IMMIGRATI, DOSSIER CARITAS: IN ITALIA 5 MLN, “PRESENZA STRUTTURALE”
Roma – Sono 50 volte più che nel 1861, +3 mln nell’ultimo decennio, 500 mila gli irregolari. Incidono per il 7,5% su residenti, oltre 10% su forza lavoro. Oltre 7 mld contributi previdenza.
il Velino AGV, 27-10-2011
Roma – L’Italia è diventato “strutturalmente” un “paese multiculturale”: gli immigrati sfiorano ormai i cinque milioni (a cui vanno aggiunti circa 500 mila irregolari), con una incidenza sulla popolazione pari al 7,5 per cento, e sulla forza lavoro di oltre il dieci per cento. Una presenza superiore di 50 volte a quella del 1861, anno dell’Unità d’Italia. A rilevarlo è il XXI Dossier statistico immigrazione 2011, il rapporto annuale di Caritas italiana, la Fondazione Migrantes e la Caritas diocesana di Roma. Solo nell’ultimo decennio il numero di immigrati nel nostro paese è cresciuto di tre milioni e gli indicatori di inserimento sono sempre più forti: dalla presenza di famiglie (2 milioni quelle con almeno un componente straniero) al numero dei minori (993.238), dall’incidenza sulla popolazione residente (7,5 per cento) a quella sulla forza lavoro (oltre il 10 per cento), dal numero degli occupati (oltre 2 milioni) a quello dei titolari d’impresa (228.540), dalle acquisizioni di cittadinanza (66 mila) ai matrimoni misti (21.357).
Si tratta di numeri che – secondo Caritas e Migrantes – “attestano un insediamento sempre più stabile e strutturale” nel nostro Paese anche se “non sempre assecondato dalla legislazione”. La “dimensione ‘plurale’” è “una constatazione di fatto” di fronte alla quale “suonano fuori posto e demagogici, sia in Europa che in Italia, i continui richiami alla ‘tolleranza zero’ nei confronti degli immigrati”. Infatti “il massimo rigore non corrisponde alla più grande efficacia e a tal fine andrebbero azionate anche altre leve: quella della collaborazione con i paesi di origine e quella dell’integrazione sul posto” oltre a riconoscere che “siamo tutti uguali quanto a dignità, per cui deve venir meno qualsiasi sentimento di superiorità sugli altri”. È questa – afferma il dossier – “la direzione da seguire, con un maggiore coinvolgimento e politiche di più ampio respiro”. “Oltre la crisi, insieme”: questo è il tema del XXI Rapporto sull’immigrazione “perché solo attraverso la coesione solidale – che è il grande messaggio del cristianesimo – si può superare efficacemente la crisi”.
NEL MONDO – Negli ultimi dieci anni gli immigrati nel mondo sono aumentati di 64 milioni, arrivando a 214 milioni (dato Oim), di cui 4,2 di italiani e 3,7 di studenti stranieri. Nel 2009 sono 32,5 milioni i residenti con cittadinanza straniera nell’Ue a 27 (6,5 per cento della popolazione), mentre altri 14,8 milioni sono diventati cittadini dei paesi di accoglienza (attualmente nella misura di 776 mila l’anno), per cui quasi un decimo della popolazione europea non è nata sul posto. Secondo le statistiche dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sono 15,4 milioni i rifugiati nel mondo (4 su 10 nei paesi in via di sviluppo), 850 mila i richiedenti asilo, e 358 mila le domande d’asilo, di cui 10 mila in Italia. Nel futuro cambieranno gli scenari migratori e, a causa della diminuzione della popolazione in età attiva, la Cina sarà il massimo polo di attrazione migratoria, così come continuerà a esserlo l’Europa.
