A Teheran i basiji, gli orridi difensori armati del regime, hanno costretto la famiglia di uno dei morti di lunedì a sostenere che era in piazza a difesa del regime. Poveri genitori minacciati da questi pasadaran.
In realtà lo studente dell’accademia di belle arti Sanée Zhaleh, l’ucciso, come spiega il sito pro-dissidenza on-line www.rahesabz.net era un attivista del Movimento Verde di Moussavi. L’agenzia di stampa ufficiale Irna ha invece sostenuto che il giovane era un “difensore del regime”, che era entrato come volontario nella milizia islamica ‘Basij’, e che è stato colpito da fuoco di armi leggere durante la manifestazione, cui non aveva di certo aderito.
Comunque sia, l’effetto di questa orribile manipolazione della realtà si è riversato sul funerale del giovane con scontri fra sostenitori del regime e delle forze di opposizione. L’emittente televisiva di Stato ‘Irib’ ha riferito che “la dinamica degli incidenti resta però piuttosto confusa”. A scontrarsi in particolare un gruppo filomarxista, i Monafeghim, con i partigiani del governo. Questi ultimi, i fiancheggiatori del governo, durante la cerimonia funebre avevano intrapreso una contro-dimostrazione “cantando slogan di ‘Morte agli ipocriti! Morte all’America”! Morte ai sionisti! Morte ai Monafeghin! Morte a Moussavi e Karroubi!'”; poi avrebbero costretto con la forza gli avversari a disperdersi, ha aggiunto la televisione pubblica iraniana.