Sabato leghista antimmigrati a Brescia. Razzista e desolante
domenica, 10 Luglio, 2011C’era una volta il sabato fascista, ore c’è quello leghista? L’hanno inaugurato a Brescia per inveire contro gli immigrati che reclamano i loro diritti. Doveva essere una grande esibizione di muscoli, è andata così e così. Questo il quadro. Razzista e desolante. Da Bresciaoggi del 10.7.2011:
Immigrati, per la prima volta la Lega espugna piazza Loggia
LA MANIFESTAZIONE. Non più di duecento militanti hanno risposto all’iniziativa «nazionale» voluta dal Carroccio
Una corona alla stele della strage, poi comizio-fiume Gallizioli: «Gru, duomo, Loggia. Violati i nostri simboli» Rolfi: «Petizione, lo statuto dia la priorità ai residenti»
La Lega di governo sul palco, con oltre venti fra europarlamentari, deputati, consiglieri regionali, assessori e sindaci (assente il presidente della Provincia Daniele Molgora).
La Lega di protesta nella platea in piazza, con molti gazebi e non più di duecento militanti a sventolare bandiere e a inneggiare alternativamente «secessione/secessione» ed «espulsioni/espulsioni».
Non ha esattamente mobilitato le masse la manifestazione indetta dalla Lega cittadina, e diventata «nazionale» per volere della Lega lombarda, con lo slogan «Ora basta. Brescia esige rispetto». Un’iniziativa che ha ardimentosamente scelto un sabato canicolare di luglio per dar voce a chi è stufo di immigrati che protestano – a seconda delle occasioni – sulle gru, sul sagrato del duomo o sulla cupola della Loggia.
UNA MANIFESTAZIONE che normalmente avrebbe dovuto prendersela con chi gestisce l’ordine pubblico (ovvero il Viminale retto dal leghista Maroni) ma invece ha preso di mira «gli immigrati che pretendono solo diritti», i sindacati (la Cgil in particolare), «i burattinai che giocano con la disperazione degli immigrati» e, sopra a tutto, gli attivisti del Centro sociale Magazzino 47. Un’area politica che in agosto organizzerà indisturbata la festa di Radio onda d’Urto ma su cui pende l’annuncio di un blitz per spazzare via il centro sociale di via Industriale.
Un successo o un flop la manifestazione leghista? Gli organizzatori propendono, naturalmente, per la prima soluzione. Simona Bordonali, presidente del consiglio comunale e pasionaria molto amata dal popolo leghista, sottolinea la portata dell’evento: «In vent’anni è la prima volta che la Lega conquista piazza della Loggia. Abbiamo dimostrato che non solo gli amici di Corsini possono parlare in questa piazza, che noi rispettiamo». E infatti la deposizione di una corona d’alloro alla stele dei caduti della strage ha aperto la manifestazione.
Il vicesindaco Fabio Rolfi insiste sul significato dell’iniziativa: «Abbiamo riannodato l’iniziativa politica con la nostra base. E questo è solo l’inizio». Rolfi ha inaugurato ieri la raccolta di firme su una petizione per inserire, nello statuto comunale, una clausola che assicuri priorità ai residenti.
Giancarlo Giorgetti, segretario della Lega lombarda, ha insistito sul fatto che la Lega, in fatto di immigrazione, dice ad alta voce quello che la «maggioranza silenziosa» pensa: «Ci vuole coraggio per reagire, e noi ce l’abbiamo. Tocca a noi dire quello che tutti pensano. Al governo la Lega sta facendo di tutto per portare avanti il pensiero della gente comune». Giorgetti ha mandato anche un segnale al governo: «Berlusconi trema un po’ di fronte a provvedimenti sacrosanti per la nostra gente: tornasse ad ascoltarla, avrebbe più coraggio».
Eroine della manifestazione sono diventate, di fatto, le tre giornaliste di Tele e Radiopadania (Aurora Lussana, Camilla Vanaria e Eva Lorenzoni) aggredite a margine del presidio degli immigrati in piazza Rovetta.
Nei tanti interventi del comizio-fiume si sono sentiti accenti diversi. Il segretario cittadino Matteo Rinaldi ha assicurato che «il razzismo nella manifestazione non c’entra: ce l’abbiamo con gli immigrati che reclamano solo diritti senza averne i presupposti».
Il capogruppo in Loggia Nicola Gallizioli avverte: «Con la gru, il sagrato del Duomo, il tetto della Loggia hanno colpito i nostri simboli. C’è un disegno premeditato in questo, ci sono dei burattinai».
Oscar Lancini, sindaco di Adro, ha usato toni meno vellutati: «Razzisti noi? Mi sta bene se essere razzisti significa difendere la nostra terra, la nostra cultura, le nostre donne».
Alessandro Marelli, consigliere regionale, ha attaccato a muso duro «i sindacati che hanno dimenticato gli operai, la loro gente: sono loro che mandano gli immigrati sulle gru, li fomentano».
L’assessore regionale Daniele Belotti (ultrà atalantino che s’è presentato orgogliosamente a Brescia con i colori della squadra del cuore: polo blu scuro e calzone nero) ha garantito: «Ne abbiamo pieni i c… dei centri sociali che usano ogni scusa per fare casino».
Tesi rilanciata dall’europarlamentare Mario Borghezio che ha inveito contro «i comunisti»: «Abbiamo liberato Brescia e non la riprenderete più. Gli immigrati non si permettano più di portare i i loro piedi in luoghi per noi sacri. La quiete è finita. La Lega risponderà colpo su colpo». E ha finito inneggiando alla secessione. Applauditissimo.
Massimo Tedeschi
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