I NUMERI IN ITALIA – Ad oggi sono 4.570.317 su 60.650 mila residenti, circa 50 volte in più rispetto all’anno dell’Unità nazionale, quando gli stranieri si fermavano a quota 88.639 (con una incidenza dello 0,4 per cento sulla popolazione residente). Nonostante la crisi, l’aumento è stato di 335.258 residenti nel 2010, e se si tiene conto di circa altri 400 mila cittadini stranieri, regolarmente presenti ma non ancora registrati in anagrafe, si tratta di quasi cinque milioni di persone. Nel frattempo, centinaia di migliaia di persone hanno perso l’autorizzazione a rimanere in Italia, perché sono scaduti ben 684.413 permessi, non rinnovati, mentre i rimpatri forzati sono stati 16.086 nel 2010. Viene anche accreditata la presenza di circa mezzo milione di persone in posizione irregolare. Di particolare interesse le cifre sui minori, in un Paese come il nostro soggetto al calo demografico. I figli dei cittadini stranieri sfiorano il milione con un’incidenza crescente (14 per cento, il 18,4 per cento considerando i nati da madre straniera e padre italiano). Le persone di seconda generazione sono quasi 650 mila, nate sul posto ma senza cittadinanza. Gli iscritti all’anno scolastico 2010-2011 sono 709.826 (con una incidenza del 7,9 per cento sulla popolazione studentesca). Gli universitari stranieri ammontano a 61.777 (3,6 per cento).
INSERIMENTO SOCIALE – I lavoratori immigrati sono oltre due milioni, un decimo della forza lavoro, e sono determinanti in diversi comparti per un tasso di attività più elevato e la disponibilità a ricoprire anche mansioni meno qualificate. Efficaci protagoniste nel mercato occupazionale sono anche le donne, che hanno inciso per la metà sui nuovi assunti del 2010. La popolazione immigrata è più giovane (32 anni, 12 in meno degli italiani), lontana dal pensionamento e versa annualmente oltre 7 miliardi di contributi previdenziali, assicura maggiore flessibilità territoriale e la disponibilità a inserirsi in tutti i settori lavorativi, crea autonomamente lavoro anche con i suoi 228.540 piccoli imprenditori, si occupa dell’assistenza delle famiglie, degli anziani e dei malati, anche se sta pagando più duramente la crisi in termini di disoccupazione e complessivamente rende più di quanto costi alle casse dello Stato. Le famiglie con almeno un membro straniero sono oltre 2 milioni, quasi un decimo del totale. Tra il 1996 e il 2009 sono stati 257.762 i matrimoni misti. Nell’ultimo anno sono stati 21.357, 1 ogni 10 celebrati, a cui si aggiungono 10.702 matrimoni con entrambi i partner stranieri. Nel 2010 i casi di cittadinanza per residenza o matrimonio sono stati 40 mila, ai quali vanno aggiunti 26 mila casi di riconoscimento registrati nelle anagrafi dei comuni. Sul piano abitativo solo il 21,3 per cento di proprietari sono immigrati, e il 34 per cento dei cittadini stranieri residenti si trova in situazione di disagio abitativo. È pressoché dimezzata l’incidenza degli immigrati sulle compravendite: dal 16,7 per cento nel 2007 all’8,7 per cento nel 2010 (53 mila transazioni su un totale di 618.819).
RELIGIONI – In Italia, secondo la stima del Dossier Caritas/Migrantes (che si basa sul presupposto che gli immigrati provenienti da un Paese ne rispecchino sostanzialmente la ripartizione per gruppi religiosi) tra i 4,5 milioni di stranieri residenti vi sono 2,465 milioni di cristiani (53,9 per cento), 1,505 milioni di musulmani (32,9 per cento), 120 mila induisti (2,6 per cento), 89 mila buddhisti (1,9 per cento), 61 mila fedeli di altre religioni orientali (1,3 per cento), 46 mila che fanno riferimento alle religioni tradizionali, settemila ebrei (0,1 per cento) e 83 mila (1,8 per cento) appartenenti ad altre religioni. Si aggiungono 196 mila immigrati (4,3 per cento) classificati come atei o non religiosi. I cristiani al loro interno sono così ripartiti: 1.405 mila ortodossi, 876 mila cattolici, 204 mila protestanti e 33 mila che fanno parte di altre comunità cristiane. Nel 2010, rispetto all’anno precedente, i cristiani sono aumentati di quattro punti percentuali (specialmente per l’incremento dei protestanti e degli ortodossi), i musulmani dello 0,9 per cento e i fedeli di religione orientale appena dello 0,4 per cento.