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Denuncia in Procura contro le intimidazioni in Cile nei confronti dei testimoni su Podlech

Questa mattina il parlamentare eletto in America Latina per il Pd, Fabio Porta, e il sottoscritto hanno presentato formale denuncia al Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo nei confronti delle iniziative promosse in Cile a carico di funzionari di polizia e di testimoni del processo Podlech che è in corso a Roma. Qui di seguito il testo della denuncia:

ALLA PROCURA DI ROMA

Al Procuratore Aggiunto Giancarlo Capaldo

La presente denuncia all’autorità giudiziaria è originata dalle recenti notizie che ci sono sopraggiunte dal Cile e che riguardano iniziative che appaiono direttamente collegate col processo che si sta celebrando a Roma per iniziativa della Procura di fronte alla Prima Corte d’Assise nei confronti dell’ex procuratore militare cileno di Temuco Alfonso Podlech Michaud (nella foto) accusato di aver eliminato nel 1973 il cittadino italiano Omar Venturelli.

Apprendiamo infatti dal Cinprodh (il Centro di investigazione e di promozione dei diritti umani di Temuco) e da altre fonti come la radio dell’università del Cile – di cui alleghiamo i relativi comunicati per conoscenza – che è stata avviata dal “fiscal” della Novena Regiòn  Cristian Crisosto un’inchiesta giudiziaria originata da una querela di parte del figlio dell’accusato, l’avvocato Alfonso Podlech Delarze, e che questa inchiesta ipotizza il presunto reato di “falsificazione di strumento privato” a carico di due funzionari cileni di polizia della Brigada Investigadora de los delitos contra los Derechos Humanos, la ispettrice Valeria Hernandez Aravena e il sottocommissario Victor Vielma Vargas.

Il reato contestato sarebbe stato commesso nel corso di investigazioni sulle responsabilità del Procuratore Militare Alfonso Podlech Michaud.

Contemporaneamente apprendiamo sempre dalle stesse fonti che un’analoga iniziativa giudiziaria originata da querela dell’avvocato Podlech Delarze riguarda uno dei più importanti testimoni del processo in corso a Roma, Mario Carril Huenuman, che ha effettuato due rilevanti deposizioni in aula.

Questa improvvisa attività che coincide temporalmente col momento più delicato del processo in corso a Roma giunto alla fase finale è qualificata dalle fonti citate come una “manovra di intimidazione”.

Non disponiamo di ulteriori elementi di valutazione, ma il fatto che queste attività in corso in Cile siano presentate come un intervento atto ad intimidire attori diretti e indiretti del processo (non solo in riferimento al quadro attuale ma anche in relazione col futuro dell’iter giudiziario) e a creare oggettivi ostacoli alla libera partecipazioni dei testi ci spinge a chiedere alla Procura di Roma di verificare se si stiano in effetti commettendo dei reati che possono compromettere l’accertamento della verità nel processo che si sta celebrando.

Lo facciamo nella veste di cittadini italiani e anche, nel caso dell’onorevole Fabio Porta, come rappresentanti del popolo italiano compresi i residenti all’estero e in particolare nell’America Latina in nome dei quali il deputato siede in Parlamento.

Fabio Porta

Paolo Brogi

Roma, 25.5.2011

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