Roma, via Nazionale, un piccolo hotel, ore 5 del mattino. Una giovane turista cilena sente che qualcuno è entrato nel letto e comincia a toccarla. Lei urla, si alza, corre alla porta, la trova sprangata, continua a urlare, l’uomo fugge. Allora la ragazza apre il computer, attiva Facebook e chiama il suo ragazzo in Cile. Questi chiama dal Cile su Skype la Polizia Municipale di Roma. La Municipale allerta la sala operativa della Questura. Una volante arriva all’hotel e arresta l’uomo, D.A., un inserviente albanese che ha una stanzetta dell’albergo dove dormire..
Sentita dagli agenti, la donna ha riferito che al suo arrivo nell’hotel era stata “avvisata” del fatto che poteva condividere la stanza con terze persone, anche per il costo basso del soggiorno giornaliero. Dopo essere stato accompagnato negli uffici del commissariato Viminale, l’uomo, un albanese di 30 anni, è stato fermato dalla polizia giudiziaria, con le accuse di violenza sessuale e sequestro di persona.