Guglielmo Mollicone a Leggo: “Sono stati i cc ad uccidere Serena”
giovedì, 30 Giugno, 2011“I CARABINIERI UCCISERO MIA FIGLIA SERENA” -INTERVISTA
di Marco Pasciuti (Leggo Italia 28 giugno 2011)
ROMA – Guglielmo Mollicone, papà di Serena, cosa significano per lei questi cinque indagati?
«Confermano quanto dico da tempo: la mia Serena è stata uccisa dai carabinieri».
Come andò?
«Fu il maresciallo Franco Mottola a decidere l’omicidio di mia figlia. Lei faceva volontariato, aiutava i ragazzi tossicodipendenti. Quel 1° giugno 2001 Serena andò in caserma, forse voleva denunciare il figlio del maresciallo, Marco, che spacciava droga».
E poi cosa accadde?
«Salì nell’appartamento dei carabinieri, sopra la caserma. Deve essere successo qualcosa, uno schiaffo, una colluttazione… fatto sta che cadde a terra e si ferì alla testa. Una ferita lieve, si poteva risolvere tutto con qualche punto. Invece i Mottola hanno deciso di ucciderla per non farla parlare. La causa della morte è stata la busta stretta attorno alla testa».
Dopo 10 anni, forse la verità.
«Si è perso molto tempo. Hanno messo in mezzo Belli, che non c’entrava nulla. Lui ha sbagliato perché si è contraddetto. Prima ha raccontato che quella mattina Serena era in un bar alle Coppetelle con un ragazzo biondo, poi ha cambiato versione».
Perché?
«Perché in un paesino come Arce il maresciallo e suo figlio erano potenti, ricattavano tutti. Compreso Santino Tuzzi».
Il carabiniere che si tolse la vita nell’aprile del 2008.
«Sì, prima di morire lo aveva dichiarato, è agli atti: alle 11,30 Serena arriva in caserma e invece di entrare viene fatta salire nell’appartamento. Lì è successo quel che è successo. Tuzzi sapeva, ma non poteva parlare, era minacciato».
Ora i 5 indagati. Perché ora?
«Perché inizialmente erano quegli stessi carabinieri a condurre le indagini. Poi ci si mise anche il prete, don Antonio Sacchetti, che contribuì a depistare tirando in ballo le messe nere. E si perse altro tempo».
Anche lui minacciato?
«Di certo anche lui connivente. Come vede, ora che questa gente non è più in paese, la verità comincia a venire a galla. Il maresciallo fu mandato a Ostia, il figlio aprì un negozio in provincia di Caserta, il capitano fu spostato a Giugliano».
Com’è cambiata la sua vita in questi 10 anni?
«Ho ricominciato daccapo. Senza Serena. In casa sono stati 10 anni di silenzio».
CINQUE INDAGATI. Dopo 10 anni di buio, forse la svolta. Ci sono 5 indagati e 2 piste investigative nelle indagini sulla morte di Serena Mollicone, la 18enne di Arce, nel frusinate, trovata morta legata e imbavagliata il 3 giugno del 2001 in un bosco dopo essere scomparsa da due giorni.
La Procura di Cassino ha iscritto sul registro degli indagati l’ex fidanzato di Serena, Michele Fioretti e la madre Rosina Partigianoni, l’ex maresciallo dei carabinieri, Franco Mottola, il figlio Marco e un altro carabiniere, Francesco Suprano. Sono accusati di omicidio volontario e occultamento di cadavere e saranno tutti sottoposti al test del Dna. Il loro profilo genetico sarà comparato con quello trovato sugli indumenti di Serena, ma anche sullo scotch e il fil di ferro usato per legare il corpo. Questo anche per capire chi la ragazza vide poco prima della sua morte: il suo ex o se, come racconta da anni il padre Guglielmo, fosse passata per la caserma dei carabinieri di Arce. Dieci anni di indagini che hanno visto un imputato, il carrozziere di Arce Carmine Belli, assolto in Cassazione nel 2006, e il suicidio nel 2008 di un carabiniere, Santino Tuzzi, per molti dai contorni misteriosi. (M.Pas.)
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