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Sentenza: Tiziana Ferrario deve essere reintegrata nella conduzione del Tg1

Un otto marzo nel nome di Tiziana Ferrario. La Rai è stata condannata, il suo ricorso contro la conduttrice respinto, la Ferrario deve essere reintegrata nella conduzione del Tg1.

Tiziana Ferrario deve tornare a condurre il Tg1. Il tribunale di Roma ha infatti rigettato il reclamo dell’azienda contro l’ordinanza che il 28 dicembre aveva decretato la reintegrazione della giornalista nelle mansioni di conduttrice del Tg1 e di inviata per i grandi eventi.
Anche l’ordinanza collegiale, come già come quella del precedente giudice, ha ravvisato sia la lesione della professionalità della giornalista sia la discriminazione subita: “Sussistono elementi indiziari che convergono univocamente nel far ritenere che lo spostamento della lavoratrice dalle mansioni di conduttrice di telegiornale sia da addebitare più che ad effettive esigenze organizzative ad una volontà ritorsiva posta in essere dai vertici della redazione al fine di sanzionare il dissenso manifestato dalla giornalista nei confronti della linea editoriale impressa al telegiornale dal direttore”. “Ora la Rai non ha più alcun appiglio per non eseguire la decisione del giudice – dicono i legali della giornalista Domenico e Giovanni Nicola D’amati – Se sarà necessario, chi si è ostinato nella mancata esecuzione dell’ordine del tribunale sarà chiamato a risponderne personalmente nelle

sedi competenti.

Lei dice : “E’ il più bel regalo che potessi ricevere per la festa dell’8 marzo, dopo mesi di dolorosa solitudine e umiliazione come donna. Deve essere chiaro che questo non è il problema di Tiziana Ferrario, ma  è un problema di tutti, perché la difesa della libertà di stampa e della completezza dell’informazione nel servizio pubblico non può essere  vista come una battaglia individuale, ma è una battaglia  che coinvolge tutti e richiede  un’ azione collettiva decisa”.

Stizzita, e non poco, la reazione di Minzolini: “La Ferrario sarà in festa ma sicuramente saranno in lutto le giovani potenziali conduttrici cui la stessa Ferrario ha impedito di avere una carriera restando incollata a quella poltrona per 28 anni”.

Secca la presa di poszione dell’assemblea di redazione del Tg1 che respinge le parole di Minzolini, condanna le offese alla collega Ferrario, invitando il direttore e l’azienda al rispetto delle sentenze della magistratura”.

Controreplica di Minzolini: “Nessuna offesa ma dati di fatto e comunque all’assemblea su 174 colleghi hanno preso parte in 25, di questi hanno approvato il documento in 23”.

“Le sentenze della magistratura si applicano, non si commentano”. E’ questa la posizione del presidente della Rai, Paolo Garimberti. Posizione che il presidente aveva espresso anche sul reintegro di Paolo Ruffini alla direzione di Rai 3. Per il consigliere d’amministrazione della Rai Nino Rizzo Nervo “le decisioni dei giudici si rispettano e si applicano anche quando non si condividono. Per questo annuncia che chiederà al consiglio di amministrazione di impegnare il direttore generale Masi Masi a dar seguito alla decisione del tribunale. Si schiera anche il Pd che, per bocca del responsabile cultura e informazione Matteo Orfini, parla di “discriminazioni politiche” e chiede il reintegro in video della giornalista. Per la Federazione nazionale della Stampa il reintegro “è un atto di legalità”.

Secondo l’Usigrai, l’unione sindacale dei giornalisti Rai, “al di la del provvedimento riguardante Tiziana Ferrario sono le motivazioni a esigere un intervento aziendale”. Il segretario dell’Unione Carlo Verna spiega: “Pensiamo che se dei giudici sostengono che sussistono elementi indiziari che convergono univocamente nel far ritenere che lo spostamento della lavoratrice dalle mansioni di conduttrice di telegiornale sia da addebitare più che a effettive esigenze organizzative, a una volontà ritorsiva posta in essere dai vertici della redazione”, implicitamente sanciscono che è stato violato anche il codice etico della Rai”. E conclude: “Chi deve intervenire e non lo fa è complice di Augusto Minzolini. Il direttore del Tg1 si pone contro l’assemblea, il comitato di redazione e i giudici. Cosa si aspetta per mandarlo via?”.

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