Informazioni che faticano a trovare spazio

L’allarme diossina. Il ministero ai Nas: controlli anche sul latte

Diossina nelle uova tedesche, ma oggi sabato è stata scoperta a Berlino anche in carne di pollo (la notizia viene dal periodico Focus). L’azienda criminale, la Harles und Jentzsch che ha venduto mangime alla diossina (nascondendo i dati rilevati già dallo scorso marzo), lo ha smerciato anche agli allevatori di mucche. Non si esclude quindi contaminazione nel latte tedesco. Quanto di questo latte arriva in Italia?

Si calcola un litro ogni cinque consumati (nella foto un camion bloccato durante le manifestazioni degli allevatori italiani). Gran parte del latte tedesco, a buon mercato, finisce peraltro nell’industria casearia. Altra parte però viene immesso nella distribuzione di latte.

Chi, tra i distributori italiani, compra latte tedesco? Un po’ tutti, anche se ci sono aziende come Lattesano che fanno ricorso prevalente alla filiera locale.

Cosa si consuma a Roma? A Roma la maggior parte della quota di mercato è acquisita dalla  Centrale del latte, controllata da Parmalat.

Da agosto, in seguito all’incendio dello stabilimento romano (prossima la riapertura), il latte della Centrale viene prodotto altrove, in particolare nello stabilimento Parmalat di Caserta. Basta guardare sulla bottiglia, il luogo di produzione è indicato.

E’ tutto latte degli allevatori locali? Sappoiamo solo che il latte locale è comprato a 38 centesimi al litro, un prezzo più alto del latte estero. E riguardo al latte estero c’è anche di peggio, il latte dei paesi del blocco dell’est, notoriamente il peggiore perché pastorizzato perfino quattro volte prima di essere smerciato definitivamente.

Non è un segreto per nessuno che buona parte diu questo latte estero, tedesco compreso, finisca nel latte Uht, quello a lunga conservazione. I Nas hanno appena ricevuto ordine dal ministero della salute di effettuare controlli. Si presume che inizieranno lunedì. Analoghi controlli sono stati richiesti dal ministero alle aziende di produzione-distribuzione. Conclusione? E’ ancora presto per diree con sicurezza qualsiasi cosa sul latte che è in circolazione in Italia e a Roma.

Riporta il Secolo XIX online:

«Il mangime contaminato da diossina è stato dato anche alle mucche – ha detto alla Bild Manfred Santen, un chimico di Greenpeace -. Negli animali la diossina si deposita nella parti grasse, quindi anche nel latte». «Al momento non è escluso che il latte contaminato da diossina abbia raggiunto gli scaffali dei supermercati», gli ha fatto eco Christiane Gross, portavoce dell’associazione non governativa Foodwatch, che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare. In Italia, intanto, fonti del ministero della Salute che sono in contatto sia con le autorità tedesche sia con quelle europee,confermano che nessuna segnalazione di alimenti a rischio diossina dalla Germania è pervenuta alle nostre autorità di controllo. In Germania, invece, il numero di regioni colpite – secondo la stampa – è salito da 10 a 12 su 16, mentre in Europa finora il caso ha interessato l’Olanda e il Regno Unito, dove sono stati esportati i prodotti contaminati. (Secolo XIX)

Secca la reazione del senatore Ignazio Marino (Pd):

“Per una maggiore sicurezza e tranquillita’ dei cittadini, il ministero dovrebbe chiarire se al momento è sicuro mangiare uova importate dalla Germania. Oppure se non sia più prudente sospenderne temporaneamente la vendita, in particolare di quelle provenienti dalle zone nelle quali le autorità tedesche sono intervenute con norme restrittive. Lo stesso dubbio riguarda il commercio della carne di maiale tedesca e il latte di cui l’Italia usufruisce in grandi quantità”. Lo afferma Ignazio Marino, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale del Senato. “In attesa delle verifiche dei prossimi giorni e dei dati certi che saranno forniti dall’Istituto Superiore di Sanità e dai NAS, forse sarebbe opportuno tutelare la salute dei cittadini, anche ricorrendo ad un eccesso di prudenza”.

Infine rivelazioni dello Spiegel in Germania sull’azienda che ha smerciato mangimi alla diossina:

La Harles und Jentzsch, la società tedesca dello Schleswig-Holstein (Nord) al centro dello scandalo delle uova alla diossina, ha nascosto alle autorità i risultati dei test che indicavano livelli eccessivi di questa sostanza nei grassi animali che utilizzava per la produzione di mangimi: lo scrive il settimanale tedesco Der Spiegel in un articolo che verrà pubblicato nell’edizione in edicola lunedì. In particolare, il giornale scrive che funzionari delle autorità del Land hanno visitato la società il 28 luglio 2010, ma l’azienda non ha consegnato loro i risultati dei test interni che erano stati fatti sui propri prodotti. Le analisi in questione, prosegue lo Spiegel, erano state eseguite il 19 marzo e il 21 giugno 2010. Il primo test aveva rilevato 1,6 nanogrammi di diossina per kg di acido grasso rispetto al livello di guardia di 0,75 nanogrammi per kg (equivalente a 0,7 picogrammi per grammo), mentre il secondo aveva dato un valore di 1,4 nanogrammi. Sempre secondo il giornale, un terzo test eseguito dalla società il 7 ottobre scorso ha dato un valore di 1,44 nanogrammi per kg di acido grasso.(Der Spiegel)

Attualmente l’allarme in Germania ha raggiunto 10 dei 12 lander. 4709 le aziende coinvolte, di cui 4468 in Bassa Sassonia. Dopo la mozzarella blu la Germania di Frau Merkel ora produce uova e carni (e forse latte) alla diossina, sostanza cancerogena bastarda perché inodore, incolore e impalpabile.

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