In difesa della cultura, contro i tagli Martedì dalle 17 alle 22 Assemblea alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Ricevo da Giovanni Solimine questo appello “Carta batte forbice”, segue un altro contributo che mi viene segnato da Rosanna Dee Longis vicedirettrice della Biblioteca di storia contemporanea:
Faccio circolare in lista l’annuncio di una iniziativa presa da alcuni esponenti del mondo del libro e della cultura (quelli che hanno occupato il teatro Valle di Roma e gli autori che si riconoscono in “Generazione TQ”) in difesa delle biblioteche e sintetizzo il comunicato che l’annuncia.
“Carta batte forbice: contro i tagli alla cultura, per le biblioteche come bene comune, per una rivolta del sapere”.
Martedì 11 ottobre, dalle 17 alle 22, un’assemblea pubblica verrà indetta alla Biblioteca Nazionale di Roma.
In una crisi politica e sociale ogni giorno più clamorosa, un’indifferenza feroce, una rabbia contro il valore stesso dello studio
e della conoscenza, colpisce le biblioteche, le scuole, le università,
l’editoria, i lavoratori della cultura, dello spettacolo, gli studenti,
e tutti coloro che ritengono fondamentale la cultura per una comunità
che vuole dirsi tale.
Per questo da mesi in Italia stanno sorgendo centinaia di iniziative
tra studenti e lavoratori della conoscenza per chiedere non solo la
difesa dei propri diritti, dell’articolo 3 della nostra costituzione
(dove si scrive che l’istruzione è il motore fondamentale
dell’inclusione sociale), ma per immaginare tutti insieme una grande
cittadinanza attiva capace di pensare un futuro diverso.
E per questo – in un paese dove si legge poco, dove ci sono ancora due
milioni di analfabeti totali, e cinque di semianalfabeti – abbiamo
scelto come luogo obbligato per un’assemblea pubblica aperta a tutta la
cittadinanza la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Lo spazio che
dovrebbe essere il cuore pulsante di una polis, un bene comune
accessibile a tutti e che tutti abbiano a cuore, è oggi trattato dal
governo come un ostacolo a quello che sembra un autentico progetto di
desertificazione culturale.
Noi pensiamo che proprio le biblioteche e i luoghi pubblici della
cultura possano essere i centri di una rivolta del sapere: perché le
biblioteche pubbliche sono come le fontanelle, sono come i pronto
soccorsi, sono come le caserme dei pompieri, sono come le scuole
materne. Sono necessarie, e dovrebbero essere sempre di più spazi di
partecipazione per tutti quelli che si riconoscono nel valore dei beni
comuni, nel piacere dello stare insieme, nell’importanza di sentirsi
cittadini.
Perché allora un luogo così importante chiude tutti i giorni alle 19 e
il sabato alle 13.30, mentre, come invece accade in altri contesti
felici, le biblioteche potrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o
ventiquattro ore, o la domenica, o l’intera estate, come è normale ad
esempio a tutte le grandi biblioteche europee, piene degli studiosi che
d’estate hanno tempo di consultare i libri per le loro ricerche? E
perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un
milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British
Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150
milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con
i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?
Non ci piace parlare di emergenza, ci piace parlare di partecipazione
attiva. Per questo abbiamo deciso per un giorno di trasformare la
biblioteca in quello che dovrebbe essere tutti i giorni: un luogo
restituito alla cittadinanza, una “fontanella” della cultura. E abbiamo
indetto un’assemblea per tutti coloro che sono convinti che la cultura
debba essere un bene comune.
Anche altrove stanno protestando in un modo molto simile al nostro:
http://falseeconomy.org.uk/blog/save-oxfordshire-libraries-speech-philip-pullman.
Sono stati coinvolti quelli stanno facendo battaglie parallele alla
nostra: gli archivisti che si mobiliteranno dal 12 al 15 ottobre con
l’iniziativa “. e poi non rimase nessuno. Archivi e archivisti nella
crisi italiana”: cfr. http://www.anai.org/anai-cms/ ). Sono stati
chiamati a raccolta tutti, i bibliotecari, i lavoratori della
biblioteca, gli utenti della biblioteca, gli scrittori, i redattori, i
traduttori, i giornalisti, gli editori, i grafici, i ricercatori, gli
insegnanti, i semplici lettori, e soprattutto i semplici cittadini,
insomma voi: tutti coloro che – al contrario di questo governo – sperano
che la cultura per una volta possa vincere contro i tagli, e che si
possa trasformare un deserto in una sorgente.
