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Come sta Martina Fabbri?

E Martina Fabbri, tre denti e mezzo in meno? Ecco un articolo da Repubblica Bologna: 

SARÀ per il male ai denti, «che nonostante gli antidolorifici è molto forte», oppure perché è visibilmente emozionata, fatto sta che le parole escono adagio dalla bocca di Martina, come un sussurro. Quello che dice però è chiaro. «Non ero nelle prime file del corteo e non avevo scudi o bastoni in mano. Quando è partita la seconda carica stavo scappando, ero già in piazza, e a colpirmi è stata la manganellata di un poliziotto». Mercoledì scorso, dopo l’ assedio degli indignados alla sede di Bankitalia, la giornata di Martina Fabbri, 23 anni, studentessa di Arti visive, è finita al pronto soccorso del Maggiore. «Mi hanno dato 10 giorni per il labbro spaccato, mentre per i denti non c’ è prognosi perché dovrò farli ricostruire. Tre sono saltati completamente e uno si è spezzato a metà». Sul momento, dopo la carica delle forze dell’ ordine che ha colpito la parte centrale del corteo dove si trovava anche Martina (come documenta la foto diffusa ieri dal Tpo), la ventitreenne non siè resa conto di ciò che le era successo. «Sentivo dolore e ho chiesto ai miei amici di dirmi cosa avevo in faccia. Nessuno però ha avuto il coraggio di dirmelo. Poi abbiamo chiamato il 118 e quando sono arrivati i medici ho capito. C’ era anche un carabiniere che voleva salire con me in ambulanza perché si era fatto male, ma visto come erano andate le cose mi sembrava assurdo. Alla fine, sono salita a bordo da sola». Martina è una “indignata”, fa parte del collettivo Sadir, e non era al suo primo corteo. Oggi, a Roma, insieme agli altri mille studenti e precari che partiranno da Bologna, voleva esserci anche lei. «Avevo detto che sarei andata all’ I-day, ma sono tre giorni che non mangio e fisicamente non ce la faccio. Mi dispiace».

Intanto lo studio Sabatini, che assiste Martina, ha intenzione di fare il possibile per individuare chi l’ ha colpita. La denuncia è già in fase di preparazione. «Non è la prima volta che il VII Reparto Mobile di Bologna si comporta in questo modo, usando una violenza sproporzionata – dice l’ avvocato Patrizio Del Bello -. «Sappiamo che c’ è una parte della Procura che è sensibile a queste vicende e speriamo che la pratica vada avanti». – ALESSANDRO CORI

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