Mais transgenico scoperto in tre aziende laziali
venerdì, 23 Settembre, 2011Il mais transgenico preoccupa i contadini
scoperti campi di Ogm vietati nel Lazio
Arsial individua e denuncia 3 aziende agricole fra Roma e Latina: usate sementi modificate da multinazionale statunitense. Lazio regione virtuosa per i controlli
ROMA – La battaglia sul cibo transgenico segna una nuova vittoria a favore dei consumatori. Tre aziende sono state denunciate per produzione di granoturco con Ogm illegali di mais. La scoperta è stata fatta dall’Arsial, l’agenzia regionale per lo sviluppo agricolo del Lazio, nell’ambito di una campagna di controlli a campione sulle aziende agricole operanti in regione. Una scoperta che preoccupa i contadini per il rischio di contaminazioni da impollinazione nelle vicine coltivazioni regolari e non ogm.
Due i casi scoperti da Arsial che riguardano campagne site in provincia di Roma: secondo i tecnici Arsial, due aziende coltivavano ibridi di mais che l’Unione Europea non ammette; si tratta di due varietà ad uso alimentare di provenienza americana e rigorosamente esclusi per la coltivazione nella Comunità . Un terzo caso, risulta a Corriere.it, sarebbe stato invece individuato nel frattempo in provincia di Latina.
INFORMATIVA ALLA PROCURA – Un’informativa data alla Procura e alla Regione Lazio. La scoperta delle due pericolose «contaminazioni» romane ad opera dell’Arsial apre interrogativi sull’estensione del fenomeno: se due aziende su un campione di controlli che riguarda solo l’1% delle aziende agricole del Lazio, sono state «pizzicate», quante altre utilizzano illegalmente Ogm proibiti.
L’inquietante scoperta è stata resa nota con un secco comunicato pubblicato sul sito di Arsial – probabilmente al fine di non diffondere una psicosi Ogm che potrebbe danneggiare molti altri coltivatori onesti -; un comunicato non facile da trovare: per leggerlo, infatti, si deve fare un vero slalom sul portale partendo dalla zona comunicati e trovando in coda la scoperta che nonostante la scritta sovrimpressa «new» è poco visibile.
LAZIO REGIONE VIRTUOSA – Ma la notizia è importante proprio perché Arsial è un ente che pone la Regione in posizione virtuosa: i tecnici di Arsial effettuano per il Lazio questo genere di controlli sugli ogm, nel corso di un’attività di monitoraggio che – a livello nazionale – la vede affiancata solo dalla Regione Toscana. Si tratta di controlli sono peraltro a campione, riguardano infatti circa l’1% delle aziende che coltivano mais nel Lazio. E se l’1% dà queste positività c’è davvero da temere per quello che si sta verificando nell’intero settore.
«Riscontrati due episodi di contaminazione da Ogm in provincia di Roma – spiega il comunicato ufficiale -. L’Arsial, alla chiusura della campagna di controllo 2011, comunica di aver espletato, nel rispetto delle procedure operative approvate dall’Agenzia, l’attività di vigilanza e controllo sul divieto di coltivazione di organismi geneticamente modificati sulle coltivazioni di mais di aziende campione nel territorio regionale». Poi Arsial sottolinea: «Il Lazio e la Toscana sono le uniche due regioni italiane a svolgere i controlli in campo».
GLI IBRIDI DAS 1507 e 59122 – Dalle risultanze delle analisi di laboratorio effettuate dall’l’istituto sperimentale Zoo profilattico Lazio-Toscana su campioni prelevati dai tecnici, sono emerse, nelle due aziende in provincia di Roma, due positività riconducibili rispettivamente «alla presenza dell’ibrido DAS 1507 x NK 603 oppure alla contemporanea presenza di mais evento DAS 1507 e mais evento NK 603» e «alla presenza dell’ibrido DAS 1507 x DAS 59122 oppure alla contemporanea presenza di mais evento DAS 1507 e mais evento DAS 59122», entrambe su coltivazioni derivanti da sementi dichiarate esenti da Ogm dalla casa produttrice Pioneer, che si dichiara «leader mondiale nella produzione di sementi» e fa capo alla multinazionale Dupont Business.
Nell’Unione Europea, sia i due singoli eventi, sia l’ibrido sono autorizzati esclusivamente per impieghi alimentari e non per la coltivazione. «Si è trattato, comunque, di due episodi di contaminazione e non di campi interamente Ogm», precisano i tecnici. Ma il punto è proprio queato: scoprire se davvero si tratti di semplice «contaminazione» o di sementi modificate geneticamente finite «per caso» tra le sementi normali autorizzate dalla legge. Appare alcuqanto strano che due Ogm vietati siano casualmente capitati nel mais regolare.
SANZIONI AMMINISTRATIVE – Comunque sia, «in seguito alla scoperta – prosegue il comunicato Arsial -, sono stati tempestivamente avviati procedimenti amministrativi a carico delle aziende coinvolte e ne è stata data informativa alla Regione Lazio e alla Procura della Repubblica. In attesa di sviluppi che accerteranno le responsabilità dell’avvenuta contaminazione, si auspica l’istituzione di un tavolo tecnico regionale con competenze ambientali, sanitarie e agricole, affinché, in futuro, ci sia un proficuo scambio tra esperti per affrontare e prevenire questioni legate all’inquinamento ambientale da Ogm».
LA PAROLA AI MAGISTRATI – Gli specialisti dell’agenzia per lo sviluppo agricolo si augurano ora che «nella sede legislativa regionale venga avviata un’opportuna riflessione su un’integrazione dell’attuale testo normativo». Serve, insomma, una legge più severa «allo scopo di tutelare il più possibile l’agricoltore in buona fede che abbia utilizzato semente certificata esente da Ogm».
Sulla materia il ministero dell’agricoltura effettua controlli a livello nazionale relativi alle sementi. Le ditte semenziere devono munirsi di certificati di esenzione da ogm. L’introduzione degli ibridi appena scoperti avviene dunque in modo del tutto illegale.
LA LITE ZAIA-GALAN – Oscillante in materia di ogm la posizione degli ultimi titolari del dicastero di via XX Settembre, esplosa poi un anno fa pubblicamente nella lite tra Luca Zaia e il suo successore Giancarlo Galan all’Agricoltura. Il primo, infatti, appoggiando un blitz di attivisti no global contro campi di coltivazione transgenica aveva ribadito la sua nota opposizione all’utilizzo degli Ogm in Italia. Per Galan, invece, quello era stato «un assalto squadrista». In seguito cogliendo l’occasione di un summit con i ministri europei, Galan aveva ribadito il suo appoggio agli ogm: «Ho intenzione di far valere un punto di vista più aperto. Incoraggerò la ricerca e la sperimentazione anche in questo campo. Non permetterò che l’Italia si ritrovi a pagare ritardi difficilmente recuperabili in un terreno strategico come la conoscenza».
Paolo Brogi
22 settembre 2011
Corriere it  RIPRODUZIONE RISERVATA
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