Mi auguro che la presenza dei bibliotecari (ha aderito anche l’AIB) sia
numerosa e incisiva.
Cari saluti a tutti
Giovanni Solimine
[Giovanni Solimine giovannisolimine@vodafone.it]
Rosanna De Longis, della Biblioteca di storia contemporanea, mi inoltra questo ulteriore contributo che proviene dal fronte delle biblioteche pubbliche:
In una crisi politica e sociale ogni giorno più clamorosa,
un’indifferenza feroce, una rabbia contro il valore stesso dello studio
e della conoscenza, colpisce le biblioteche, le scuole, le università,
l’editoria, i lavoratori della cultura, dello spettacolo, gli studenti,
e tutti coloro che ritengono fondamentale la cultura per una comunità
che vuole dirsi tale.
Per questo da mesi in Italia stanno sorgendo centinaia di iniziative
tra studenti e lavoratori della conoscenza per chiedere non solo la
difesa dei propri diritti, dell’articolo 3 della nostra costituzione
(dove si scrive che l’istruzione è il motore fondamentale
dell’inclusione sociale), ma per immaginare tutti insieme una grande
cittadinanza attiva capace di pensare un futuro diverso.
E per questo – in un paese dove si legge poco, dove ci sono ancora due
milioni di analfabeti totali, e cinque di semianalfabeti – abbiamo
scelto come luogo obbligato per un’assemblea pubblica aperta a tutta la
cittadinanza la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Lo spazio che
dovrebbe essere il cuore pulsante di una polis, un bene comune
accessibile a tutti e che tutti abbiano a cuore, è oggi trattato dal
governo come un ostacolo a quello che sembra un autentico progetto di
desertificazione culturale.
Noi pensiamo che proprio le biblioteche e i luoghi pubblici della
cultura possano essere i centri di una rivolta del sapere: perché le
biblioteche pubbliche sono come le fontanelle, sono come i pronto
soccorsi, sono come le caserme dei pompieri, sono come le scuole
materne. Sono necessarie, e dovrebbero essere sempre di più spazi di
partecipazione per tutti quelli che si riconoscono nel valore dei beni
comuni, nel piacere dello stare insieme, nell’importanza di sentirsi
cittadini.
Perché allora un luogo così importante chiude tutti i giorni alle 19 e
il sabato alle 13.30, mentre, come invece accade in altri contesti
felici, le biblioteche potrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o
ventiquattro ore, o la domenica, o l’intera estate, come è normale ad
esempio a tutte le grandi biblioteche europee, piene degli studiosi che
d’estate hanno tempo di consultare i libri per le loro ricerche? E
perché i soldi che la Biblioteca Nazionale ha in dotazione sono un
milione e trecentomila euro l’anno mentre, sempre per dire, alla British
Library – pur con i tagli di Cameron – lo stato dà l’equivalente di 150
milioni di euro l’anno e alla Bibliotèque Nationale de France – pur con
i tagli di Sarkozy – 200 milioni di euro l’anno?
Non ci piace parlare di emergenza, ci piace parlare di partecipazione
attiva. Per questo abbiamo deciso per un giorno di trasformare la
biblioteca in quello che dovrebbe essere tutti i giorni: un luogo
restituito alla cittadinanza, una “fontanella” della cultura. E abbiamo
indetto un’assemblea per tutti coloro che sono convinti che la cultura
debba essere un bene comune.
Anche altrove stanno protestando in un modo molto simile al nostro:
http://falseeconomy.org.uk/blog/save-oxfordshire-libraries-speech-philip-pullman.
Sono stati coinvolti quelli stanno facendo battaglie parallele alla
nostra: gli archivisti che si mobiliteranno dal 12 al 15 ottobre con
l’iniziativa “. e poi non rimase nessuno. Archivi e archivisti nella
crisi italiana”: cfr. http://www.anai.org/anai-cms/ ). Sono stati
chiamati a raccolta tutti, i bibliotecari, i lavoratori della
biblioteca, gli utenti della biblioteca, gli scrittori, i redattori, i
traduttori, i giornalisti, gli editori, i grafici, i ricercatori, gli
insegnanti, i semplici lettori, e soprattutto i semplici cittadini,
insomma voi: tutti coloro che – al contrario di questo governo – sperano
che la cultura per una volta possa vincere contro i tagli, e che si
possa trasformare un deserto in una sorgente.