Mi chiamo Roberto Ricci, ho lavorato in Italia nel campo dell’arredamento e della scenografia per 30 anni.
Nel 2007 conosco Thomas Myladoor originario del Kerala, dove ha fondato nel 1995 la Mother and Child Foundation che accoglie bambini soli e ragazze madri. Attualmente la struttura accoglie 180 tra neonati e giovani; in totale 200 persone con educatori e personale. Da quest’incontro nasce un progetto per aiutare i giovani indiani ed offrire loro la prospettiva di una professione.
Con la collaborazione dell’Istituto Europeo di Design Roma,nel 2009/2010 abbiamo realizzato due progetti sostenuti dalla Regione Lazio per la progettazione e realizzazione di prototipi di mobili da produrre in India a sostegno della fondazione. Vogliamo contaminare il design e la tradizione italiana con quella indiana alla ricerca di uno stile originale, con l’intento di realizzare un lavoro sostenibile che rispetti la persona in armonia con l’ambiente.
Parto con tre giovani designers, Reem Azzu, Irene Carboni e Marco De Masi, per il Kerala alla fine di novembre 2010. Arriviamo a Thodupuzha, pronti a coinvolgere le nuove energie dei giovani indiani delle nostre idee sul design e decisi a produrre i mobili che abbiamo disegnato e “prototipato”.
Dopo pochi giorni l’ambiente e la natura ci avvolgono, i bambini del centro ci affascinano; coinvolti ed emozionati cominciamo il lavoro di costruzione della struttura che ospiterà la produzione dei mobili. Intorno a noi occhi che brillano, facce che ridono e ci accolgono dondolando la testa come un no, che, al contrario, è un segno di assenso e disponibilità.
Viaggiamo alla ricerca di un tessuto sociale che accolga le nostre idee sull’uso di materiali sostenibili per costruire oggetti intelligenti, essenziali al miglioramento.
Vogliamo legare la produzione al sociale per un profitto umanitario, siamo contro la proprietà intellettuale delle idee. Affascinati dal nuovo e dalla velocità con cui qui tutto cambia rapidamente, ci spostiamo nelle città vicine con corriere di linea e tuc-tuc che svicolano temerariamente nel traffico caotico e convulso per conoscere usi e mercato dell’arredamento. Dovunque nuovi edifici, strade, infrastrutture, in un mondo che viaggia ad alta velocità con una densità di popolazione a cui non siamo abituati, ci lasciamo trascinare dagli eventi cercando di comprenderne le leggi che li regolano e la cultura che li spinge.
Prima di Natale rimaniamo prigionieri di Bangalore megalopoli del Karnataka. Partiti senza pensare ai biglietti di ritorno e non trovando posti ne su treni ne su corriere, che ci portino diretti a casa, siamo costretti a passare per gli altipiani. Il Viaggio dura 20 ore, arrampicati sulle montagne tra paesaggi onirici. Sbatacchiati da tornanti e dossi, ricorrenti nelle strade indiane per rallentare il traffico, saliamo sulla montagna fino alle valli delle ordinate coltivazioni del tea tra laghi. Quasi una liberazione. L’aria rarefatta e un ordine naturale hanno sciolto le membra dalle fatiche del viaggio. E’ stato come entrare in un altro mondo. Si scopre giorno dopo giorno questa terra di fiumi e laghi in una natura rigogliosa. L’acqua si insinua nella terra dal mare formando paesaggi multiformi pieni di animali a noi sconosciuti, canali navigabili con barche dalle forme fiabesche.
Si arriva finalmente a casa. Una doccia ci rimette in vita e ora, pronti per la cena della vigilia di Natale, ci aspettano i bambini di Mother and Child con i loro volti sempre sorridenti e con balli e canti per le celebrazioni.
Passate le feste torniamo al nostro lavoro, alle decisioni sui materiali da impiegare ed ai disegni della costruzione del laboratorio di design. Riflettiamo sulla possibilità di introdurre nel tipico tetto di bamboo di Munnar forme diverse e nostre da quelle tradizionali. Il nostro intento è di rispettare le tradizioni del luogo e nello stesso tempo trovare delle soluzioni alternative ed innovative.