Duecentomila- i numeri valgono per quel che valgono, forse di piu’ -, restano intrappolati in una manifestazione a Roma che degenera in scontri creati da un folto gruppo di casseurs venuti con questo scopo, rompere e attaccare obiettivi vari. I casseurs si erano piazzati all’altezza di circa tre quarti della manifestazione, verso la testa del corteo, iniziavano subito dopo il camion dei piemontesi di San Precario e del centro sociale Askatasuna. Impossibile fermare questi 500 incappucciati che hanno iniziato a far danni in via Cavour e poi hanno continuato su via Labicana? Certo, in un corteo privo di servizio d’ordine tutto puo’ capitare, anche che una nutrita minoranza di giovanissimi incappucciati crei un mezzo disastro. Nella seconda parte del corteo c’erano forze politiche organizzate come la Federazione della sinistra (Comunisti italiani, Partito della Rifondazione), altre forze organizzate erano presenti. Dopo i casseurs c’erano i Cobas preceduti da un lunghissimo autotreno. Possibile che a nessuno sia venuto in mente di preoccuparsi della gestione complessiva di questo corteo? Certo, non potevano assicurare lo svolgimento regolare del corteo ne’ i comitati degli aquilani ne’ i no tav ne’ i no ponte ecc ecc. E gli altri? E’ molto grave che un grande corteo sia stato messo in ginocchio cosi’, questo crea un pericoloso precedente per il futuro impaurendo le persone e tenendo lontano dalla giusta protesta chi non vorra’ piu’ rischiare di finire in questo modo.