Informazioni che faticano a trovare spazio

Lampedusa: volontario canadese perquisito e trattenuto per ore

Ricevo questa denuncia da EveryOne, si aggiunge a quella pubblicata ieri, cosa sta succedendo a Lampedusa?

LAMPEDUSA, ATTIVISTA DIRITTI UMANI PERQUISITO E TRATTENUTO PER ORE DA AUTORITA’. EVERYONE: “ITALIA RISPETTI CARTA ONU A TUTELA DEGLI HUMAN RIGHTS DEFENDERS”

“Venerdì 15 aprile scorso Georges Alexandre, 42enne di origine canadese, difensore dei diritti umani del Gruppo EveryOne e del movimento “Kayak per il diritto alla vita”, è stato prima fermato e successivamente sottoposto a perquisizione personale e del suo furgone da Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza nell’isola di Lampedusa, dove opera da oltre cinque mesi offrendo assistenza ai migranti sbarcati dal Nord-Africa”. Lo rendono noto Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne. “Georges ha abbandonato il suo lavoro di impiegato in Canada per sposare la causa dei diritti umani a favore degli immigrati che in queste settimane sbarcano sulle coste di Lampedusa. E’ lì che li assiste giorno e notte con consigli sull’opportunità di richiedere protezione internazionale e con assistenza materiale continua, impiegando risorse personali per sfamare molti di loro e riparare ai loro bisogni più impellenti. E’ un uomo conosciuto da tutti, cittadini e forze dell’ordine, che ha recentemente documentato, anche per alcuni media stranieri, la condizione degli immigrati sbarcati sulle nostre coste”.

L’attivista, secondo quanto lui stesso ha riferito agli operatori di EveryOne, è stato fatto scendere nel pomeriggio di venerdì, in zona Albero Sole, dal furgone-camper all’interno del quale vive da una pattuglia di Carabinieri per un “controllo di routine”: gli sono stati chiesti i documenti personali e quelli del suo multivan. Successivamente, sono arrivati altri Carabinieri e agenti della Polizia di Stato, che hanno iniziato a interrogarlo sulla sua permanenza a Lampedusa, sul suo impegno per i diritti umani e sui suoi mezzi di sostentamento, mentre altri membri delle forze dell’ordine iniziavano a mettere a soqquadro l’abitacolo e la parte posteriore del camioncino. La perquisizione proseguiva, senza che Georges potesse ottenere spiegazioni, con lo smontaggio di alcuni neon interni al camper e l’esame accurato di ogni pertugio del veicolo, compreso il motore. Inoltre, tutti gli effetti personali dell’uomo venivano passati al setaccio. Dopo circa un’ora, giungeva sul posto una pattuglia della Guardia di Finanza con alcuni agenti, uno dei quali si identificava quale il responsabile del servizio aeronautico della GdF, che sottoponeva l’attivista alle stesse domande già poste da Carabinieri e Polizia. Due ore dopo l’inizio della perquisizione, intorno alle 19,15, l’uomo veniva condotto in caserma dai Carabinieri e nuovamente sottoposto a un serrato interrogatorio, mentre le Forze dell’ordine esaminavano i file contenuti nel suo PC. Alle 20,30 Georges Alexandre veniva rilasciato e gli veniva fatto firmare il verbale di perquisizione, dove veniva messo a conoscenza – solo allora! – della possibilità di farsi assistere da un legale durante la perquisizione testé effettuata, che non aveva dato esito ad alcunché di anomalo o illegale.

“Ciò che è accaduto al nostro attivista” commentano Malini, Pegoraro e Picciau, “è sintomo di un problema drammatico, ovvero la condizione cui in Italia e in altri Paesi sono soggetti i difensori dei diritti umani.  Gli operatori umanitari affrontano quotidianamente grandi rischi e subiscono, troppo spesso da parte delle autorità, controlli e pedinamenti, intimidazioni, denunce, perquisizioni, arresti e altri procedimenti iniqui. Ricordiamo alle autorità italiane” dichiarano gli attivisti, “che la missione degli Human Rights Defenders è riconosciuta dalle Nazioni Unite attraverso la Dichiarazione sui diritti e le responsabilità degli individui, dei gruppi e delle istituzioni sociali per promuovere e proteggere i diritti umani e le libertà fondamentali universalmente riconosciuti, adottata nel 1998. Pertanto,” spiegano, “ogni atto che impedisca lo svolgersi regolare della loro attività sul territorio, seppur giustificabile con motivazioni di ordine pubblico e attività di prevenzione, si configura come un chiaro abuso. Chiediamo alle autorità di Lampedusa, anche attraverso un appello al Ministro dell’Interno e al Ministro della Difesa, di non manifestare sospetto od ostilità al lavoro di Georges Alexandre e degli operatori umanitari come lui impegnati sul territorio per la tutela delle minoranze, ma di attenersi alla Dichiarazione delle Nazioni Unite e rapportarsi costruttivamente con l’attivismo per i diritti umani, componente essenziale della società civile in uno stato democratico. Abbiamo segnalato l’episodio” concludono i co-presidenti del Gruppo EveryOne, “all’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, allo Special Rapporteur delle Nazioni Unite sulla condizione dei difensori dei diritti umani, al Commissario europeo per la Giustizia, i Diritti fondamentali e la Cittadinanza e ai vertici di Front Line, organizzazione che tutela gli attivisti a rischio, affinché offrano sostegno a Georges Alexandre e prendano contatto con il Governo italiano, al fine di evitare la reiterazione di atteggiamenti ingiustificatamente duri nei confronti di Georges e del suo impegno civile in Italia”.

Per ulteriori informazioni:

Gruppo EveryOne

+39 393 4010237 :: +39 331 3585406

info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com

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