Mercenari africani dal Benin trasportati in Libia: per ogni ucciso promessi dal regime di Gheddafi 12 mila dollari.
Secondo la tv araba Al Jazeera, sabato alcuni aerei da trasporto militari carichi di armi per la polizia sono atterrati in un aeroporto a sud di Bengasi.
Forze speciali sarebbero inoltre pronte ad agire, pensate e organizzate per una lotta senza confini: l’obiettivo è annientare la protesta e per farlo, spiega un oppositore, si reclutano «unità militari di origine africana, che non hanno legami tribali e sulle quali si può quindi contare per una letale campagna di repressione».
Gheddafi sta usando poi anche infiltrati e cecchini che sparano dai tetti. A Bendasi sparati razzi contro la folla.
I morti probabilmente sono oltre i 250. 120 bare contate in ospedale a Bengasi,
42 i colpiti a un funerale uccisi da cecchini dai tetti, mille feriti in ospedale.
Ma il regime comincia ad avere il fiato corto. Mustapha Karroubi si sarebbe dimesso da capo dei servizi segreti. E così mentre la Libia appare isolata dal mondo – con Al Jazeera oscurata,
Twitter e Internet bloccati, o giornalisti esteri limitati a Tripoli – la protesta dall’est raggiunge anche l’ovest del paese: a Misurata (200 km da Tripoli) si contano 9 vittime, Zentan è controllata dagli insorti, a Tripoli una protesta davanti al tribunale e in alcune strade.
Google intanto ha messo a disposizione dei numeri con i quali arrivare a Twitter, per consentire ai libici di comunicare anche col blocco di Internet. Lo riferisce il sito Lybia Al Youm.
Ma è la Cirenaica il cuore della protesta, Questo il quadro:
Derna la popolazione controlla la città
Al Bayda centro in mano a insorti
Qobba la polizia è scappata
Cirene-Shalat bloccato l’aeroporto, la polizia si è arresa
Tobruk terminale petrolifero in mano insorti
Valico Musaid con l’Egitto controllato da insorti.