Informazioni che faticano a trovare spazio

Mario Proto, fotoreporter – Una mostra ad Orte (già finita)

Erano da poco passate le quattro del mattino e il mio sonno era stato scosso da un boato giunto da chissà dove, però nelle vicinanze. Mezz’ora dopo ecco squillare il mio cellulare, Mario Proto il fotografo mi avvertiva che sulla salita del Gianicolo era scoppiata una bomba contro il portone del liceo spagnolo Cervantes. Quando sono arrivato lui era già lì, aveva scattato la foto che poi è comparsa sul Corriere con i carabinieri vicino ai resti della pentola a pressione che piena di polvere nera e chissà cos’altro gli anarchici avevano fatto brillare contro un obiettivo spagnolo, protestando a modo loro contro degli arresti di anarchici avvenuti oltre i Pirenei.

Mario Proto ha esposto ora le sue foto di cronaca ad Orte.

«Scatti – Fotocronache Italiane» di Mario Proto
Centro Aggregazione Sociale
Via Manin, 37 – Contrada San Sebastiano, Orte
27, 28, 29 maggio 2011

Peccato averlo saputo dopo. Ma Mario è fatto così. Stavolta non ha chiamato. Pubblico questa foto che lo ritrae sdraiato per terra, niente male no?  Una volta siamo finiti sui monti Lucretili a cercare l’orso marsicano che era comparso vicino a Licenza. Io mi ero portato dietro un barattolo di miele, ipotizzando con quell’involucro un estremo tentativo di depistaggio in caso di incontro malevolo. Lui brandiva la sua reflex come un  corpo contundente. Con noi una giovane coppia di rangers autoproclamatisi così che ci facevano strada. L’orso non c’era, Mario ha fotografato impronte d’orso ed escrementi. E’ stata una giornata all’aria aperta, in ogni modo, in basso dopo ci siamo rifatti fotografando una pieve romanica a S. Maria del Pianto poco fuori Orvinio.

Giornate così, da cronisti e fotoreporter. Un’altra volta con un  autista che si chiama Pompa siamo finiti sotto Ariccia dove la Digos aveva individuato un deposito, in campagna, delle nuove Brigate Rosse. Prima di arrivare abbiamo smangiucchiato un panino alla porchetta. Poi eccoci sull’obiettivo, ci avviciniamo con l’auto, agenti in borghese ci fanno cenno imperioso di fare dietrofront. Mario scatta comunque da dl sedile di dietro una serie di foto a quel capanno arsenale, prima di fare dietrofront. Mentre ci allontaniamo veniamo rincorsi da un’auto che ci blocca. Vogliono sequestrarci tutto, l’autista impaurito ci scarica dicendo che lui non c’entra, è una scena un po’ comica che poi si risolve per forza di cose. Siamo del  Corriere, no?  Sulla strada del ritorno all’autista  ne diciamo di tutti i colori…

Mario si è alternato per anni a Renato Ciofani. Più giovane Renato e decisamente più altro. Morto in sella alla sua moto Bmw. Come Tramonte, deceduto anche lui in moto, che aveva fotografato la notte del suicidio del soldato al Vittoriano…Fotografi, gente che corre di qua e di là, con l’acqua e col sole, pura passione e orgoglio professionale. Che poi le foto suano belle o meno questo franxamente – come per gli articoli – è sempre venuto dopo.



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