Vorticisti inglesi alla Guggenheim di Venezia. Per la prima volta in Italia
martedì, 11 Gennaio, 2011
Finalmente alla Guggenheim di Venezia una mostra importante: per la prima volta in Italia i “Vorticisti”, l’avanguardia inglese tra il 1913 e il 1915 coeva dei cubisti e dei futuristi con cui mostra evidenti legami. La mostra (dal 29 gennaio) s’intitola “I vorticisti, artisti ribelli a Londra e a New York, 1914-1918”. A curare l’esposizione Mark Antliff e Vivien Greene.
Un centinaio di opere tra quadri, sculture, opere su carta, fotografie e stampe illustrano la corrente fiorita tra il 1913 e il 1918. In occasione dell’apertura della mostra si terrà un simposio a cui parteciperanno nove studiosi e ricercatori di fama internazionale, che presenteranno in modo ampio e approfondito gli artisti e i pensatori che contribuirono alla diffusione del movimento vorticista.
Il vorticismo è un movimento culturale che prende vita in Inghilterra nel 1913 – in pittura ma anche in letteratura – e che nella raffigurazione di forme a vortice vuol esprimere il concetto di energia e di forza inserendo nella pittura movimento e dinamismo. È una corrente stilistica che avrà breve durata, ma che riveste una certa importanza per essere la prima espressione di un astrattismo inglese che si sviluppa parallelamente alle prime manifestazioni non figurative in tutta Europa, sotto la spinta delle opere rivoluzionarie di Picabia e Kandinski.
Il termine “vorticismo” è stato coniato da Ezra Pound con Wyndham Lewis (sopra un autoritratto) fondatore della rivista “Blast”, a review of the Great English Vortex”. Il termine fu ricavato da un’affermazione di Umberto Boccioni che definiva “l’arte come risultato finale di un vortice di emozioni”. Il termine divenne l’imperativo creativo del Rebel Art Centre di Londra tra il 1913 e il 1915.
Attraverso le opere dei suoi rappresentanti – Wyndham Lewis, Edward Wadsworth, William Roberts, Jessica Dismorr, Henri Gaudier-Brzeska, Lawrence Atkinson, Cuthbert Hamilton, William Roberts, Helen Saunders, marginalmente lo scrittore Richard Aldington e il fotografo Malcolm Arbuthnot. – il Vorticismo mostra toni molto aggressivi, celebrando il movimento e la macchina e attaccando il sentimentalismo e l’autocompiacimento della cultura britannica contemporanea.
Figura centrale del movimento, nella veste di teorizzatore e di artista, fu Wyndham Lewis, editore della rivista Blast (di cui apparvero solo due numeri nel 1914 e nel 1915). I vorticisti esposero le loro opere in una sola mostra che si tenne alla Galleria Doré di Londra nel giugno del 1915. Oltre agli esponenti ufficiali del vorticismo, vi parteciparono anche David Bomberg e Christopher Nevinson. Jacob Epstein fu invece escluso, ma le sue opere furono riprodotte su Blast e oggi è generalmente considerato un vorticista. Nel gennaio 1917 il collezionista americano John Quinn, che aveva acquistato, su consiglio di Pound, la maggior parte delle opere vorticiste, organizzò una mostra al Penguin Club di New York.
Del futurismo, presentato a Londra nel 1912 alla Sackville Gallery, i vorticisti condividevano lo spirito moderno e l’esaltazione della meccanica ma si distanziavano da questo sul concetto e sulla resa pittorica del «movimento». Il tentativo di annessione dei vorticisti da parte di Marinetti, nel 1914, fu comunque respinto.
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