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Assolto Podlech. Paura in Cile, torna libero

Assolto Alfonso Podlech, l’ex procuratore militare cileno accusato di aver fatto scomparire nell’ottobre del 1973 Omar Venturelli, l’ex sacerdote di origine italiana militante di Cristiani per il socialismo. La Prima Corte d’Assise di Roma presieduta da Anna Argento, giudice a latere  Pugliese, ha impiegato poche ore per emettere il verdetto pronunciato alle ore 17. Lo ha assoloto dal reato di strage perché non si dove va procedere su questo versante, da quello di sequestro di persona perché il reato è prescritto e dall’omicidio per insufficienza di prove. Questo il responso del processo iniziato nell’ottobre del 2009 con alla sbarra l’avvocato Alfonso Podlech Michaud, 74 anni, arrestato nel 2008 a Madrid dal giudice Garzon mentre era di passaggio all’aeroporto di Barajas, a colpirlo un ordine di cattura emesso dalla magistratura italiana.

Nessuna reazione da parte del condannato al momento del verdetto, accolto con sconcerto e sgomento dai congiunti del “desaparecido” che si sono battuti per anni perché ci fosse un processo e che finalmente l’avevano ottenuto in Italia grazie alla tenacia con cui la Procura di Roma – col Procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo a capo del team – ha cercato di far luce su tutto il fronte dei desaparecidos dell’America Latina. Questo era infatti il processo che ha concluso un lungo ciclo iniziato oltre dieci anni fa nei tribunali romani e incentrato prevalentemente sui desaparecidos argentini. La prossima tranche d’inchiesta tuttora aperta riguarda i congiurati del Piano Condor, l’accordo di intelligence operativa tra i “gorilla” latinoamericani contro gli oppositori per dare loro la caccia in qualunque paese si fossero rifugiati. Un piano degli anni ’70 ed ’80 costellato di morti e di esecuzioni, alcune eseguite anche in Italia.

Maria Paz Venturelli, la figlia del desaparecido che all’epoca dei fatti rimase orfana all’età di tre anni, da allora riparata in Italia insieme alla madre Fresia Cea, è apparsa costernata: “Aspetteremo le motivazioni, questo uomo ora torna libero e sappiamo che climas c’è in Cile dove testimoni di questo processo sono stati posdti sotto accusa…”. La sentenza è giunta al termine di un lungo dibattimento –una ventina di udienze – interessato anche da fasi concitate come quella recente della scarcerazione del detenuto decisa dal tribunale Riesame e del successivo nuovo arresto ordinato dalla Corte per pericolo di fuga. Al momento della requisitoria Giancarlo Capaldo aveva sottolineato il fatto che dall’accusato non era mai venuto nessun segno, pur minimo, di ravvedimento. Un fatto confermato anche questa mattina nelle dichiarazioni che Podlech ha fatto alla Corte prima che si ritirasse in camera di consiglio arrivando ad invocare una luce divina per chi chiamato a decidere. 

Paolo Brogi  

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