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Case Enasarco, la difesa del senatore Amoruso: in quel palazzo ai Parioli tanti altri parlamentari, anche della mia commissione…

INTERVISTA A RADIO24 DOPO LE RIVELAZIONI DI CORRIERE.IT

Enasarco, il senatore Amoruso si difende
«C’erano tanti come me in quel palazzo»

L’ex presidente della Commissione di controllo sugli enti previdenziali ha una casa ai Parioli: 150 mq a 1.300 €
al mese. «Prezzo conveniente, ma ho avuto tante spese»

ROMA – «Cercavo una casa, avevo chiesto anche ad altri enti come la Cassa dei notai, poi ho saputo che a via Civinini l’Enasarco aveva tre appartamenti liberi…». Così il senatore Filippo Maria Amoruso in diretta a Radio24 – giovedì nel corso della trasmissione «9 in punto», curata da Oscar Giannino – ha cercato di spiegare il suo status di titolare di un appartamento ai Parioli pagato molto al di sotto del valore di mercato. «Così scelsi quello, indubbiamente il prezzo è conveniente – ha proseguito il senatore Amoruso -. Però in quel palazzo ci sono tanti altri parlamentari anche della stessa commissione di controllo sugli enti di cui sono stato presidente». «Ecco, appunto», ha interloquito in diretta, giovedì mattina il conduttore di Radio 24.

IL SENATORE: «PREZZI RIDICOLI» – «Come presidente ho fatto indagini conoscitive sui patrimoni degli enti, in quella occasione è emerso che era poco accettabile che in enti pubblici si locavano appartamenti di alto prestigio a prezzi ridicoli. Una cosa scandalosa. Poi è emerso che dopo la cartolarizzazione gli enti davano appartamenti a persone abbastanza famose…».

PRIVILEGI E ACCORDI SINDACALI – Radio 24 interrompe il senatore chiedendogli allora: «Ma lei si rende conto del privilegio che lei stesso ha avuto con un appartamento affittato a questo condizioni?». «Era un appartamento però disastrato – ha replicato l’interessato – L’ente mi ha rimborsato una parte delle spese sostenute, io però ne ho speso per quattro volte tanto…». Così la difesa del senatore Amoruso che è stato seguito poi da alcune precisazioni del presidente dell’Enasarco Brunetto Boco.
«Nel 2004 gli affitti erano determinati da accordi con i sindacati – ha spiegato Boco -, solo due anni dopo nel 2006 li abbiamo trasformati in mercato libero. Ma da allora abbiamo anche avviato un piano di dismissione delle case, 15 mila solo a Roma, altre tremila nel resto d’Italia di cui 1200 a Milano. E questa operazione ci riporta alla missione originale dell’ente: gestire pensioni».

TELEFONATE DI PROTESTA – La trasmissione, diventando piuttosto infuocata, ha poi raccolto le telefonate di numerosi ascoltatori, molti dei quali rappresentanti di commercio spesso scandalizzati da questa gestione delle case. Ultimo intervento, quello dell’attuale presidente della Commissione parlamentare di controllo sugli enti di previdenza, Giorgio Jannone, che ha dato notizia di due rami d’inchiesta avviati in questa legislatura dalla commissione.
«Ci stiamo occupando – ha ricordato Jannone – dei titoli immobiliari in cui gli enti hanno effettuato investimenti, visto che alcuni enti avevano a suo tempo scelto anche titoli della Lehman Brothers che poi abbiamo visto che fine hanno fatto. E infine ci stiamo occupando del patrimonio immobiliare.

IL CASO LEHMAN BROTHERS – Titoli, anche questo capitolo apre squarci inquietanti sull’attività degli enti. Che ci fa l’Enasarco nella Lehman Brothers? Se lo è chiesto tempo fa una dipendente dell’ente chattando sul web nel forum «Enasarco.forumfree.net». Nel palazzo di via Antionotto Usodimare se ne dicono di tutti i colori. Che ci sono soldi finiti a Hong Kong, a Singapore, nei paradisi fiscali. I dipendenti e gli agenti di commercio tremano all’idea che l’ente faccia crac e che le pensioni svaniscano nel nulla. Ma finché restano voci, passi. Se invece diventano un post in un forum, nero su bianco, allora scatta la repressione.

DIPENDENTE PERSEGUITA – Si firmava col nickname «chenneso» la dipendente Enasarco che s’interrogava sui fondi all’estero, investments banking presso la società che è poi andata in clamorosa bancarotta il 15 settembre del 2008. La dipendente concludeva sul forum: «Più che un’amministrazione questa mi sembra un comitato d’affari…». «Era il 2007, presidenza Boco, e in poco tempo la polizia postale è riuscita a scovarmi – spiega l’interessata -, l’impertinente utente ero io, Angela Bernardini, responsabile Enasarco delle relazioni con il pubblico e delegata sindacale».
«In meno che non si dica mi sono ritrovata querelata e licenziata nel gennaio 2009 – aggiunge la funzionaria -, ma mi sono difesa di fronte al giudice civile dove nel maggio 2010 ho raggiunto comunque una transazione con l’ente. L’Enasarco ha ritirato la querela, io sono stata congedata con una somma concordata in aggiunta al Tfr dopodiché per vivere sono dovuta ricorrere a piccoli lavori. E tutto questo dopo ben 35 anni di lavoro fatto all’Enasarco».

Paolo Brogi
10 marzo 2011 Corriere della sera

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