo, la stessa dove all’alba la polizia ha sparato gas lacrimogeni e usato idranti. Le forze dell’ordine sono state schierate a Tahrir Square e hanno bloccato l’accesso alla piazza, di fatto blindata. Mentre in mattinata avevano rapidamente disperso i manifestanti che si erano radunati all’esterno di un palazzo giudiziario nel centro della capitale e altri in periferia, nel pomeriggio hanno avuto più difficoltà e si sono verificati nuovi scontri.
In serata gli agenti hanno usato pallottole di gomma contro circa 500 dimostranti che dalla via dove si trova il Consolato italiano si dirigevano verso il ministero degli Esteri, sul vicino lungo Nilo. E violenti scontri si sono verificati di fronte alla sede del Partito nazionale democratico, al potere.
Il governo italiano intanto si schiera con Mubarak. «Mubarak continui come sempre ha fatto a governare con saggezza e lungimiranza» perché «l’Egitto è punto di riferimento per il processo di pace che non può venire meno», ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, parlando a Radio anch’io. Il richio, se crollasse il governo egiziano, ha aggiunto, è quello di una «deriva fondamentalista».