Un film in ricordo di Libero Grassi e della sua lotta contro la mafia
venerdì, 7 Gennaio, 2011Un film in ricordo di Libero Grassi. Vent’anni fa col suo sacrificio inizia la rivolta contro il pizzo. Lunedì sera alle 20 a Roma all’Antù di via Libetta 15c
LIBERO NEL NOME
Film documentario su Libero Grassi
di Pietro Durante
“Uomini della mafia, risparmiate i vostri soldi per i proiettili: non vi
pagherò mai… “
ANTEPRIMA LUNEDI’ 10 GENNAIO 2011 ORE 20.00
Antù – via Libetta 15/c (zona Ostiense) Roma – Tel: 0681107625 – 3939051555
Interverranno: PINA, ALICE e DAVIDE GRASSI, moglie e figli di Libero Grassi
PAOLO BUTTURINI, Segretario Associazione Stampa Romana
ANDREA CATARCI, Presidente XI Municipio
GAETANO SAVATTERI, giornalista del TG5
Sono passati vent’anni. Libero Grassi, imprenditore palermitano, si rivolge direttamente agli estortori, che da
lui pretendono il pizzo, con una lettera pubblicata in prima pagina sul Giornale di Sicilia. E’ il 10 gennaio
1991. Per molti è la data che segna l’inizio della lotta al racket. Da quel momento nessuno può più dire “io
non sapevo”.
Libero Grassi non ha una statua che lo ricorda, né una piazza o molte vie a lui intitolate. Libero Grassi ha
una lapide, scritta a mano e una macchia rossa dipinta ogni anno dalla moglie e dai figli, sul marciapiede
dove i killer di Cosa Nostra lo hanno ucciso sparandogli alle spalle. Molti anni più tardi, la sua idea ha
scatenato una rivoluzione possibile che oggi coinvolge oltre diecimila cittadini palermitani che si riconoscono
in una frase:
“UN INTERO POPOLO CHE PAGA IL PIZZO È UN POPOLO SENZA DIGNITÀ”
La vicenda di Libero Grassi viene rivissuta, in questo documentario, dalla moglie e dai figli che ora
raccontano anche una nuova storia, quella della sua eredità morale.
I ragazzi di Addiopizzo, con un imprenditore che come Grassi si è ribellato, insieme al presidente
dell’associazione Libero Futuro che assiste gli imprenditori taglieggiati dalla mafia e a chi ha voluto la
modifica del codice etico di Confindustria, raccontano una straordinaria Palermo animata da una nuova
dignità popolare. Si avvera così il sogno di Libero Grassi.
Il 29 agosto 1991 è stato ucciso, ma “è morto da persona viva”.
Non era un eroe, era un “siciliano normale” che si divertiva a ripetere, coerentemente con tutte le scelte che
ha fatto, che il suo “più che un nome è un aggettivo”.
LIBERO NEL NOME
(70 minuti – HDV)
Scritto, diretto e prodotto dal regista romano Pietro Durante.
Il 10 gennaio 2011 saranno passati vent’anni dalla sua denuncia pubblica e, il 29 agosto 2011, venti
dall’assassinio.
Pro-memoria:
Il 10 gennaio 1991 Libero Grassi fa pubblicare al “Giornale di Sicilia” una lettera nella quale motiva razionalmente il suo no all’ennesimo ricatto estorsivo: ”….. Volevo avvertire il nostro ignoto estortore che non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia…..se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al “Geometra Anzalone” e diremo no a tutti quelli come lui”.
L’imprenditore rifiuta l’offerta di una scorta personale, ma consegna simbolicamente alle forze di polizia le quattro chiavi dell’azienda, chiedendo così protezione per gli stabilimenti della SIGMA.
Nel frattempo l’imprenditore viene contattato da Sandro Ruotolo, redattore di “Samarcanda”, che lo invita a RAI 3 per parlare della sua lotta condotta, purtroppo, nell’indifferenza degli industriali siciliani. La trasmissione dell’11 aprile 1991 è fondamentale nell’iter di contrapposizione al crimine che Grassi sta conducendo, perché rende il suo caso di dominio nazionale, quale emblema civile della lotta alla mafia. A questo punto rendendosi conto del ruolo che sta assumendo, dichiara con forza a Santoro: “Non sono un pazzo, sono un imprenditore e non mi piace pagare. Rinuncerei alla mia dignità. Non divido le mie scelte con i mafiosi”.
Alla fine di maggio una giornalista tedesca Katharina Burgi, della rivista “Nzz Folio”, viene invitata a Palermo per trarre impressioni e notizie sul fenomeno della mafia. Tra le persone che incontra vi è Libero Grassi, l’imprenditore divenuto famoso, in Europa e Usa, per aver rifiutato pubblicamente di cedere al ricatto che gli imponeva la mafia. La giornalista rimane colpita dalla forza interiore di Grassi. Egli appare deciso a lottare per la difesa dei propri interessi, con la speranza che il suo esempio sia, per tanti altri siciliani rassegnati dinanzi alla forza della mafia, l’inizio di una ribellione pacifica che sottragga il nome della Sicilia alle accuse di mafiosità.
Libero Grassi viene assassinato il 29 agosto 1991 alle ore 7:30 del mattino.
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