Informazioni che faticano a trovare spazio

A Bologna in migliaia per Francesco Lorusso

In memoria di Francesco Lorusso, un corteo in corso a Bologna con migliaia di giovani partecipanti. Come nel ’77, uno striscione per dire: “Francesco è vivo e lotta insieme a noi” (nella fotro il corteo del ’77). Repubblica online del 13.3.2011 ne riferisce così:

In mille hanno risposto alla chiamata degli ex militanti di Lotta Continua per ricordare Francesco Lorusso, lo studente di Medicina ucciso negli scontri fra forze dell’ordine e giovani l’11 marzo 1977. Ieri la commemorazione sotto la lapide in via Mascarella, dibattiti nelle aule di via Belmeloro e un incontro fra i protagonisti dell’epoca alle Scuderie, oggi il corteo che sta sfilando in città, composto soprattutto dai giovani di allora.

Fra i volti noti Mauro Collina e Valerio Monteventi. Sono state distribuite circa 50 bandiere col simbolo originale di Lotta continua. In piazza anche Haidi Giuliani, la mamma di Carlo. “Ho conosciuto il padre di Francesco (nel frattempo è morto, ndr), siamo andati tante volte insieme in via Mascarella, al suo funerale ho detto che sarei venuta, non certo perché potessi prenderne il posto, alla cerimonia di anniversario del figlio”. A scandire i diversi momenti della manifestazione  lo slogan “Francesco è vivo e lotta insieme a noi”.

Luca Soncini

Sulla pagina del circolo Danilo Doldci di Sel Beppe Ramina ha scritto ieri:

L’11 marzo del 1977, durante una scontro, un giovane carabiniere prese la mira e sparò uccidendo Francesco Lorusso, 25 anni, studente di Medicina, militante di Lotta Continua. Ero con lui quando morì.

Dagli anni Sessanta l’Italia era attraversata da movimenti di milioni di persone. Alla testa, gli operai delle grandi fabbriche, specialmente quelli immigrati dal Sud, i giovani, gli studenti e, dalla metà degli anni Settanta, le donne.

Eppure la continuità che, nel corso dei lustri, aveva tenuto assieme la Resistenza antifascista e antinazista coi movimenti rivoluzionari e di contestazione, si avvicinava a un momento di frattura, di discontinuità.

Il movimento del ’77, che ebbe come punte avanzate, innovative, Bologna e, per altri aspetti, Roma, segnò l’ingresso in un mondo nuovo, inesplorato e inatteso.
La memoria si frantumò, la ribellione prese il posto del progetto rivoluzionario, gli individui non si identificarono più con le masse e con le storie del movimento operaio e comunista.

Il ’77 disseminò idee e fatti nuovi. Poi si inabissò, anche a causa dello scontro che rese protagonisti lo Stato, il terrorismo di sinistra e di destra, i servizi segreti italiani e esteri.

E’ una storia lunga. Da raccontare.
Anche quest’anno si celebra il ’77. La mia generazione lo fa più che altro senza generosità, guardandosi in uno specchio distorto, con l’egoismo che spesso prende gli anziani, celebrando se stessa.
Beppe Ramina

Quell’11 marzo del 1977:

La mattina dell’11 marzo 1977 a Bologna, in seguito a un contrasto sorto nell’Istituto di Anatomia fra alcuni militanti del movimento e il servizio d’ordine di Comunione e Liberazione, i giovani del gruppo cattolico si barricano all’interno di un’aula, invocando l’intervento delle forze di polizia.
Arrivano i carabinieri, caricano, iniziano degli scontri. Nel corso degli scontri successivi, Francesco Lorusso viene raggiunto da un proiettile mentre sta correndo, insieme ai suoi compagni, per cercare riparo. Muore sull’ambulanza, durante il trasporto in ospedale. Alcuni testimoni riferiranno di aver visto un uomo, poi identificato nel carabiniere ausiliario Massimo Tramontani, esplodere vari colpi, in rapida successione, poggiando il braccio su un’auto per prendere meglio la mira. Lo sparatore, arrestato agli inizi di settembre e scarcerato dopo circa un mese e mezzo, sarà in seguito prosciolto per aver fatto uso legittimo delle armi.
Il funerale di Francesco Lorusso dovette svolgersi in periferia, il prefetto vietò perfino la camera ardente in città. Cionostante vi parteciparono parecchie migliaia di persone, con numerose delegazioni operaie.

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