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Romano confortato da Berlusconi resiste. Mozioni di sfiducia ora di Pd, Idv e Fli

Anche il Pd ha depositato una mozione di sfiducia per Romano, il ministro dell’agricoltura che il gip di Palermo chiede di processare per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo Idv e Fli anche il Pd, dunque, chiede le dimissioni,  ma Romano dopo un colloquio con Berlusconi resiste.

Il Partito democratico ha depositato, alla Camera, la mozione di sfiducia nei confronti del ministro per le Politiche agricole Saverio Romano.

La mozione, presentata stamane ha come primi firmatari il capogruppo Dario Franceschini e il segretario del partito Pierluigi Bersani. Nel testo della mozione si ricorda che “in data 13 luglio 2011 la Procura di Palermo, ottemperando all’ordine di imputazione coatta del competente Giudice per le indagini preliminari, ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio del ministro Francesco Saverio Romano, imputato, quindi, formalmente di concorso in associazione mafiosa”.

Considerato che “il Ministro ha manifestato la volontà di non dimettersi volontariamente, come sarebbe auspicabile per la credibilità dell’azione di governo”, “visto l’articolo 94 della Costituzione; visto l’articolo 115 del regolamento della Camera dei deputati; la Camera esprime la propria sfiducia al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Francesco Saverio Romano”.

L’incontro con il premier: “Non mi dimetto”. Romano nel pomeriggio ha incontrato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Al termine, parlando ai cronisti, il ministro ha confermato che non ci sarà da parte sua alcun passo indietro: “Niente dimissioni – ha detto-, l’opposizione strumentalizza la mia vicenda perché sono quello che ha sventato la caduta del governo”.

Intanto si apprende che un secondo pentito  – Stefano Lo Verso – accusa Romano, è il boss che portava i rifornimenti alimentari a Provenzano, uno che sa…

Il primo pentito che accusa è Campanella: è lui a rivelare la frase shock pronunciata da Romano durante un banchetto in un ristorante di Campo de Fiori, quando svelò a tutti di essere della famiglia di Villabate, cioè dei Mandalà.

Infine la mossa del governo che vorrebbe attenuare il regime del 41 bis, il carcere duro per gli ergastolani della mafia. La mossa in questo momento appare come un atto di vassallagio piuttosto esplicito verso il blocco di interessi mafiosi. (Nella foto il giuramento di Romano al Quirinale, di fronte a Napolitano che si era dichiarato interdetto…)

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