Riprendo questa nota di Alessandro Smerilli su Facebook. Lettore del Foglio, cosa che da tempo evito di fare, ha notato questa simpatica letterina del governatore del Veneto Luca Zaia a quell’altra cima che è Giuliano Ferrara. Ecco come viene risolta la geografia italiana in questa corrispondenza:
Il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, il più colto dei leghisti, quello che pensava (e forse pensa tuttora) che il romanzo “Memorie di Adriano”, scritto da Marguerite Yourcenar e pubblicato nel 1951, fosse una riedizione di quanto già pubblicato dallo stesso imperatore Adriano (76-138 AD), si cimenta oggi anche in geografia. Lo fa scrivendo a Giuliano Ferrara, direttore del “Foglio”. Zaia lamenta che l’Italia sia “un mosaico di territori diversi per storia e tradizioni, anche culinarie. Ed è vittima di uno stato centralista che vorrebbe imporre la stessa minestra sciapa e indigesta dalle Alpi alla Sicilia, e la stessa lingua dal Manzanarre al Reno.”
Ovviamente con malcelata modestia cita il Manzoni del “cinque maggio”, ma dal contesto appare chiaro che Zaia pensa che il Reno sia il fiume che nasce in Toscana e, attraversando l’Emilia, sbocca in Adriatico a sud del Po. Non si capirebbe altrimenti come potrebbe fare il perfido stato (lettera minuscola) centralista italiano a imporre la stessa lingua, oltre che la stessa minestra sciapa, dal Manzanarre al Reno, se non identificandolo col fiume di Bologna. Il presidente della regione Veneto non sospetta nemmeno che esista un altro fiume Reno, che nasce nelle alpi Svizzere e attraversa l’Austria, la Germania, il Lichtenstein, la Francia e Paesi Bassi prima di sboccare nel Mare del Nord. Permane una curiosità: in quale regione italiana il presidente Zaia, secondo il quale non si vive di solo pane ma anche di conoscenza, colloca il Manzanarre e la principale città che esso attraversa, ossia Madrid?