Informazioni che faticano a trovare spazio

Il braccialetto della vergogna

La polizia municipale del I gruppo di Roma fa una retata di ambulanti extracomunitari. E come novità cinge il polso di 64 fermati con un braccialetto di carta con su stampigliato un numero. Il numero serve – spiegano i vertici della municipale –  ad identificare il rapporto tra quel venditore e la merce che gli è stata sequestrata. Tutto questo avviene martedì, l’operazione è seguita da qualche giornalista e da fotografi, più il tg lazio.

La sera il tg lazio fa un servizio che oggettivamente parla di questo nuovo livelli di intervento sull’abusivismo commerciale. Il braccialetto sembra una nota in più, funzionale all’operazione.

Il giorno dopo, cioè oggi mercoledì, il Messaggero pubblica in copertina di cronaca un servizio con la foto dell’apposizione del braccialetto. Il titolo è piuttosto neutro, dice: “Bracciali per identificare venditori abusivi”. Insomma, senza lode e senza infamia. Addirittura poi in una ristampa, quella che va in giro per l’Italia, la foto e il servizio scompaiono. Insomma roba di ordinaria amministrazione.

Poi però qualcuno comincia ad indignarsi, ad esempio il consigliere comunale Roberto Giulioli. Scrive mailo. E allora la notizia comincia a stagliarsi.

Braccialetti al polso dei vu comprà? Con numeri stampigliati in neretto? E’ a quel punto, oggi pomeriggio, che comincio a chiedere in giro alle organizzazioni degli immigrati. Per dirla tutta, nessuno ne sapeva nulla. Ma  questo non toglie che una volta conosciuta la questione le reazioni ci siano, eccome.  Da ultimo anche il Pd e la Cgil diranno la loro. Seguono poi a ruota, allora, dopo il corriere online la repubblica.it e il messaggero.it, quest’ultimo forse che si accorge finalmente che qualcosa non andava bene in questa vicenda di braccialetti…

Tutto questo per dire cosa? Che la banalizzazione e la mitridatizzazione hanno ormai raggiunto livelli molto profondi. Non ci si accorge più di nulla. In questo contesto brillano allora le reazioni della municipale che senza essere minimamente sfiorata dall’ovvio carattere simbolico di questi braccialetti se ne esce con penose spiegazioni.

Qui di seguito pubblico l’articolo del corriere online che alle cinque del pomeriggio ha messo in piazza questo penoso schifo.

OPERAZIONE DELLA POLIZIA MUNICIPALE

Braccialetti identificativi per gli abusivi

Polemiche per gli «immigrati marchiati»

Blitz in piazza di Spagna: decine di ambulanti fermati; imposta loro fascetta numerata. «Serve a identificarli»
Confcommercio plaude l’idea. Sant’Egidio preoccupata

ROMA – Un braccialetto di carta al polso degli immigrati venditori abusivi. Con su stampigliati cinque numeri. Ad applicarlo, durante un’operazione antiabusivismo nel centro storico di Roma, gli agenti del I Gruppo della Polizia Municipale. «I bracciali ci permettono di identificare questi venditori con la merce che abbiamo loro sequestrato, è un sistema di garanzia», si è limitato a spiegare a caldo il comandante del gruppo Stefano Napoli.
Ma questa novità, scoperta dalle associazioni che si occupano di immigrati quando le immagini sono apparse nel tg locali, fa gridare all’orrore.

Quei numeri ci fanno tornare agli anni più bui della storia del ‘900…», protesta Alessia Montuori dell’organizzazione di difesa degli immigrati Senzaconfine.

«SPIEGHINO QUALE LEGGE APPLICANO» – «Vorremmo proprio sapere – aggiunge Daniela Pompei, della Comunità di Sant’Egidio – a quale legislazione appartenga questa novità, che non ci risulta in nessuna normativa…». Difende il bracciale della discordia il comandante della polizia municipale Angelo Giuliani, che spiega: «E’ la legge che impone che non si faccia confusione – spiega Giuliani -. Quello è solo un braccialetto temporaneo di carta come si fa negli ospedali, per non commettere errori. Proprio nell’interesse degli immigrati in questione. Non avete idea di quanta merce abbiamo sequestrato e dei controlli che si sono prolungati fino alle quattro del mattino». E agiunge: «E’ stato adottato un segno non invasivo, non drammatizziamo. Ma per chi ci avete preso? Abbiamo adottato una disposizione interna».

«COME AL VILLAGGIO VACANZE» – Aggiunge Stefano Napoli, comandante del I Gruppo: «Ma non siete mai stati in un villaggio vacanze? Appena arrivati vi mettono un braccialetto. Ecco, abbiamo operato in garanzia come si fa anche in un ospedale, perché le madri non perdano i loro figli. Abbiamo usato un materiale leggerissimo, per essere sicuri di operare bene…».
Fa eco a queste spiegazioni il presidente della Confcommercio, Cesare Pambianchi: «Ben vengano tutti i provvedimenti utili a debellare il fenomeno della vendita illecita di merce contraffatta in tutte le sue forme, e dunque anche il ricorso al braccialetto numerico, se necessario

POLEMICHE E TRISTI MEMORIE – «Trovo infatti fuori luogo e inutili in questo momento – incalza Pambianchi – polemiche o addirittura fantasiosi accostamenti con avvenimenti del passato che nulla hanno a che vedere con la situazione attuale. Quello che dovrebbe essere l’interesse di tutti è porre un freno all’escalation della contraffazione. L’uso del braccialetto non è altro che uno strumento per agevolare le operazioni di riconoscimento dei venditori abusivi, che altrimenti, come spesso è accaduto in passato, sfuggirebbero alle azioni di controllo e repressione».

L’ARCI: «SCHEMI ODIOSI» – Pollice verso invece da parte delle organizzazioni che si occupano di immigrati. «Ormai in piena e totale disinvoltura vengono riproposti schemi più che odiosi – spiega Claudio Graziano, responsabile Arci per l’immigrazione -. Pochi giorni fa durante gli sgomberi dei rom alla Magliana sono state marcate con delle x alcune baracche, insomma è stata usata vernice per dire ciò che si doveva abbattere e cosa no. Ora ecco questi bracciali, una schedatura che è una criminalizzazione bella e buona e che è stata già vista nella storia, un simbolo di identificazione etnico che fa orrore. Chi l’ha deciso? E’ solo farina della Polizia Municipale?».

«RICHIAMA IL NAZIFASCISMO» – A Senzaconfine puntano il dito contro il Comune: «Fa orrore che il Comune – spiega Alessia Montuori – possa autorizzare schedature di questo genere spacciandole forse per iniziative di pubblica utilità». «Atroce collegamento venditore merce», indica Stefano Galieni responsabile immigrazione del Prc. Giovanna Cavallo di Action Migranti definisce i bracciali «guinzagli».
«Così viene attuata una forma di giustizia che richiama non a caso il nazifascismo…». Il più caustico è il portavoce di Dhuumcatu, l’organizzazione dei bengalesi: «A questo punto – spiega Bacchu – sento il dovere di ringraziare la polizia municipale che ha deciso di usare soltanto bracciali di carta. Così non siamo stati marchiati a fuoco sulla fronte. Grazie… Si limitano ai bracciali, come le pecore che hanno i numeri stampigliati sulle orecchie».

Paolo Brogi
25 maggio 2011

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