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I° marzo, gli immigrati fanno di nuovo uno sciopero in tutta Italia

Un giorno senza di noi. Di nuovo il I marzo, sciopero degli immigrati in Italia. “Quest’anno vogliamo fare di più e meglio: una grande manifestazione nazionale coinvolgerà centinaia di piazze italiane”, dicono gli organizzatori, intanto è tam tam su Ingternet mentre sui Facebook c’è già la pagina con in pochissimo tempo ga già 570 adesioni
“Vogliamo che le piazze italiane, il 1° marzo del 2011, tornino a colorarsi di giallo – si legge nel comunicato dei promotori – che vecchi e nuovi cittadini tornino a far sentire la propria voce e che i lavoratori usino gli strumenti a loro disposizione per dire no alle politiche di esclusione e alle discriminazioni: per dire a gran voce che la Bossi-Fini va cambiata, che il diritto di cittadinanza deve essere riconosciuto a chi nasce e cresce in Italia, che il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli immigrati non può più essere rimandato, che i CIE (i Centri di identificazione ed espulsione) vanno chiusi perché sono inutili e illegali oltre che disumani”.
Il comitato. Il colore della manifestazione resta il giallo e il logo della protesta rimane quello realizzato dall’artista Giuseppe Cassibba. Il comitato è presente su internet con un blog e con un gruppo su Facebook.  “L’anno che è trascorso – ricorda il manifesto del Comitato primo marzo – è stato segnato da momenti di consapevolezza importanti: dalla manifestazione dei braccianti indiani a Latina, allo sciopero delle rotonde in Campania, alle proteste di Brescia e di Milano contro la sanatoria truffa. Anche per questo è nostro desiderio che il Primo Marzo 2011 sia una giornata ancora più partecipata del Primo Marzo 2010, che l’opzione sciopero generale sia rilanciata, che il respiro internazionale sia ancora più marcato e che si riesca a lasciare un segno ancora più profondo”.
“No razzismo day”. Allo sciopero aderisce anche la rete del NoRazzismo Day 2 (forte su Facebook di oltre 28 mila “amici”) che “rilancia e fa proprio l’invito dei Comitati Primo Marzo per una manifestazione a carattere nazionale, che possa dar luogo a un giorno di astensione dal lavoro per dimostrare il peso e il senso che le popolazioni migranti hanno ormai nell’Economia del Paese”

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