Li chiamavamo rém, di là dall’atlantico erano invece gli àr.ì.èm, per tutti erano poi la zucca glabra di Michael Stipe e quella grande intuizione che è stata “Losing my religion”. Cantava: “La vita è più grande, è più grande di te e tu non sei me…”.
Hanno avuto la disavventura di cantare peraltro a Roma al palazzo dello sport. Poveri rem, la loro musica era diventata un misero frastuono ma loro neanche se ne accorsero in quei primi anni ’80. Allora dicevano anche di essere comunque sempre aperti (vedi il cartello). Non poteva essere un destino.
Ora tocca elogiarli. Si ritirano, un annuncio sul web e la constatazione che quando è venuto il momento bisogna farsi da parte.
Eutanasia di una band? No, buon senso, dopo trentun anni francamente solo quei poveracci dei rolling stones insistono ancora.
Anche questa è la crisi. Altro che eternità del rock.