Un milione, due milioni, il Cairo è tutto in piazza Tahrir (nella foto). E guarda verso Qasr Al Qubba dove è asserragliato Mubarak. Al quale El Baradei a nome della Coalition for change ha dato un ultimatum: entro venerdì deve lasciare, se non vuole un bagno di sangue…
La Bbc rivela che i vertici militari sono tutti contro Mubarak. E l’opposizione ha rifiutato contatti col governo Souleiman. Secondo l’Onu in Egitto i morti sarebbero 300, 3000 i feriti. Già molti di più di quelli appena contati in Tunisia sempre dall’Onu: 219 morti e 5120 feriti.
Sono i sacrifici umani di questa rivolta del mondo arabo che sta attraversando tutto lo scacchiere. Anche in Marocco ci sarebbero stati immolazioni, una dozzin a di roghi umani, di cui non si è saputo nulla. Ad accusare è il fratello del re Hassan, oppositore del regime.
In Algeria l’opposizione riunita nel cartello Coordinamento nazionale per il cambiamento ha indetto una manifestazione nazionale per il 12 febbraio. In corso nel paese vari scioperi di categoria.
In Siria sono nati attraverso Facebook gruppi che chiedono cambiamento. Uno si chiama “Révolution syrienne 2011”. Si aspetta la giornata di venerdì per fare dopo la preghiera una manifestazione a Damasco.
In Giordania dopo le proteste per il carovita il ree Abdallah ha rimosso il capo del governo: via Samir Rifai, sostituito dall’ex generale Marouf Bakhit. Basterà questo maquillage governativo a placare la protesta?
Nello Yemen giovedì di alta tensione: il presidente contestato Saleh riunisce il parlamento, per strada la “giornata della collera”.
Torniamo all’Egitto. Sono forse 300 le persone morte nelle proteste in Egitto, ha affermato oggi a Ginevra l’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay, citando notizie “non confermate”. I feriti potrebbero essere oltre tremila, centinaia gli arrestati. ”Le vittime continuano a salire su base quotidiana, con notizie non confermate che indicano fino a 300 persone uccise finora, oltre 3mila ferite e centinaia arrestate”, ha affermato Pillay in una dichiarazione estremamente severa sulla situazione in Egitto e nei confronti delle autorità. ”Con un milione di persone attese oggi nelle strade, esorto l’esercito e la polizia ad agire con la massima attenzione e moderazione”, ha aggiunto. Pillay ha esortato le autorità ad ascoltare le domande degli egiziani in favore di riforme fondamentali per accrescere la democrazia ed i diritti umani nel Paese nordafricano.
Una parte della piazza è in mano ai fondamentalisti islamici. Ma il resto della popolazione sta reagendo molto bene alla nuova situazione, con ronde autorganizzate in alcuni quartieri e perfi no la raccolgta autonoma dell’immondizia.